giovedì 10 novembre 2011

Sintesi sulle civiltà precolombiane


Gli indigeni del continente americano, oggi in genere indicati come nativi americani, sono stati chiamati dagli europei indios o amerindi (indiani d’America) a causa del celebre errore di Colombo.
Alcune popolazioni native americane avevano dato origine a civiltà molto complesse secoli prima dell’arrivo di Colombo e degli europei: per questo motivo sono dette civiltà precolombiane. Le civiltà più importanti sono quelle dei Maya, degli Aztechi e degli Incas.
I Maya vivevano nella penisola dello Yucatan, che occupa parte del Messico e del Guatemala. La loro civiltà era molto avanzata: i Maya costruivano grandi città, piramidi a gradoni e templi; usavano una scrittura geroglifica e avevano conoscenze matematiche e astronomiche piuttosto raffinate. La loro cultura si basava sulla coltivazione del mais e del pomodoro.
Gli Aztechi vivevano nella regione di altopiano corrispondente all’attuale Messico centrale. Erano un popolo guerriero che sottomise le popolazioni del Messico centrale e costruirono un impero governato da una monarchia elettiva. Essi adoravano molti dei (politeismo), che rappresentavano le forze della natura, e compivano sacrifici umani, utilizzando come vittime i prigionieri di guerra.
Gli Incas vivevano nel territorio degli attuali Perù, Ecuador, Bolivia e Cile. La loro capitale era Cuzco, dove viveva l’imperatore. Costui, detto l’Inca, veniva considerato un’incarnazione terrena del dio sole. La località più famosa della loro cultura è Machu Picchu, sulle Ande.
Papa Alessandro VI, dopo la scoperta delle Americhe, incaricò ufficialmente di procedere all’evangelizzazione forzata delle nuove terre la Spagna e il Portogallo, cui toccò il Brasile. Gli occupanti spagnoli delle Americhe, detti conquistadores, non rispettarono le culture e le tradizioni dei nativi. Cortés distrusse l’impero azteco, imprigionandone l’imperatore Montezuma. Pizarro pose fine al dominio degli Incas, uccidendone l’ultimo imperatore Atahualpa.
Gli indigeni uccisi dai conquistatori europei furono circa 40 milioni, più della metà della popolazione. Il genocidio fu completato dalle malattie importate dagli europei.
Gli europei erano interessati soltanto all’oro e all’argento e allo sfruttamento delle popolazioni indigene impiegate come braccianti nelle piantagioni e nelle miniere.
Il primo a denunciare nei suoi scritti la strage dei nativi americani fu un sacerdote domenicano spagnolo: Bartolomé de Las Casas.

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