lunedì 10 giugno 2013

La mafia: un problema secolare

Uno dei primi problemi che si presentano appena dopo l’ Unità d’ Italia fu il brigantaggio, nelle regioni del sud; ciò vuol dire che lo Stato non riusciva a controllare il territorio fin da allora.
Oggi al posto del brigantaggio c’è la “Mafia” che controlla i territori e le attività economiche. 100 anni dopo, nel 1961, l’ Italia attraversa un periodo di ricostruzione. In questi anni l’ Italia ha un boom economico, l’ Italia diventa la quinta potenza economica mondiale. Nonostante questa grande crescita economica la mafia rimane un problema persistente in gran parte del sud Italia.
Alla fine della seconda guerra mondiale, in Italia ci fu una grandissima emigrazione interna, molti contadini si trasferiscono dal sud al nord, dalle campagne alle città. La gente si trasferisce soprattutto nel triangolo industriale (Torino, Milano e Genova). L’ Italia si modernizza e adotta un modello di vita americano (società dei consumi), tutti possono permettersi un’auto o una televisione. Un chiaro segno della modernizzazione dell’ Italia fu l’ emancipazione delle donne. Le donne entrano nel mondo del lavoro e se vengono maltrattate possono separarsi dal marito.
Però nonostante la sua industrializzazione l’ Italia continua ad avere un problema: la Mafia. La Mafia controlla l’edilizia, fa pagare il pizzo per aprire i negozi e controlla il giro della droga. La Mafia è spesso nascosta dietro una maschera che può farli sembrare dei signori per bene, molti di questi signori investono i “soldi sporchi” in centri commerciali e tante attività finanziarie.
A proposito della mafia abbiamo visto un film ispirato ad una storia vera, “Alla luce del sole”. Questo film parla di un prete, Don Puglisi, che combatte contro la mafia e vuole costruire un oratorio per i bambini a Brancaccio, il suo quartiere.


L’altro protagonista di questo film è un ragazzo, figlio di un mafioso, che aiuta il don, ma poi il padre lo picchia a sangue perché non vuole che torni all’ oratorio.
Nel frattempo il prete chiede aiuto al vescovo che gli manda due suore e chiede aiuto anche ai ragazzi a cui insegnava. Così riesce a fare un oratorio e a togliere molti bambini dalla strada.



Alla fine, dopo molte minacce da parte dei mafiosi, Don Puglisi viene ucciso, ma non muore sul colpo, quindi poteva essere ancora salvato, ma molte persone gli passano accanto, come se lui non ci fosse, senza prestare soccorso per paura dei mafiosi.


Un altro film che abbiamo visto è “I cento passi”. Il protagonista è Giuseppe Impastato, che nella prima scena si vede mentre recita un poesia alla sua famiglia di mafiosi.
Uno zio di Giuseppe era il capo mafia del suo paese ma suo cugino Tano lo fa saltare in aria per prenderne il posto.
Dopo la morte dello zio, Giuseppe, anche detto Peppino, inizia a frequentare un pittore comunista. In pochi anni Peppino diventa un comunista a tutti gli effetti, inizia a fare delle proteste e a denunciare la mafia e alla fine decide di fondare una radio insieme a dei suoi amici; la chiamano radio Aut. Con la radio Peppino inizia a insultare i mafiosi e a prendersela con Tano.
Allora il padre cerca in tutti i modi di far smettere il figlio perché ha paura che lo uccidano, allora va in America a cercare protezione . Nonostante questo il padre viene ucciso in un falso incidente e al funerale Peppino si rifiuta di stringer la mano ai mafiosi.
L’ultimo episodio è quando uccidono Peppino facendo finta sia stato un incidente. Alla fine si vede una marea di gente che protesta contro i mafiosi a favore di Peppino.

L’episodio più clamoroso della lotta tra mafia e lo stato è la morte dei giudici Borsellino e Falcone, che facevano parte del Pool Anti Mafia, che ha portato alla carcerazione di centinaia di mafiosi.


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