venerdì 28 settembre 2012

Introduzione

Un cittadino italiano al giorno d'oggi deve imparare ad essere anche un buon cittadino europeo e del mondo, quindi a cooperare al bene comune, cioè di tutti e anche per le generazioni future.
I cittadini italiani fanno parte della Repubblica italiana, la cui legge fondamentale è la costituzione. La Repubblica italiana è nata dopo la 2^ guerra mondiale, quando finì il fascismo. Lo stato italiano però era già nato nel 1861 sotto la monarchia dei Savoia.
La Repubblica italiana non è una repubblica federale, ma riconosce una certa autonomia alle 20 regioni che ne fanno parte. Il fatto che l'Italia sia una repubblica democratica significa che la sovranità non appartiene a un re o una regina, ma al popolo.
La costituzione italiana riconosce i diritti umani fondamentali, cioè la parità tra uomo e donna, l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, la libertà di coscienza. Essa chiede però al cittadino il dovere di cooperare al bene comune, ovvero al benessere pubblico.

Gli stessi diritti sono stabiliti dalla costituzione europea. Infatti l'Italia fa parte, insieme ad altri 26 paesi, dell'Unione Europea.
Anche l'ONU, che comprende quasi tutti i circa 200 paesi del mondo, ha proclamato la "Dichiarazione universale dei diritti umani" e protegge inoltre la pace e il patrimonio culturale e ambientale dell'umanità (UNESCO).
Sofia Papantuono

Restaurazione e primi moti risorgimentali


La Restaurazione è il periodo della storia europea che inizia con il Congresso di Vienna, quando le potenze vincitrici contro Napoleone (Inghilterra, Austria, Prussia, Russia) intendono riportare l’Europa alla situazione precedente la rivoluzione francese.
Il Congresso di Vienna si svolse in massima parte nel 1815, dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo. I principi cui si ispirarono le potenze vincitrici furono essenzialmente due: equilibrio e legittimità. Il principio di equilibrio significa che nessuna potenza doveva più prevalere sulle altre in Europa. Quello di legittimità  che sui troni europei dovevano tornare le vecchie dinastie abbattute dalla rivoluzione francese e da Napoleone.
Per conservare in Europa l’ordine imposto dal Congresso di Vienna, Austria, Prussia e Russia formarono la Santa Alleanza, con l’impegno di intervenire con l’esercito contro chiunque cercasse di modificare l’ordine stabilito.
Dopo il Congresso, l’Italia risultò nuovamente divisa in numerosi staterelli, tra cui i principali erano:
1.     il Regno di Sardegna, con capitale Torino, governato dalla dinastia dei Savoia
2.     il Lombardo-Veneto, direttamente sottomesso all’impero austriaco degli Asburgo
3.     il Granducato di Toscana, con capitale Firenze, governato dagli Asburgo-Lorena
4.     lo Stato Pontificio, governato dal papa
5.     il Regno delle Due Sicilie, con capitale Napoli, governato dai Borbone


A pochi anni dalla fine del Congresso, tuttavia, ripresero, a partire dagli anni 1820-30, i tentativi rivoluzionari miranti ad abbattere le monarchie assolute per ottenere nei vari stati europei dei regimi costituzionali. Si parla in proposito di “moti liberali”.
Alcuni liberali e patrioti italiani si organizzarono in una società segreta, la Carboneria, che lottava per un’Italia unita e indipendente sotto una monarchia costituzionale. Ma i suoi tentativi insurrezionali furono un fallimento.
Della Carboneria fece parte in un primo momento anche Giuseppe Mazzini, che poi ne uscì per fondare la “Giovine Italia”, con l’obiettivo di coinvolgere tutto il popolo italiano nella rivolta, a combattere per la repubblica e la sovranità popolare.


Tabella coordinate

CONGIUNZIONI
COORDINATE
e né neanche neppure
copulative
o oppure ovvero
disgiuntive
ma però eppure tuttavia
avversative
cioè ossia infatti
esplicative
perciò dunque pertanto quindi
conclusive
e … e, o … o, non solo … ma anche, ora … ora, sia … sia, né … né
correlative

"Le Ultime lettere di Jacopo Ortis" di Ugo Foscolo


Il romanzo si ispira alla doppia delusione avuta dal Foscolo nell’amore per Isabella Roncioni che gli fu impossibile sposare e per la patria, ceduta da Napoleone all’Austria in seguito al Trattato di Campoformio. Il romanzo ha, quindi, chiari riferimenti autobiografici.

Trama.

