giovedì 24 novembre 2011

I soldi non fanno la felicità.


Era un giorno soleggiato e molto caldo, ma come al suo solito il professor Poppet, uno scienziato, era nel suo laboratorio dove stava creando un potentissimo acido corrosivo. Accanto a lui c'era la segretaria che stava prendendo appunti sull'esperimento che stavano creando. Giunta la sera, la segretaria andò a casa, lasciando da solo Mr. Poppet che voleva approfondire la sua invenzione.


La mattina seguente, però, la segretaria trovò il professore disteso sul pavimento morto. La donna iniziò subito a gridare e rimase lì immobile, finché un collega arrivò e chiamò la polizia di LA. Il laboratorio era tutto schizzato di sangue e attorno al cadavere c'era una pozza di sangue. L'investigatore Lasfìnge, il commissario di un dipartimento di LA, esaminò la scena del delitto e scoprì che il corpo del professore aveva dei buchi sull'addome e sulle gambe. Notò anche la cassaforte aperta e il contenuto, un campioncino di acido e il quaderno dove erano scritti gli appunti, era sparito. La segretaria fece notare che il lucchetto era stato forzato. Sulla scena del delitto trovarono un orecchino di perle in mano al cadavere e delle impronte di scarpe insanguinate, sul pavimento e attorno al cadavere.
Lasfìnge interrogò le donne delle pulizie, gli apprendisti e la stessa segretaria che aveva trovato il corpo. Tutti dissero che il professore li ricattava perché, anche se lo aiutavano a condurre esperimenti, voleva prendersi tutto il merito e così facendo non divideva i soldi. A questo punto l'investigatore cercò di andare più a fondo in questa storia. Inoltre scoprì che le donne delle pulizie, che erano tre, avevano tutte e tre una storia con il professore. Per Lasfìnge avevano tutti un valido movente per uccidere il professore. Approfondì le indagini sulla  relazione che avevano il professore e le tre donne delle pulizie. Scoprì che Sabrina, la più giovane, era fidanzata; Adelina si doveva sposare tra un mese e che Laura era stata lasciata dal fidanzato perché il fidanzato li aveva scoperti. Inoltre Sabrina voleva troncare la relazione con il professore, ma lui non voleva lasciarla perché lui l'amava e così poteva avere un movente per ucciderlo.
Ma Lasfìnge non era convinto e voleva vederci chiaro su questo omicidio. Ritornò sulla scena del delitto e la esaminò con più attenzione: trovò delle gocce di sangue sul lucchetto della cassaforte e sulla maniglia. Prese dei campioni di quel sangue e li portò alla scientifica per farli esaminare e fece delle ricerche sull’orecchino che aveva trovato in mano al professor Poppet. Interrogando, di nuovo, la segretaria e le tre donne delle pulizie, chiese se quell'orecchino apparteneva a una di loro. Chiese alle donne delle pulizie, ma loro, prima cercarono di cambiare discorso, poi hanno negato tutto. Finito l'interrogatorio con le tre donne le fece uscire e chiamò la segretaria. Quando la donna arrivò, la fece sedere e le chiese con un tono sospettoso:
- È suo questo orecchino?

