domenica 20 dicembre 2015

Uomini contro (di Nicola Russiello)

Abbiamo visto il film "UOMINI CONTRO" di Francesco Rosi, tratto dal romanzo “UN ANNO SULL' ALTOPIANO” di Emilio Lussu. Il film parla della prima guerra mondiale ed è ambientato sul Carso, sul fronte italo-austriaco dove si è combattuto a lungo.
Il film è antimilitarista e vuole dimostrare che la guerra è un' inutile strage. Racconta del tenente Sassu , un giovane ufficiale che si è arruolato volontario per difendere il suo paese, ma poi si rende conto che la guerra porta solo morte e niente più.
All'inizio del film, un soldato semplice italiano, mentre avanza con i suoi compagni verso la cima di una collina da riconquistare, nota due mitragliatrici austriache puntate verso di loro. Senza pensarci su, dà l'ordine di fermarsi. Il generale Leone, a capo della divisione, non accetta che un semplice soldato si permetta di dare un ordine che spetta ad un ufficiale e quindi ordina di fucilarlo. Il plotone d'esecuzione è pronto ma il tenente Ottolenghi, incaricato di eseguire l'ordine, con uno stratagemma salva la vita al giovane soldato.


soldati incominciano a non vedere di buon occhio il generale perché si rendono conto che a lui non importa nulla di loro ma solo di vincere la guerra e di avere fama. Un paio di giorni dopo il generale Leone cade da un mulo e viene aiutato a rialzarsi da un soldato che poi viene picchiato dai suoi compagni perché lo ha aiutato.
II generale Leone obbliga i suoi soldati, per dimostrarsi coraggiosi, a fare cose che portano a morte certa; li espone al fuoco nemico anche senza motivo. Un giovane caporale viene ucciso inutilmente e anche un tenente trova la morte mentre taglia il filo spinato per creare un varco da cui passare per attaccare il nemico. Ormai quasi tutti i soldati odiano il generale, desiderano la sua morte e cercano in tutti i modi di esporlo al fuoco nemico. Nelle trincee italiane c'erano delle feritoie da cui poter sparare e controllare il nemico. Una però era tenuta costantemente sotto tiro da un cecchino austriaco che non sbagliava un colpo, così il tenente Sassu ha l'idea di far avvicinare il generale Leone a quella feritoia con la speranza che il cecchino lo colpisca: questo però non avviene.
Qualche giorno dopo arrivano delle nuove armature che secondo il generale Leone possono resistere ai proiettili ma in realtà non valgono niente.


I soldati vengono mandati allo sbaraglio contro gli austriaci. Il tenente Ottolenghi urla che i veri nemici non sono davanti a loro ma dietro le loro spalle: sono i generali che li mandano a morire. Improvvisamente dalla parte italiana una mitragliatrice colpisce Ottolenghi uccidendolo.


Molti soldati stanchi di combattere si provocano delle ferite ma la maggior parte di loro viene scoperta e condotta in prigione. Molti disertori scappano verso il nemico austriaco cercando aiuto.
I soldati ormai sono stanchi di veder morire inutilmente i compagni, si ribellano agli ordini folli dei loro comandanti e cercano di scappare. Un maggiore vuole far pagare ai soldati la colpa dell'ammutinamento e ordina di prendere a caso un militare su dieci militari e di fucilarli (decimazione). I soldati incaricati di sparare si rifiutano di farlo così il maggiore spara con la sua pistola e uccide alcuni condannati prima di venire ucciso a sua volta dai soldati del plotone.
Alla fine anche il tenente Sassu viene fucilato perché ritenuto colpevole di non aver impedito l'uccisione del maggiore da parte del plotone di esecuzione che comandava.