martedì 27 gennaio 2015

Horror Spirit (Alice Antonucci)

Stavo tornando a casa dal mio solito allenamento di pallavolo.


Sono le 20.30 ed io, Francesca Pecora,
sono ancora in mezzo ai boschi per cercare la mia bellissima villetta in fondo al vicolo. Cammino quando ad un tratto mi inciampo in una grossa pietra: <<Ahia>> grido e sento solo il rimbombo della mia voce. Mi guardo il piede, lo scopro e quando lo scopro trovo una grossa ferita. Mi rialzo e mi riavvio verso casa. Ad un tratto sento, no anzi scorgo tra gli alberi uno presenza, che non sembra umana… mi spavento e inizio a correre, corro anche se la ferita mi brucia. Vedo la mia casa a pochi metri, ma c’è qualcosa che mi offusca la vista: sembra…no anzi è uno spirito… provo a toccarlo, ma la mano trapassa attraverso il suo corpo. Inizio a gridare e mi accorgo che non sto risolvendo niente, allora smetto. Alzo la testa per controllare se era vero e vedo un’ombra bianca, che ha vestiti strappati e che a un certo punto mi dice: <<Vieni da me Francy, vieni da me piccola mia!!>>

 

Ho i brividi, riesco a malapena a respirare… recupero la mia borsa caduta a terra e inizio a scappare, lo spirito mi insegue e ci metto tutta me stessa per correre più veloce che posso. Dopo 5 lunghi minuti finalmente arrivo a casa mia, mi volto e vedo che lo spirito non c’è più.

Entro in casa madida di sudore e ancora tremante. Mi svesto e mi siedo sul divano, mi copro la faccia col cuscino e inizio a piangere. Dopo un po’ di tempo qualcuno mi toglie il cuscino dalla faccia, apro gli occhi e vedo mia sorella, Lucia, davanti a me che parla al telefono con il suo fidanzato, Marco, e che scocciata mi chiede: <<Che hai?>>

<<Non sono affari tuoi!>> le rispondo io fredda. Lei se ne va e subito dopo arriva mia mamma: <<Che hai piccola mia? È andato male l’allenamento? Perché piangi?>>

 
<<Ciao mamma sei gentile a preoccuparti per me ma…non è successo nulla di tutto questo…>> e con molta calma le spiego tutto quello che mi è successo 3 minuti fa. Appena ho finito di parlare lei mi dice: <<Sapevo che tutte questo sarebbe accaduto>> e se va arrabbiata senza dire altra parola.
Mi rimetto a piangere e dopo 3 secondi sento una voce che mi chiama: <<Francy, Francy, svegliati è pronta la colazione! Muoviti che non ho voglia di aspettare sempre te…io ho fame!>> mi sveglio e mi sento strana… dopo essermi svegliata per bene capisco che per fortuna era solo un sogno…meno male! Scendo veloce a fare colazione e trovo Lucia che, come sempre, parla al telefono con Marco, Paolo e Pietro (i due gemelli della famiglia) che invece si stanno abbuffando come bufali. Mi siedo e mangio con tranquillità. Quando ho finito mi vado a stendere sul divano, ma appena mi siedo inizio a sentire un fastidio madornale alle orecchie; provo a tapparmele, ma niente il rumore non se ne va. Allora inizio a ribellarmi, chiamo mia mamma, me le tappo, me le ritappo, inizio a gridare e finalmente il rumore non si sente più. “Che strano” penso tra me e me.
Vado in camera per prendere la cartella, torno giù e mi avvio per i boschi, verso la scuola. Sono a metà strada circa e vedo qualcosa davanti a me; chiudo gli occhi, faccio un bel respiro e quando li riapro la vedo sempre più vicina, sembra un animale, un animale feroce. Comincio ad urlare, provo di nuovo a chiudere gli occhi, li riapro e non vedo più niente, ci sono solo miglia e miglia di alberi davanti a me; dev’essere stata un’allucinazione.


Dopo 10 minuti arrivo a scuola, entro in classe e non vedo la mia migliore amica, neanche le mie 7 amiche del gruppo e neanche il ragazzo che mi piace, Jason. Mi sto iniziando a preoccupare. Cerco il più possibile di non pensare a tutte le cose che mi sono successe e mi siedo davanti alla cattedra. Quando finalmente è finita la scuola torno a casa, ma stavolta decido di prendere la strada sterrata, così almeno non mi può succede nulla di strano.

Invece mi sto sbagliando: appena metto un piede dentro a quella strada cado in una buca “invisibile”. Non riesco a tirarmi su e cerco di dimenarmi, ma niente, non riesco ad uscire. Ormai la buca mi sta risucchiando e non mi viene altra soluzione. Cerco di pensare, ma non ho idee. Mi metto a piangere, per sbaglio comincio ad urlare e stranamente mi ritrovo di nuovo con i piedi sulla ghiaia.

