Irene Némirovsky
I CANI E I LUPI
“I cani e i lupi” è
un titolo molto significativo, infatti il nome cani si riferisce agli ebrei ricchi, invece i lupi selvatici simboleggiano
le famiglie ebree povere.
Irene Némirovsky, nata a Kiev, era un'ebrea russa.
La protagonista del romanzo è infatti un'ebrea russa di 8 anni e di nome Ada. Ada viveva in un quartiere
chiamato ghetto. Lei e tutto il quartiere avevano paura di due “incubi” reali: il colera, una malattia
infettiva, che ti fa venire tantissima diarrea e quindi, se non curata, porta spesso alla morte. L'altro
pericolo era un assalto improvviso chiamato pogrom. Chi lo faceva erano dei soldati chiamati
cosacchi, che senza preavviso attaccavano i quartieri ebrei più poveri. Facevano questo per soldi
oppure semplicemente perché erano ubriachi.
Quando iniziò
il pogrom, la gente si rifugiava in casa per paura di
essere uccisa. I cosacchi iniziarono a prendere sassi e a buttarli contro finestre e case. Ada
aveva un cuginetto, Ben. I due spaventati si rifugiarono su in soffitta, in
un
vecchio baule, dove passeranno giorni e giorni nascosti. Ciechi dalla fame,
trovano due noci brutte e nere. Quando le mangiarono erano amarissime, ma le mangiarono lo
stesso talmente avevano fame.
Quando la situazione sembra calmarsi, escono dal baule e iniziano a correre
verso la parte ricca della città, la parte "ALTA", da
un loro lontano cugino. Quando arrivarono al cancello d'ingresso della villa, una
serva li vede e quasi si spaventa talmente erano sporchi, con i vestiti strappati
e puzzolenti e addirittura Ben aveva una ferita al ginocchio. Quando chiese chi
erano, loro risposero di essere parenti del padrone di casa.
Entrati di soppiatto, corsero verso la sala da pranzo dove
la famiglia Sinner era raccolta per fare la prima colazione. Dando
un'occhiata alla casa, notarono quanta ricchezza potevano avere dalle tende rosse damascate. Quando si accorsero dei due,
rimasero scioccati da come erano ridotti che quando si avvicinarono alla madre
quasi non voleva che si avvicinassero.
Quando Ben racconta l'accaduto, esagera di molto; racconta
di donne sventrate e sangue da tutte le parti,
prendendoci pure gusto a raccontare. La madre ordina alla serva di mandarli
immediatamente in cucina a mangiare.
Dopo arrivò il nonno, il capo famiglia, che intenerendosi, accompagna i due nel suo studio dove fa preparare loro
un tavolino dove loro potranno comodamente rilassarsi e mangiare in pace.
ANDREA ZUCCALA'
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