- No! E poi io porto solo orecchini d'oro perché sono allergica a quelli d'argento.              
-  Ma questo è fatto di perle e non le darebbe alcuna allergia!
- E questo che cosa vuole dire? -, chiese la segretaria spazientita.
- Se lo ha comprato lo poteva di sicuro indossare. -, disse Lasfìnge, con un tono accusatorio.
- Va bene, lo ammetto, è mio. Ma vi ripeto, io non ho comprato quegli orecchini, perché le donne delle pulizie me li hanno regalati per il compleanno. Mi scusi, non è che mi sta forse accusando dell'omicidio del professar Poppet? -, chiese la segretaria.
- No! Sto solo facendo un’ipotesi. -, disse Lasfìnge per non far innervosire la donna.      
La segretaria spazientita se ne andò e Lasfìnge richiamò le tre donne delle pulizie per interrogarle e saperne di più. A loro chiese, di nuovo, se quell'orecchino apparteneva a una di loro ma negarono. Ma quando richiese a Laura, per l'ultima volta, se era suo, ha iniziato a farfugliare e poi ha negato. Per Lasfìnge, Laura e la segretaria sono sospettate e così volle approfondire. Pochi giorni dopo scoprì che il professore chiedeva alla segretaria dei soldi per finanziare i suoi esperimenti. Così interrogò la segretaria e lei confermò di avergli prestato più volte dei soldi e di averlo anche minacciato. Così Lasfìnge non ebbe altro da fare che arrestarla. Tutti rimasero stupiti. Nell'interrogatorio Lasfìnge le chiese:
- Dov'eri tra le 23:03 e le 24:00?
- Ero a casa. A quell'ora si dorme!
- E c'è qualcuno che può testimoniare?
- No! -, rispose seccata la segretaria. - Anche perché io vivo da sola.
- Perché hai ucciso il professore, invece che denunciarlo?
- Come ve lo devo dire, non l'ho ucciso io Poppet.
- Non è vero. L'hai ucciso perché ti chiedeva dei soldi e tu non volevi più  darglieli. - urlò Lasfìnge.
- Non è vero.
- Sergente, portatela via. Non voglio più sentire le sue menzogne.
Il sergente la portò via e Lasfìnge andò dalla scientifica per conoscere i risultati delle analisi sul sangue che aveva trovato sulla scena del delitto e scoprì inoltre che il lucchetto era stato corroso con dell'acido.
Quando vide che il sangue era di due persone si meravigliò: uno era di Poppet e l'altro era di un'altra persona. Dato che non sapeva di chi era chiamò tutti e gli fece prelevare del sangue per analizzarlo e confrontarlo con quello trovato sulla scena del delitto. Pochi giorni dopo andò a prendere i risultati e mentre leggeva scoprì una cosa sconcertante: il sangue era della segretaria. In quel momento capì tutto e andò per parlare con la donna. Arrivato Lasfinge le disse:
- Ecco come sono andati i fatti: hai aspettato che il professar Poppet e tutti andassero a casa, poi sei andata con una boccetta di acido e lo hai versato sul lucchetto e poi hai aperto la cassaforte. Stavi per prendere gli appunti, quando Poppet è tornato indietro per prendere qualcosa, ti ha scoperta e ha cercato di fermarti. Si stava avvicinando e lo hai minacciato con l'acido. Ma lui non volle saperne e gli hai buttato addosso la boccetta per allontanarlo, ma non volevi ammazzarlo. Il professore, si è aggrappato a te e ti ha stappato l'orecchino...
- Ma lo avrei sentito e me lo sarei ripreso per deviare i sospetti da me.
- Sì, ma per toglierti di dosso il professore, ti sei tagliata un dito contro la  serratura della cassaforte ed eri troppo impegnata a fermare il sangue dato che stava gocciolando.
- Se fossi furba, lo avrei tolto il sangue. -, ribatté la donna.
- No, perché hai visto arrivare qualcuno e non avevi il tempo di toglierlo.
- Pensate quello che volete, ma io sono innocente. E poi, perché la mattina seguente avrei chiamato la polizia?
- Te l’ho già detto prima, per deviare i sospetti da te.
- Non è vero! State sbagliando. Avete preso la persona sbagliata. -, replicò la donna.
- Sergente, riportatela via. -, ordinò Lasfìnge.
Poco dopo, dato che aveva fatto fare delle ricerche sull'orecchino, gli arrivò il nome del negozio dove erano stati acquistati quegli orecchini. Mentre stava uscendo, incontrò Sabrina che si costituì e gli raccontò tutto:
- Siamo state io e Laura ad ammazzare il professore. Beh, in realtà non volevamo ucciderlo ma solo rubare i suoi appunti per dargli una lezione. Ecco come è andata: Laura ha messo l'acido sul lucchetto e lo ha aperto, ha preso il contenuto, mentre io tenevo le due boccette di acido. Ad un certo punto, è arrivato il professore che ci ha scoperte e allora per farlo tacere gli abbiamo lanciato addosso le due fialette di acido. Poi abbiamo preso gli appunti e io gli ho messo l'orecchino in mano. Poi siamo scappate con il quaderno.
- E come ci è finito il sangue della segretaria? E come mai non c'erano le tue impronte sull'orecchino?
- Perché lo avevo pulito prima di metterlo in mano al professore. E riguardo alle gocce di sangue della segretaria, non lo so! Probabilmente si è tagliata contro lo sportellino della cassaforte.
- Ora però devo andare ci pensiamo dopo. -, disse Lasfìnge con un po’ di fretta.
Andò in quel negozio e scoprì che erano stati acquistati da Laura Tare, una delle donne delle pulizie. Dopo questa scoperta Lasfìnge non ebbe più dubbi. La fece chiamare e la interrogò, ma lei negò tutto. Quando chiamò Sabrina, lei diventò subito rossa e a quel punto cedette:
- Sì! L’ho ucciso io Poppet. Ma non l'ho fatto apposta.
- No, Sabrina mi ha raccontato tutto.
- Sabrina, perché glielo hai detto? -, chiese Laura.
- Io sono andata a costituirmi perché non riuscivo più a tacere.
- Sabrina Martiri e Laura Tare siete in arresto per l'omicidio involontario di Mr. Poppet. -, disse Lasfìnge.
- Aspetti! -, supplicò Laura. - Vi possiamo raccontare quello che è successo?
- Io lo so già e i vostri colleghi vi hanno appena sentite. Però se volete potete parlare con i vostri colleghi.
- Va bene., - risposero le donne in coro.
- Ve li chiamo subito.
 Lasfinge uscì dalla stanza per dirigersi verso le persone che lavoravano con le due donne.   Arrivato gli disse:
- Ci sono le vostre colleghe che vi vogliono parlare.
Il gruppo entrò rimanendo zittì e fecero parlare le ragazze.
- Grazie ragazzi. Senza di voi non sapevamo che fare, ci avete dato sicurezza quando siamo arrivate che non conoscevamo nessuno ed eravamo timide. Grazie di averci aiutate nei momenti di sconforto, insomma grazie per tutto quello che avete fatto per noi. Non sappiamo come scusarci dato che voi siete sempre stati gentili e noi non abbiamo mai contraccambiato.
- Non vi preoccupate, sarete sempre nei nostri cuori anche se avete ucciso involontariamente il professore. Ogni giorno uno di noi vi verrà a trovare.
- Ragazze dovete andare. Sergente portale via. -, ordinò Lasfinge.
E così si conclude la storia di uno scienziato che aveva riguardo solo per gli esperimenti e i soldi e, involontariamente, è finito male. E come dice un proverbio: “ I soldi non fanno la felicità”. E questo professore sosteneva l'esatto contrario.


Nessun commento:

Posta un commento