Guardo l’ora: sono le 4.10. <<Cavolo sono in ritardo!>> allora mi metto a correre. Arrivo a casa, entro e non vedo nessuno. <<È strano, di solito a quest’ora mia mamma c’è sempre, e oggi è pure martedì e quindi né i gemelli né Lucia hanno allenamento. Ma che sta succedendo?>> mi chiedo. Vabbè magari saranno in giro. Cerco di non pensare neanche a questo, faccio merenda veloce e subito quando ho finito vado di sopra per prendere la borsa di pallavolo. Apro l’armadio e subito non la vedo; provo a cercare in tutta la casa, ma niente non c’è da nessuna parte. Molto preoccupata prendo il telefono e chiamo mia mamma. “Drinnnn…Drinnnn…Drinnnn” ma non risponde. Prendo il mio cuscino preferito e inizio a sbatterlo di qua e di là. A un certo punto mi cade a terra, mi chino per raccoglierlo e appena abbasso la testa sotto il mio letto scorgo una curiosa cosa di colore blu. “Sembra la mia borsa!” alzo le coperte, e mi infilo sotto il letto. <<Aiutooooo>> grido. C’è una grossa mano sporca e senza unghie che mi sta fermando la circolazione nel braccio sinistro. Provo a dargli duo colpetti, ci sputo sopra, la mordo, ma niente non si vuole proprio levare!


Allora, come sempre, mi metto ad urlare e in un batter d’occhio la mano sparisce dalla mia vista. “Per un pelo” e finalmente trovo la mia bellissima borsa. La prendo, ci metto all’interno scarpe e ginocchiere e mi avvio verso la palestra, questa volta però con la bicicletta.

Per una volta arrivo sana e salva in palestra. Velocemente entro, mi cambio e inizio l’allenamento.
Dopo 3 lunghissime ore di esercizi, addominali e flessioni finalmente me ne torno a casa; anche questa volta senza essere stata “mangiata dagli alieni”. Entro in casa con la mia solita stanchezza e di nuovo non vedo nessuno. Provo a controllare in cucina e finalmente vedo Lucia! Le vado incontro e lei mi grida: <<Stai lì dove sei non ti avvicinare sono un mostro!>> <<Ma che ti succede Lucy tutto a posto?>>
<<Sì certo, non ti immischiare nei miei affari sono già abbastanza seccata di mio…>>
Non ha neanche finito la frase che io me ne ero già andata via…quando è seccata meglio lasciarla stare. “Però voglio vedere che combina, quindi la vado a spiare!” apro un pochino la porta della cucina e non la trovo più. “Uffa che barba prima è in un posto poi nell’altro…uffa…ma quando è che se ne va a vivere con Marco? Non la sopporto più!” Finita la mia osservazione importante (per me) ma crudele la vado a cercare in bagno, il suo posto preferito! Apro di poco la porta e la guardo, la fisso, i miei occhi si incrociano con i suoi. Ad un tratto i suoi occhi diventano rossi, rosso fuoco e vedo che le sue mani si stanno congelando. La osservo bene, si gira, mi guarda fissa negli occhi, ma non reagisce, mi continua a fissare e vedo che la sua faccia sta diventando verde, verde mela…la continuo a fissare, lei si gira verso il gabinetto lo prende come se lo stesse per rompere e ci vomita dentro. A me non fa per niente schifo e quindi continuo a guardarla con gli occhi spalancati. Ha finito di vomitare si gira e mi guarda di nuovo dritto negli occhi. Io osservo la sua faccia; non ce l’ha più verde, ma bianco pallido. La osservo bene da cima a fondo: è vestita da sguattera, con le mani che si stanno per staccare, i cappelli alla Crudelia De-mon e gli occhi gialli canarino. Le scarpe da ginnastica con mezzo piede fuori sporco lurido. Beh direi che è posseduta.



Distolgo immediatamente lo sguardo, chiudo la porta, aspetto 5 minuti con l’ansia e la paura che mi stanno salendo sullo stomaco e la riapro piano piano. La apro e la vedo tranquilla che si guarda allo specchio vestita normalmente, come se nulla fosse successo.   

Mi sto iniziando a preoccupare, anzi in verità sono alquanto spaventata, ma non riesco a pensarci molto perché ho un terribile mal di pancia. Provo ad andare al bagno, ma niente. Ora ho anche una terribile voglia di vomitare, allora mi stendo nel letto. Mi addormento e dopo 2 ore mi risveglio sul divano della cucina…<<Chi è che mi ha spostato dal letto al divano?>> chiedo io, ma mi sembra di parlare con i muri perché non vedo, di nuovo, nessuno. <<Ti sei spostata da sola amore mio!>> dice ad un tratto una voce che mi pare famigliare…la voce di mia mamma!

