sabato 12 maggio 2012

Il mondo degli gnomi (terza classificata racconto)



C'era una volta, tanti anni fa, un povero e misero paesino di gnomi.
Era povero ed infelice perché non aveva la possibilità di comprare il necessario per vivere, tranne, qualche volta, per i più piccini perché dovevano crescere, così i più grandi lo lasciavano ai piccoli.
Questo paesino tramandava da anni delle leggende e delle filastrocche; gli gnomi più anziani passavano i giorni a raccontare le storielle ai piccoli gnometti.
Ogni mattina, quando i più grandi si alzavano, dovevano andare a lavorare, mentre i più piccoli, non potendo andare a scuola per problemi economici, erano lasciati dai nonni gnomi o, i più grandi, andavano in giro per il paese, attraverso i campi colorati di Poverinoi (così si chiamava il loro paesino).
I più piccoli invece sentivano la felicità solo alcune volte, nei giorni di sole, quando andavano a giocare a nascondino tra l'erba alta dei boschi o a saltare i piccoli ruscelli.
I più grandi non riuscivano a trovare la felicità perché, lavorando giorno e notte, si stancavano e quando arrivavano a casa non avevano neanche una briciola di pane da mangiare.
Mentre questo paesino, nascosto nel bosco, continuava la sua solita quotidianità, un gruppo di ragazzini delle medie li spiava da dietro un cespuglio tutto il giorno; avevano capito che erano poveri e che avevano bisogno di un aiuto.
Questi bambini tutti i giorni andavano ad osservarli e li vedevano sempre più indaffarati nel lavoro dei grandi, non erano felici, non scherzavano mai, provavano a coltivare delle piante da frutto per avere del cibo, senza comprarlo, ma non riuscivano perché il paese era in una zona troppo poco fertile e quindi le piante dai buoni frutti non crescevano.
I bambini delle medie volevano aiutarli e andarono a chiedere ai propri genitori una spiegazione su questo piccolo paesino, Poverinoi, che avevano scoperto in mezzo al bosco mentre giocavano.
Tutti i genitori si riunirono per vedere che cosa fare; il rappresentante dei genitori (detto “grande capo”) prese così a cuore la situazione che il giorno seguente fu accompagnato dai bambini a Poverinoi.
Egli, senza farsi problemi, entrò e si chinò per vederli meglio, poi se li vide arrivare tutti addosso, grandi e piccini. Spiegò subito che non era sua intenzione far loro del male ma desiderava soltanto aiutarli a ritrovare la felicità.
Estrasse dalla tasca una mela rossa lucente; agli gnomi iniziarono a brillare gli occhi perché non avevano mai visto un frutto così rosso e lucido. Il capo degli gnomi prese la mela e la mise in una bacheca, così tutti si misero ad osservarla.
Il cuore si scaldò a tal punto da ritrovare in se stessi la felicità.
Ho scritto questo brano per far capire che ogni volta che si è tristi non è sempre necessario pensare ad una persona importante o ad un fatto piacevole e speciale accaduto.
Talvolta basta anche solo guardare qualcosa mai visto prima e ragionare sul fatto che al mondo tutti possono essere felici e provare emozioni e che vale la pena vivere non solo per noi stessi ma anche per aiutare gli altri a vivere meglio.
Francesca Roccati (1^A)

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