venerdì 9 dicembre 2011

Delitto all'ospedale


Londra, 22 Aprile, ospedale di S. Michael, scoperto un cadavere nel reparto di chirurgia.
L'indagatore Louis, un componente del dipartimento di polizia, mentre si fuma il suo solito sigaro dopo pranzo, viene chiamato per esaminare meglio il cadavere e per scoprire qualcosa in più sulla sua morte.

Subito pensa ad un suicidio, perché nella sua mano impugna ancora una siringa, anche se non si ha la minima idea di come abbia fatto quella siringa ad arrivare fino a quel luogo o come abbia fatto l'uomo a prelevarla dall'infermeria.
Allora Louis decide di porre alcune domande a qualche infermiera per capire se il morto aveva dei problemi familiari e, quindi, cosa l'avrebbe portato a fare quell'orribile gesto; alcune infermiere non dicono nulla, altre invece danno informazioni sul luogo in cui viveva il morto e dissero che lo sapevano perché erano andate proprio loro a prenderlo quando aveva avuto un infarto a casa sua.
L'investigatore pensa allora di proseguire con le sue indagini e di andare più a fondo, ponendo delle domande ai familiari della vittima.
Scoprì che il morto aveva due sorelle e tre fratelli di cui due erano morti in un grave incidente stradale; Louis fece subito delle domande alla madre che gli rivelò il nome del figlio che aveva perso misteriosamente: il suo nome era Stephan e dopo la morte tragica dei fratelli era uscito di testa e, per la troppa  agitazione, aveva avuto un infarto ed era andato all'ospedale da cui non è mai
più uscito.
Poi Louis fece anche delle domande a Jessie, la sorella maggiore di Stephan, che gli disse che la loro era una famiglia molto unita, soprattutto dopo la morte del padre e la tragedia dei loro due fratelli.
Allora l'investigatore ottenne quello che voleva e si diresse verso la porta di casa per andarsene, ma la madre di Stephan lo fermò quando aveva già raggiungo la soglia e gli disse: "Si ricordi caro ispettore che io voglio giustizia per mio figlio!", e poi chiuse la porta proprio nel momento in cui Louis stava per rispondere.
Quella lunga giornata finalmente finì e l'investigatore andò a dormire stanchissimo per il lavoro fatto, sapendo che lo aspettava un giorno ancora peggio di quello appena trascorso.
Verso le 8.00 del mattino gli squillò il cellulare, lesse chi era: l'ospedale, allora rispose subito e un'infermiera gli disse: "Signor Robinson, venga subito qui, abbiamo trovato un indizio che le farà cambiare sicuramente le idee! Venga immediatamente, la prego!".
Allora Louis si cambiò in fretta e furia e prese il primo taxi diretto all'ospedale dove l'infermiera Kate lo stava aspettando e, non appena lo vide, disse: "Perché ha impiegato così tanto tempo signor Robinson, è da tempo che sono qui che la aspetto!".
"Ho fatto più veloce che potevo, non è colpa mia se i taxi non arrivavano!" rispose prontamente l'ispettore; allora l'infermiera lo capì e lo portò subito nella stanza del cadavere dove, sotto il letto, c'era un cappello color grigio scuro.
L'investigatore chiese a Kate se aveva mai visto una persona con quel cappello; subito non le venne in mente nessuno, ma pensandoci bene si ricordò che una volta il capo-reparto Jackson era andato al lavoro con un cappello quasi uguale a quello. La prima cosa che Louis pensò di fare fu chiedere all'infermiera dove si trovava il capo-reparto e lei gli rispose che quel giorno gli toccava il secondo turno.
Allora l'investigatore andò a casa a riposare un po' e quando Kate gli telefonò per dirgli che era arrivato il signor Jackson, lui corse subito in ospedale. Jackson era una persona sui cinquant’anni, alto, leggermente robusto e portava gli occhiali.
Louis gli fece alcune domande sul morto e l'uomo disse che nessuno l'aveva avvisato, quindi non sapeva nulla dell'accaduto; allora l'investigatore chiese a Kate come mai nessuno aveva avvertito Jackson, ma lei smentì subito questa affermazione perché il giorno stesso della morte di Stephan proprio lei aveva telefonato al capo-reparto, il quale aveva risposto con tono menefreghista, come se non gli interessasse nulla del morto.
Subito dopo Louis tornò dal capo-reparto e gli chiese il motivo per cui poco prima gli aveva mentito, ma l'uomo continuava a sostenere la sua versione e questo fece incuriosire molto l'investigatore, che ormai si concentrava solo più su di lui, tenendo sempre però un punto interrogativo anche sugli altri possibili colpevoli del delitto.