 
“Ma da dove proviene?” mi chiedo io preoccupata. Vado a controllare in cucina, in camera da letto, nello studio, nel bagno, nella sala giochi, nella sala degli ospiti, nel secondo bagno, nella sala da pranzo, nel salotto più piccolo e anche in giardino, ma non trovo nessuno. Mi spavento a morte anche perché un secondo prima sentivo mia sorella parlare con Marco. Rientro a casa, prendo la mia borsa di Armani, mi infilo velocemente le mie Hogan e il Moncler e parto di corsa da casa per andare dalla mia migliore amica, Marta. Per sbaglio mi dimentico di prendere la bici, quindi vado a piedi.


Decido di passare nel bosco perché voglio vedere cosa succede. Cammino e a metà strada scorgo di nuovo qualcosa di strano. Sembra l’animale che ieri mi veniva incontro. Provo a chiudere gli occhi e quando li riapro non vedo più niente, solo alberi e cespugli; però sento che c’è ancora una presenza…una presenza che non sembra umana, o forse sì non lo so. Cerco di non pensarci e vado avanti.

Dopo un po’ di tempo finalmente vedo la casa di Marta, corro e arrivo là sana e salva. Quando arrivo davanti alla sua porta provo a bussare, ma non mi apre nessuno; allora suono, 1,2,3,4,5,6,7 volte, ma no…nessuno mi viene ad aprire. Guardo in alto e vedo che tutte le luci sono accese. <<Visto che nessuno mi apre provo ad entrare dalla finestra!>> esclamo al vuoto. Inizio a scavalcare balconi contro balconi finché finalmente arrivo alla porta della sua camera. Busso, busso, busso e ribusso, ma sembra che Marta non c’è. Purtroppo non riesco a vedere oltre la porta perché ci sono le tende allora provo a spingerla e finalmente si apre. Entro e sembra tutto normale; a parte qualcosa di insolito sotto le coperte. Con l’ansia addosso provo ad alzarle e vedo un corpo, un corpo che sembra un cadavere.



<<Oddio>> grido io senza pensarci. È veramente orribile. È steso sul letto di Marta, probabilmente stava mangiando della pizza perché ci sono resti di pomodoro sul pavimento. Sembra…sembra sua madre…Oddio! Provo ad annusare il cadavere ed ha un buon profumo…<<È il profumo di Dior che ho regalato io a Marta e che spesso si metteva la mamma…forse è veramente lei…>>; mi sto veramente preoccupando, mi allontano e mi avvicino alla porta senza controllare. La apro e mi butto giù dal balcone. Non so perché l’ho fatto, ma sono talmente spaventata che il mio cervello non sa più cosa pensare!

Mi calmo, o almeno cerco di calmarmi. Mi riavvio verso casa e mentre sto camminando per il bosco vedo di nuovo in lontananza quell’animale odioso. Mi fermo e decido di affrontarlo. Mi siedo sul prato umido e aspetto. L’animale non si muove, allora decido di alzarmi e andargli incontro. Inizio a camminare verso di lui e più gli vado vicino, più mi viene da vomitare. Decido di fermarmi, non ce la faccio più. Sento un blocco in gola e, se non basta, ho anche l’ansia. Mi fermo. Prendo una boccata d’aria e chiudo gli occhi. Quando li riapro, come era successo ieri, mi ritrovo “l’animale” davanti agli occhi. Faccio un salto e decido di non correre, mi metto solo ad urlare perché quella roba non è un animale, ma uno…uno spirito. <<Mamma, Mamma, Mamma>> grido più forte che posso. Sono vicinissima a casa e quindi mi dovrebbe sentire, ma non vedo nessuno che arriva. Mi volto di scatto e vedo quello spirito dietro di me, mi sta per toccare, allora io mi metto a correr verso la porta, l’ho quasi raggiunta, eccola finalmente.



Afferro la maniglia, ma non si apre. <<Apriti!>> urlo spaventatissima. Lo spirito è sempre più vicino a me! Sforzo la maniglia, provo ad urlare ma non si apre. Allora decido di provare a romperla, le tiro calci, pugni, quando finalmente riesco a fare un grosso buco in mezzo. Entro e vedo la casa tutta in disordine e sento qualcuno urlare, sono i miei fratellini. Sembra provenire da sopra. Vado a controllare e sì, sono loro e con loro c’è Lucia che sta cercando di liberarli perché hanno intorno alla bocca delle corde e sono legati alla sedia. Fisso Lucia per capire cosa sta cercando di fare e appena lei mi guarda dritta negli occhi gli diventano rossi e inizia a picchiare i fratellini. Mi sta per venire un attacco di panico. Mi arrabbio e inizio a picchiare Lucia, lei mi tira un pugno in faccia e io sono sempre più incavolata. Allora scendo le scale, vado in cucina, apro il cassettino e prendo quel famoso oggetto che taglia. Lo prendo, vado di sopra e vedo Lucia che sta di nuovo picchiando i fratellini. Sono al limite della collera, afferro il coltello e con un colpo netto taglio la mano a Lucia.

