Le mie vacanze di Natale le ho passate in Basilicata, a casa di mia nonna, la madre di mio padre.
Siamo partiti il 23 Dicembre di mattina e siamo arrivati di pomeriggio. Mia nonna abita in un paesino, in un quartiere di stile vecchio, cioè le case sono molto basse, fatte in pietra e tutte attaccate una all’altra. Le strade sono molto strette, fatte tutte di salite e discese, e sono poco asfaltate.
Giù le abitudini di vita sono molto diverse dalle nostre, per esempio si pranza dopo le 2:00 e si va a letto molto tardi. Io passavo le giornate insieme ai miei cugini, giocando e uscendo. Una cosa che non mi è piaciuta molto è che ho visto poche case con le luci di Natale e pochi alberi di Natale; sembrava che la gente non avesse voglia di festeggiarlo, perché anche lì non c’è più lavoro. Il pomeriggio, visto che si pranzava tardi, dopo si giocava a tombola e cucù: fortunatamente ho vinto qualche soldo.
Il giorno di Natale lo abbiamo passato in famiglia a casa di mia nonna, e così è stato pure per la viglilia. Abbiamo mangiato dalle 3:15 alle 5:30 ed era tutto a base di pesce.
Invece a capodanno eravamo sempre in famiglia, però a casa di mia zia. A mezzanotte abbiamo brindato a poi subito abbiamo fatto scoppiare i petardi.
Poi abbiamo aperto il discorso sull’Epifania, e i miei parenti ci hanno raccontato una leggenda in merito a questa festa. Nell’antichità si credeva che il 1° novembre tutte le anime dei defunti escono dal cimitero e vagano per la città fino al giorno dell’Epifania, che essendo l’ultima festa, hanno l’obbligo di rientrare entro la mezzanotte. Le famiglie dei defunti lasciano le tavole apparecchiate perché si dice che i defunti prima di rientrare al cimitero passino dalle case dei loro cari.
Ma questo è solo un vecchio detto.
Il 3 gennaio siamo tornati a casa a Torino.
Giù le abitudini di vita sono molto diverse dalle nostre, per esempio si pranza dopo le 2:00 e si va a letto molto tardi. Io passavo le giornate insieme ai miei cugini, giocando e uscendo. Una cosa che non mi è piaciuta molto è che ho visto poche case con le luci di Natale e pochi alberi di Natale; sembrava che la gente non avesse voglia di festeggiarlo, perché anche lì non c’è più lavoro. Il pomeriggio, visto che si pranzava tardi, dopo si giocava a tombola e cucù: fortunatamente ho vinto qualche soldo.
Il giorno di Natale lo abbiamo passato in famiglia a casa di mia nonna, e così è stato pure per la viglilia. Abbiamo mangiato dalle 3:15 alle 5:30 ed era tutto a base di pesce.
Invece a capodanno eravamo sempre in famiglia, però a casa di mia zia. A mezzanotte abbiamo brindato a poi subito abbiamo fatto scoppiare i petardi.
Poi abbiamo aperto il discorso sull’Epifania, e i miei parenti ci hanno raccontato una leggenda in merito a questa festa. Nell’antichità si credeva che il 1° novembre tutte le anime dei defunti escono dal cimitero e vagano per la città fino al giorno dell’Epifania, che essendo l’ultima festa, hanno l’obbligo di rientrare entro la mezzanotte. Le famiglie dei defunti lasciano le tavole apparecchiate perché si dice che i defunti prima di rientrare al cimitero passino dalle case dei loro cari.
Ma questo è solo un vecchio detto.
Il 3 gennaio siamo tornati a casa a Torino.
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