Vita e opere
Nasce a Milano nel 1785 dal conte Pietro e da
Giulia Beccaria, la figlia di Cesare Beccaria. Nel 1805 raggiunge la madre che
vive a Parigi e abbraccia di nuovo la religione cattolica che aveva abbandonato
quando era ragazzo. Alessandro muore a Milano nel 1873 e il compositore
Giuseppe Verdi, nel primo anniversario della sua morte, gli dedica la sua “Messa
da Requiem”.
Alessandro Manzoni, prima di scrivere “I promessi
sposi” che leggiamo ancora adesso, ne ha scritto due versioni, “Fermo e Lucia”,
nel 1820, e gli “Sposi promessi”. Non ancora contento a causa dell’influenza
del dialetto lombardo, si trasferisce a Firenze a “lavare i panni in Arno” per
adeguarsi al fiorentino, considerato la forma più corretta della lingua
italiana. La lingua della versione definitiva diventò il modello dell’italiano
scritto contemporaneo.
“I promessi sposi” sono innanzitutto un romanzo
storico. La vicenda narrata da Manzoni si svolge tra la fine del 1628 e
l'autunno del 1630, sulle rive del lago di Como nel ducato di Milano. Nell'introduzione
al romanzo Manzoni afferma di aver ritrovato un antico manoscritto anonimo in
cui vengono narrate le avventure di Renzo e Lucia e di essersi limitato a trascriverlo
in una lingua più moderna. Manzoni ambienta il romanzo in un’epoca in cui
Milano era soggetta agli Spagnoli perché vuole propagandare la necessità per
gli italiani di combattere per una patria libera e indipendente.
Al contrario di Leopardi, per cui nei cieli c’è
solo un “infinito silenzio”, per Manzoni la provvidenza divina interviene in
ogni momento nella vita dell’uomo, anche se in modi che non sempre appaiono
comprensibili. Alla fine, comunque, i buoni saranno premiati e i cattivi
puniti.
I Promessi Sposi (trama)
In un paese nei pressi del lago di Como, don
Abbondio ha una brutta sorpresa: a un bivio lo attendono due bravi, che per
ordine di don Rodrigo, il signorotto del paese, gli impongono di non celebrare
il matrimonio tra Renzo Tramaglio e Lucia Mondella, minacciandolo di morte.
Il giorno successivo Renzo si presenta a casa del
curato, che con una scusa riesce a rimandare il matrimonio di quindici giorni. Infuriato
Renzo si dirige da Lucia, e la ragazza gli rivela di essere stata in precedenza
infastidita da don Rodrigo. Giunge a casa della ragazza padre Cristoforo, il frate
decide di affrontare don Rodrigo, questi reagisce alle sue richieste
minacciandolo e scacciandolo con violenza.
Agnese, la madre di Lucia, propone ai due giovani
di presentarsi da don Abbondio senza preavviso e di sposarsi davanti a lui. La ragazza
si trova con la madre, Renzo e i due testimoni davanti alla casa di don Abbondio.
Ma al momento di pronunciare la formula matrimoniale Lucia si confonde, dando
al parroco la possibilità di chiedere aiuto.
Padre Cristoforo suggerisce ai giovani di fuggire.
Lucia trova rifugio in un convento, Renzo va a Milano. In città però il giovane
si trova coinvolto in una delle rivolte causate dalla carestia. Renzo sfugge all'arresto
e di corsa si allontana da Milano diretto a Bergamo da suo cugino Bortolo.
Scoperto il luogo dove si nasconde Lucia Don Rodrigo si rivolge all'innominato,
un criminale potentissimo e intoccabile, per rapire la ragazza. Uno degli uomini
dell'innominato convince la monaca di Monza a far uscire dal convento la
fanciulla,che viene rapita e condotta al castello dell’innominato. Qui la
terrorizzata Lucia supplica l’innominato di liberarla e fa voto alla Madonna di
non sposarsi se uscirà viva da quella terribile situazione. Dopo un lungo
colloquio con un vescovo, l'innominato cambia vita e decide di liberare Lucia.
Il passaggio dei soldati lascia nel territorio
un'altra terribile conseguenza: la peste. Ben presto la peste colpisce decine
di migliaia di persone che vengono portate dai monatti al lazzaretto; in città
si diffonde la credenza superstiziosa che la malattia sia causata dagli untori.
Il morbo contagia anche Don Rodrigo, che viene condotto al lazzaretto di Milano,
e Renzo, che appena guarito decide di andare alla ricerca di Lucia. Giunto in
città, scorge ovunque le tracce dell'epidemia e viene a sapere che anche Lucia
è stata contagiata; scambiato per un untore, si salva dalla furia della folla saltando
su un carro di monatti che lo portano al lazzaretto.
Lì incontra padre Cristoforo impegnato
all'assistenza agli appestati, che gli mostra Don Rodrigo agonizzante. A questo
punto Renzo si mette alla ricerca di Lucia che trova, convalescente ma ancora
viva, mentre accudisce una vedova. La fanciulla gli spiega il motivo per cui
non può più sposarlo e lui torna disperato da padre Cristoforo informandolo dell'accaduto!
Il frate interviene subito e scioglie Lucia dal voto. Don Abbondio si offre di
celebrare il matrimonio dei due giovani che subito dopo le nozze si
trasferiscono con Agnese nel Bergamasco, dove Renzo acquista un filatoio.
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