La luce abbagliante del sole filtrava dalla finestra del mio albero casa. Quel bagliore s' intensificava sempre di più e così mi svegliai. Erano le 8:30 di una bella giornata di luglio ed era sabato. Io mi chiamo Isabella, ma tutti mi chiamavano bella, allora avevo 13 anni, ero alta e magra, I miei occhi erano verdi ed emanavano un'intensa voglia di vivere, le mie labbra erano rosse, il mio naso era piccino e all'insù, ma la cosa che preferivo di me erano i miei capelli rosso fuoco: Erano lunghi e ricci ed esprimevano tutta la forza che c'era in me.
Avevo un "piccolo" animale domestico che mi teneva sempre compagnia, si chiamava Mike, era un cucciolo di draghetto di colore blu elettrico. Era simpatico e buffo, mi faceva sempre ridere, ma soprattutto mi accompagnava sempre nelle mie strambe e talvolta pericolose avventure.
Io e Mike, quella mattina facemmo colazione con cappuccino, crêpes e croissant alla francese, e partimmo all' avventura.
Mi avventrai nel bosco e iniziai a camminare con Mike che che mi seguiva buttando giù qua e la qualche albero.
Dopo due ore di viaggio e ero già abbastanza stanca allora ci accampammo all'ombra di un salice e mangiammo qualche panino, ma mentre stavo per addentare l'ultimo boccone udii un lamento, un gemito da far raggelare il sangue... La paura prese il controllo su di me, saltai quindi in groppa a Mike che partì subito verso l'immenso cielo azzurro, quasi a toccare il sole rovente.
Atterrerai precipitosamente sull'erba 10 minuti dopo, ma quello che vidi mi stupì: davanti a me due orsi in armatura avevano catturato un ragazzo che sembrava avere la mia età, ma quegli orsi non mi convincevano... Non erano orsi! Avevano il corpo d'uomo e la testa d'orso; avevano una muscolatura da palestrati che si vedeva dai polsi e da una parte degli avambracci.
Ordinai subito a Mike di sputare fuoco che ustionò i due orsi uomini e aprì un varco sotto i nostri piedi e finimmo in un labirinto sconosciuto.
Quel ragazzo diventò subito amico mio e di Mike e finì anche lui insieme a noi in quello strano labirinto.
Era bellissimo: aveva i capelli anche lui rossi come me e gli occhi verde smeraldo ed era alto un'po' più di me. Si chiamava Jason. In effetti la somiglianza tra noi era notevole, ma non sapevo perché...
Fortunatamente avevo portato un filo di spago per pura coincidenza: un po' come Arianna che aveva dato al suo grande amore il filo di spago per farlo uscire dal labirinto di Cnosso dopo aver sconfitto il minotauro.
Diedi il mio filo di spago a Jason che lo srotolava man mano che camminava, ma a un certo punto, da estate rovente che era, iniziò come per magia a diventare a autunno, il vento freddo mi gelava le braccia e le spalle scoperte e ad un tratto iniziò a piovere, e poi a nevicare.
Avevo un freddo pazzesco, stavo letteralmente congelando. Jason aveva stranamente una giacca pesante addosso e nel vedermi così pallida e freddolosa me la porse. Accettai volentieri. Dopo parecchie ore stava tornando la primavera...
Da lontano scorsi un esercito di topi enormi davanti ha un gran castello.
Jason mi aveva detto che in quel castello stavano le forze maligne che si erano impossessate della città e che dovevamo sconfiggere.
Stranamente muovendo il braccio, dalla mia mano partì un fulmine che sgretolò uno dei topi dell'esercito, lo feci altre volte e dalle mie mani partirono una miriade di fulmini dai colori dell'arcobaleno.
Entrai nel castello, ma era vuoto allora ci recammo nelle segrete... Lí vidi miei genitori ridotti pelle e ossa. Scheletrici com' erano mi fecero un'impressione tale che piansi a dirotto.
Jason mi abbracciò così la smisi di piangere.
Mossi di nuovo la mano e un lampo rosa shocking ruppe le sbarre della cella dei miei e subito dopo liberai gli altri.
Quando ebbi finito di liberare tutti arrivo un gorillopardo.
Ordinai a Mike di sparare fuoco, ma il gorillopardo non fece una piega, lanciai un lampo colorato ma non successe di nuovo nulla. Allora tutti ci demmo la mano e formammo un cerchio. Ognuno di noi aveva un potere preciso, c'era chi sapeva di averlo, chi non lo sapeva, ma tutti con la forza dell'amore e dell'amicizia abbiamo lanciato un raggio dei colori dell'arcobaleno che sconfisse il gorillopardo.
Tornammo tutti a casa felici di aver liberato Serpente Ricurvo, tutti tranne Jason che era orfano. Ospitai nel mio albero casa a vivere con noi Jason e ne fu molto felice.
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