lunedì 9 aprile 2012

L'Europa ex comunista (prima parte)









La rivoluzione americana (sintesi)


Le colonie americane erano un gigantesco affare per l'Inghilterra, grazie ai proventi delle tasse e del commercio triangolare. Così l’Inghilterra si impegnò in una lunga guerra contro la Francia (guerra dei Sette Anni) per il controllo delle colonie americane.
L'Inghilterra, per rimettere in ordine le finanze dissestate dalla guerra, decide di aumentare le tasse alle colonie americane, ma gli americani rifiutano di pagare invocando il principio “no taxation without representation” (“nessuna tassa senza rappresentanti in Parlamento”). Per protesta, nel 1773 a Boston, gli americani assaltano una nave inglese e gettano in mare tutto il carico di tè. L’Inghilterra reagisce mettendo la città sotto custodia dell’esercito.
Le colonie americane allora si ribellano apertamente organizzando un loro esercito, con a capo George Washington. Nel 1776 Thomas Jefferson scrive la Dichiarazione d'Indipendenza, in cui viene affermato il principio fondamentale dell’uguaglianza alla nascita di tutti i cittadini.

Dopo la vittoria contro l’Inghilterra, le 13 colonie inglesi d’America diedero origine agli Stati Uniti d’America (United States of America), la cui forma di governo fu quella di una repubblica democratica federale, la prima grande repubblica democratica moderna. Infatti hanno diritto di voto tutti i cittadini maschi adulti. Rimangono esclusi dal diritto di voto le donne e gli schiavi.