Jacopo Ortis, il cui nome è nelle liste di proscrizione, dopo aver assistito al sacrificio della sua patria si ritira, triste e inconsolabile, sui colli Euganei dove vive in solitudine e scrivendo al suo amico, trattenendosi a volte con il curato, con il medico e con altre persone buone e leggendo ad essi e ai contadini che si affollano intorno a lui le "Vite" di Plutarco.
Jacopo conosce il signor T. che è il padre di Teresa, Odoardo, che è il promesso sposo della figlia, e poi Teresa e la sua piccola sorella Isabellina e ne comincia a frequentare la casa. È questa, per Jacopo, che è sempre tormentato dal pensiero della sua patria schiava e infelice, una delle poche consolazioni.
Un giorno di festa aiuta i contadini a trapiantare i pini sul monte, commosso e pieno di malinconia, un altro giorno con Teresa e i suoi visita il sepolcro del Petrarca ad Arquà. I giorni trascorrono e Jacopo sente che il suo amore impossibile per Teresa diventa sempre più grande.
Jacopo viene a sapere dalla stessa Teresa che essa è infelice perché non ama Odoardo al quale il padre l'ha promessa in sposa per calcolo, nonostante l'opposizione della madre che ha perciò abbandonato la famiglia.
Ai primi di dicembre Jacopo si reca a Padova, dove si è riaperta l'Università. Conosce le dame del bel mondo, trova i falsi amici, s’annoia, si tormenta e, dopo due mesi, ritorna da Teresa.
Odoardo è partito ed egli riprende i dolci colloqui con Teresa e sente che solo lei, se lo potesse sposare, potrebbe dargli la felicità. Ma il destino ha scritto: "l’uomo sarà infelice" e questo Jacopo ripete tracciando la storia di Lauretta, una fanciulla infelice, nelle cui braccia è morto il fidanzato ed i genitori della quale sono dovuti fuggire dalla patria.
I giorni passano nella contemplazione degli spettacoli della natura e nell’amore di Jacopo e Teresa, i quali si baceranno per la prima e unica volta in tutto il romanzo. Sente che lontano da lei è come essere in una tomba ed invoca l’aiuto della divinità. Si ammala e, al padre di Teresa che lo va a trovare, rivela il suo amore per la figlia.
Appena può lasciare il letto scrive una lettera d’addio a Teresa e parte. Si reca a Ferrara, Bologna, Firenze, Milano, portandosi sempre dietro l’immagine di Teresa e sentendosi sempre più infelice e disperato. Vorrebbe fare qualcosa per la sua infelice patria ma il Parini, con il quale ha un ardente colloquio, lo dissuade da inutili atti d’audacia. Inquieto e senza pace decide di andare in Francia ma, arrivato a Nizza, si pente e ritorna indietro. Quando viene a sapere che Teresa si è sposata sente che per lui la vita non ha più senso. Ritorna ai colli Euganei per rivedere Teresa, va a Venezia per riabbracciare la madre, poi ancora ai colli e qui, dopo aver scritto una lettera a Teresa e l'ultima all'amico Lorenzo Alderani, si uccide, piantandosi un pugnale nel cuore.

"In morte del fratello Giovanni" di Ugo Foscolo


Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo
di gente in gente, me vedrai seduto
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de' tuoi gentil anni caduto.
La Madre or sol suo dì tardo traendo
parla di me col tuo cenere muto,
ma io deluse a voi le palme tendo
e sol da lunge i miei tetti saluto.
Sento gli avversi numi, e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta,
e prego anch'io nel tuo porto quiete.
Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, almen le ossa rendete
allora al petto della madre mesta.


"Alla sera" di Ugo Foscolo


Forse perché della fatal quïete
Tu sei l'imago a me sì cara vieni
O sera! E quando ti corteggian liete
Le nubi estive e i zeffiri sereni,
E quando dal nevoso aere inquïete
Tenebre e lunghe all'universo meni
Sempre scendi invocata, e le secrete
Vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
Delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
Quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.


giovedì 13 settembre 2012

Cittadinanza italiana


  1. Che cos’è  la costituzione ?
  2. Che cosa significa che l’Italia è una repubblica ?
  3. Che cosa garantisce e riconosce la repubblica ?
  4. Quali sono questi diritti ?
  5. Quale dovere ha ognuno di noi come cittadino ?
  6. Quando è nata la repubblica italiana ?
  7. Contro quale regime è stata scritta la costituzione ?
  8. Quando è nato lo stato italiano e con quale forma di governo ?

lunedì 10 settembre 2012

Struttura dei moduli


·         Schemi introduttivi
·         Letture (in classe e a casa)
·         Discussione delle letture
·         Spiegazione (appunti)
·         Stesura delle domande di comprensione
·         Discussione e selezione delle domande
·         Pubblicazione delle domande su Internet
·         Revisione degli schemi introduttivi
·         Pubblicazione degli schemi su Internet
·         Test a risposta multipla
o   Si replica per ogni unità
·         Stesura collettiva del testo di sintesi del modulo
·         Correzione e copiatura in bella
·         Pubblicazione della sintesi su Internet
·         Cloze test
·         Interrogazione 

Introduzione (esame 2013)


·         La costituzione italiana
§  Sintesi della storia dello stato italiano
§  Le regioni della repubblica italiana
·         La costituzione europea
§  Gli stati dell’unione europea
·         Dichiarazione universale dei diritti umani
§  ONU (difesa della pace)
§  UNESCO (difesa del patrimonio culturale e ambientale)
·         Sintesi  della storia mondiale

Programma d'esame 2013


2.       Foscolo
3.       Leopardi
4.       Manzoni
5.       La spedizione dei Mille
6.       Americhe
8.       Africa
9.       La prima guerra mondiale
10.   Fascismo