Lei inizia a sanguinare e vedo che la mano si sta ancora muovendo, allora la accoltello fino a frantumarla. Non so cosa mi sta succedendo, ma è come se qualcosa mi sta comandando, contro la mia volontà. Mi calmo e cerco di non pensare a tutte le cose che stanno succedendo. Vado in bagno, mi guardo allo specchio e vedo qualcosa nei miei occhi, vorrei chiuderli, ma non ci riesco, allora con la forza della mente cerco di scacciare via quell’orribile creatura che vedo nei miei occhi, ma non ci riesco.

Esco dal bagno e vado in salotto dove vedo lo stesso spirito che mi perseguitava nel bosco prendere Marta per il collo. <<Lasciala stare!>> grido infuriata, lo spirito ad un tratto si tappa le orecchie con i piedi. <<Ma cosa sta succedendo?>> mi chiede Marta in lacrime. Comincio a piangere anche io e con un forte bruciore al cuore le rispondo: <<Non lo vedi quello spirito? Ti sta strattonando! Cerca di dimenarti!>> <<No! Io non vedo nessuno spirito! Però ho qualcosa al collo che mi dà un fastidio tremendo, mi sta soffocando e non capisco cos’è!>>; non le rispondo e corro in cucina. Prendo un fazzoletto e glielo porgo. Lei mi tira uno schiaffo sulla bocca e io mi infurio. Vado a riprendere il coltello pieno di sangue per le scale e non sopporto più di vedere Lucia che tratta male i fratellini, allora afferro il coltello e glielo lancio dritto nel cuore. Subito mi volto, recupero il coltello e scendo le scale. Quando arrivo davanti a Marta non ce la faccio, è più forte di me, devo ucciderla.


Ora ho capito cosa mi succede, perché c’è una parte di me che non vuole ucciderla per nulla al mondo e invece c’è qualcosa che mi costringe ad ucciderla! Ora ho capito tutto…ma prima devo ucciderla!

Afferro il coltello e senza guardare lo lancio a caso e, indovinate, becco proprio il suo cuore. Cade a terra come un sacco di patate.

Ho la bava che mi esce dalla bocca, gli occhi rossi, sono mezza gobba e ho una voglia tremenda di ammazzare qualcuno.

Ad un certo punto capisco che lo spirito che mi perseguita è mia mamma. Perché è davanti a me ed è uguale a lei…anzi no è lei! <<Ma…ma…tu sei mia mamma?>>
<<Brava finalmente ci sei arrivata!>>
<<Ma che mi sta succedendo mamma?>> cerco di dirle io piangendo
<<Hahahahaha certo che sei proprio tonta. Io sono morta da ormai 10 anni, e riesco a essere ancora umana grazie ad una persona… ma quando voglio posso diventare uno spirito ed entro nelle persone che mi incuriosiscono e per fortuna ho solo un difetto…le urla! Vabbè comunque stavo dicendo che tu sei una di quelle! Mi dispiace ma…ti ho posseduta e non riesci a controllarti…>>; a sentire quelle parole mi viene un attacco di panico. Vado in bagno, mi guardo allo specchio e non sono più la Francesca che tutti conoscono, ma un’altra persona. Mi spavento e corro dallo spirito; mentre scendo le scale inizio a bestemmiare e a urlare, sperando che lo spirito se ne vada e mi faccio paura da sola. Entro in cucina e lo spirito non c’è. Mi giro di scatto e me lo ritrovo a 2 metri di distanza; “Non ha funzionato” penso. Lo guardo con la faccia arrabbiata e, non so il motivo, scoppio in lacrime. Ho la tentazione di prendere quel coltello e allora lo afferro. Non capisco che messaggio mi vuole inviare il mio corpo. Prendo il coltello e lo lancio dalla finestra. Scoppio in lacrime mentre lo spirito mi prende per mano e mi porta con lui. <<Dove mi porti? Lasciami stare>> e inizio a gridare. Ma lo spirito si tappa le orecchie e continua tranquillo il suo percorso.
<<Vuoi stare zitta?>>, allora io obbedisco e chiudo la bocca. Mi guardo intorno: la mia casa è tutta disordinata con 2 cadaveri e 2 persone vive che non so neanche che fine faranno, ma io lo so che fine farò io: la fine del diavolo, lo so per certo!


Sono ormai passati 30 anni, e io vivo ancora nell’inferno con la speranza che un giorno potrò rivedere il mondo reale.

  

Alice Antonucci    

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