Si sentirono dei passi. Subito
dopo le grosse e spesse tende della camera da letto si aprirono e lasciarono
spazio alla vista mozzafiato che si ammirava dalla vecchia vetrata.
Quella mattina alzarsi era
veramente un’impresa. La nottata precedente, nella vecchia piccola locanda in
centro, era stata un po’ pesantuccia. Piano piano aprendo gli occhi notò in
controluce due ombre che in coro dissero: <<Ben svegliata, Lady
Nas!>>
Lei accennò un sorriso, si girò
tranquillamente verso la vetrata e ammirando il paesaggio iniziò a togliersi
stancamente, con gesti pacati, le coperte di dosso, a tirarsi su per dirigersi
verso l’armadio. Prese una camicia di cotone nero, un paio di pantaloni marroni
aderenti, poi fece un passo indietro, si voltò e si trovò a capo del letto, si
sedette sul pavimento e da sotto il letto tirò fuori due stupendi anfibi neri
di pelle.
Nel salone quella mattina c’era
un’insolita tranquillità, che per sua sfortuna finì presto. <<Lady Nas!
Lady Nas!>>, gridò la guardia dalla parte opposta della sala.
<<Sì, Floren?>>,
disse sospirando Nas.
<<Il re la aspetta per fare
colazione!>>
Lei si mise le mani sopra le
tempie, tentando con quel gesto di farsi passare il forte dolore alla nuca:
<<Digli che arrivo…>>, disse sospirando. <<E poi fammi un
favore: la prossima volta che devi riferirmi di andare a far colazione, non
urlare come se un battaglione fosse penetrato nel castello. Grazie>>,
continuò lei diminuendo la pressione delle mani sulle tempie.
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