sabato 11 aprile 2015

"La malora" di Beppe Fenoglio (prima parte)




LA MALORA
 

“La malora” è un romanzo di Beppe Fenoglio, il più famoso scrittore del neo-realismo italiano.

Nel neo-realismo non si raccontano fatti inventati, favole o fantasie, ma ci si ispira alla vita di tutti i giorni; fatti reali che vanno spesso a finire male, e non vogliono far dimenticare la realtà. Non vogliono trasportarci in un mondo di fiabe, ma far riflettere sulla realtà dando, a volte, anche fastidio.

 

Il libro parla di un ragazzino, Agostino, perseguitato dalla sfortuna e, all’inizio, racconta la scena del funerale del padre, per sottolineare la sfortuna del ragazzo.

Dopo il funerale, Agostino, vuole buttarsi nel fiume, ma per fortuna si fa coraggio, torna dal padrone e pensa a tutte le sfortune della famiglia.

La sua famiglia non è una delle più povere ma poi, a causa di un debito del padre, si impoveriscono e sono costretti a vendere un pezzo di terra.

Dopo un po’ si impoveriscono sempre di più, a tal punto da non poter comprare neanche più i fiammiferi e quindi sono costretti a chiedere ai vicini di accendergli il lume.

La madre, anche se molto vecchia, decide di andare in pellegrinaggio per chiedere grazia in un santuario.

Il figlio maggiore, Stefano, viene estratto per andare a fare il militare e rimane via per un anno. Stefano è contento di andare a fare il militare, ma il padre no, perché sa che gli mancherà tantissimo.

Quando Stefano torna non ha più voglia di lavorare la terra e il padre tanto meno; così l’azienda fallisce.

Emilio, un altro fratello di Agostino, viene costretto ad andare in seminario per ripagare il debito del padre.

Nonostante tutto ciò la situazione dei debiti non sembra migliorare e allora il padre decide di “vendere” Agostino come garzone a Tobia.

A questo punto Agostino si ritrova a lavorare in un posto lontano da casa, con una nuova famiglia: Tobia; la moglie, che lo tratta come se fosse suo figlio, e altri tre figli.

Uno dei tre figli è una femmina, Ginotta, che deve sposarsi con uno che non ha mai visto (un matrimonio combinato).

Agostino va ad Alba con Tobia e ne approfitta per andare a trovare suo fratello in seminario. Quando arriva da lui lo trova triste ed affamato.

Intanto Ginotta deve sposarsi con Amabile il quale, però, chiede più soldi a Tobia, lui non accetta e annulla il matrimonio.

Pare che a lei non interessi molto Amabile, e quindi si sposa con un altro.     

Al matrimonio ci fu un pranzo da re. Tobia si ubriaca così tanto che mentre va a fare pipì cede nel fosso.

Intanto la madre in cucina prega contro il muro perché sua figlia sia felice, mentre Ginotta sale sul carretto salutando a malincuore la famiglia.

Il padre di Agostino scivola sul ghiaccio, cade in un pozzo e muore. Agostino va al funerale, pentito di non essere più riuscito a vedere suo padre.

Uno dei figli di Tobia, Baldino, era forte a giocare a carte e per guadagnare soldi, ogni sera, organizza una piccola bisca nella stalla, dove si radunano giovani per giocare.

Uno dei ragazzi che vanno a giocare da Tobia è Mario Bernasca, che diventa da subito un buon amico di Agostino.

Mario e Agostino diventano molto amici, perché stanno avendo una vita simile. Mario cerca di convincere Agostino a lasciare i loro padroni, per trovare lavoro ad Alba.

All’inizio Agostino era d’accordo, ma non convinto. Alla fine non è sicuro e quindi Mario se ne va e non si fa più vedere nella casa di Tobia.

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