Verso sera Louis tornò di nuovo nella stanza del cadavere per esaminarla meglio ma non trovò niente al di fuori del bottone nero di un cappotto. L'investigatore fece altre domande all'infermiera e le chiese che turno faceva Jackson il giorno dell'omicidio e lei gli rispose che aveva il primo turno; Louis ci pensò un po' e poi capì che quello era un altro punto a sfavore del capo-reparto perché Stephan era stato ucciso proprio in mattinata e questo indizio faceva avvicinare ulteriormente Jackson alle carceri. Inoltre Louis chiese anche a Kate se aveva mai visto il suo capo con un bottone simile a quello e lei rimase stupita perché non poteva immaginare il capo-reparto dietro alle sbarre e scoppiò a piangere; fu da questa reazione che l'investigatore capì che quel bottone apparteneva proprio al maggior indagato, Jackson. Allora le prove erano devastanti contro il capo-reparto tanto da portarlo in carcere temporaneo, aspettando una improbabile svolta nel caso.
Jackson non era d'accordo con questa decisione, perché lui continuava a sostenere che non aveva fatto nulla, però fu costretto con la forza ad andarci; salutò tutti i suoi familiari, anche loro increduli dell'accaduto, e andò in carcere.
Mentre il capo-reparto era in prigione, Louis continuava ad indagare per possibili altri assassini e proprio nel bagno della stanza di Stephan trovò un rossetto che, di certo, non poteva appartenere al signor Jackson e questo indizio aprì un'altra strada nel mistero; Louis cominciò a insospettirsi, pensando quindi che o era stata una donna a uccidere il povero Stephan o era stato il capo-reparto aiutato da una donna, ma da chi?
Mentre stava uscendo dall'ospedale, la signorina Kate lo fermò e gli chiese: "Signor Robinson, perché lei ha il mio rossetto?" e lui rispose: "L'ho trovato nel bagno del morto e lo volevo esaminare meglio, ma ora so chi è il proprietario. Comunque, cosa ci faceva il suo rossetto nel bagno?". La donna non sapeva più cosa dire o cosa fare, strappò di mano a Louis la busta contenete il rossetto e scappò via; lui cercò di rincorrerla ma, uscito dall'ospedale, non sapeva più dove dirigersi e decise di andare a casa per poi tornare il giorno dopo, quando avrebbe sicuramente incontrato l'infermiera e le avrebbe chiesto il motivo della sua fuga improvvisa.
Tornò a casa molto stanco, non mangiò neanche cena e si sdraiò sul letto.
Si svegliò che erano le 9.30, si vestì e andò all'ospedale perché sapeva che Kate aveva il primo turno.
Arrivò ma non la vide; allora chiese informazioni ad altre infermiere: "Sapete per caso dov'è la signorina Walcott?" e loro risposero: "Oggi è stata a casa perché ha telefonato e ha detto che aveva la febbre." "Vi ringrazio, passerò poi domani, ma mi potreste solo dare il suo indirizzo?" chiese Louis e una rispose: "Via della Regina, numero 22".
"Grazie mille, arrivederci" e così l'investigatore prese un taxi e andò lì.
Bussò e Kate aprì subito la porta; Louis chiese: " Perché ieri è scappata in fretta, signora, quando ha visto che avevo il suo rossetto in mano?" e lei ribattè: "Per prima cosa, iniziamo a darci del tu, io sono Kate e tu?", "Io sono l'ispettore Louis, che fa parte del dipartimento di polizia di Londra...comunque non hai ancora risposto alla mia domanda, perché ieri sei scappata in quello strano modo?". Kate rispose: "Ti devo dire una cosa, lo ammetto, sono stata io a uccidere il signor Stephan Deville. L'ho ucciso perché avevamo avuto una storia d'amore quando lui era già sposato, ma per me era diventata più di una scappatella, invece lui voleva che finisse e che ci mettessimo una pietra sopra. Io questo non lo potevo accettare, allora, quando ho saputo che era all'ospedale, ho chiesto se c'era un posto libero da infermiera in modo da fargli pagare quello che mi aveva fatto in passato."
Louis non sapeva più cosa dire ma poi le chiese: "Allora perché volevi incolpare il tuo capo-reparto Jackson?" e lei gli rispose: "Perché pochi mesi fa è morto mio padre per un tumore al cervello. Io e la mia famiglia avevamo deciso di portarlo in questo ospedale, sperando che gli trovassero qualcosa e poi lo operassero; ma non hanno fatto niente di tutto questo e mio padre ci ha lasciati e dal quel giorno io ho sempre odiato profondamente il signor Jackson. Quando sono andata in quell'ospedale e ho visto che c'era ancora lui come capo-reparto, ho pensato che mi potevo liberare contemporaneamente sia di Stephan sia del mio odiato capo-reparto". E così finì la mattinata con Louis che mangiò da Kate e poi tornò a casa a riposare.
Nel pomeriggio l'investigatore andò al dipartimento di polizia con Kate che confessò tutto l'accaduto e così Jackson fu scagionato e potè tornare al lavoro, mentre Kate dovette rimanere in carcere per 2 anni e 5 mesi. L'indagatore Louis, invece, tornò a casa e si potè godere finalmente un meritato riposo, sempre con il suo solito sigaro in bocca.


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