sabato 7 giugno 2014

Una situazione "stramba"




UNA SITUAZIONE “STRAMBA”
 

Sono una ragazzina di nome Emma, ho 18 anni e vivo in una bellissima villa in una campagna. Con me vive solo mio fratello, perché i miei genitori sono scomparsi 2 anni fa.

 È un lunedì, e come sempre, prendo la mia bellissima moto rosso fuoco e vado a scuola.

Arrivo, parcheggio, scendo e mi avvio verso la mia bellissima aula. Questa settimana sono vicino a Federico: un ragazzo con i capelli corti, sparati alla Balotelli, è molto antipatico, si pavoneggia spesso e porta sempre un giacchetta color blu con borchie e bottoni giallo fluo. Appena entro ci sono le mie amiche ad aspettarmi; le saluto e mi siedo vicino ad Alessandro.

Sono le 8.35 e la professoressa di Tecnica inizia a spiegare la lezione, ma io non sto seguendo perché, dietro di me, c’è Alex che mi lancia palline piene di carta e saliva. Mi giro per farlo smettere e ad un certo punto non sento più la voce della mia professoressa, ma solo un alito caldo sul collo. Mi giro e non vedo più nessuno davanti a me; Federico è sdraiato sul banco e Alex si alza in piedi ed intona l’inno d’Italia. Al posto della professoressa c’è un’ombra scura che gratta la lavagna. Inizio ad avere paura, mi alzo e vado da Jessie, la mia migliore amica. La abbraccio, ma lei mi spinge via.

Tutto questo è molto strano, non capisco che cosa stia succedendo.

Vado da Alex, lo faccio smettere di cantare e lo trascino fuori dalla classe. Gli chiedo cosa stava succedendo (visto che lui è un patito di Horror) e mi risponde che la classe è stata infestata da spiriti e per fortuna noi due non siamo stati maledetti. Mi spiega che questi spiriti assomigliano a meduse senza gambe, se ti entrano nel corpo non riesci più a farle andare via; l’unico rimedio è una puntura con il siero “sparkle”

“Allora procuriamocelo!” esclamo io, ma lui mi risponde:

“Ma sei matta? Ci vuole uno specialista per queste cose, non le può fare chiunque. Se si sbaglia gli effetti possono essere devastanti!”

Allora lasciamo perdere e torniamo in classe, dove è ricomparsa la professoressa imbambolata davanti alla lavagna. Le scuoto le spalle, ma non si sveglia.

Andiamo di nuovo fuori; per sbaglio m’inciampo su Jessie; per fortuna c’è Alex che mi prende al volo e, all’improvviso mi dà un bacio.

Divento tutta rossa, mi riprendo dallo stupore e “bum”: Alex cade per terra. Inizio a gridare e provo ad alzarlo, ma non ci riesco. Inizio a preoccuparmi, varco la porta dell’aula e vedo sdraiato per terra Alessandro con la testa girata a 360°, ha il cranio aperto, ed il suo cervello è nelle mani di Angelo, inizio ad urlare; Lo chiamo ma non risponde; Angelo è in piedi davanti a me, gli do una spinta, cade a terra e vedo la sua colonna vertebrale che si spezza.  

Continuo ad urlare e corro in cerca di aiuto, ma non vedo nessuno. Torno da Alex, provo a scuoterlo, ma niente non si sveglia. Comincio a piangere e piango così tanto che inizia a formarsi un lago nella classe; allora decido di smetterla, ma l’acqua continua a salire. Vedo che si sta tutta sporcando di sangue; Alex, all’improvviso, si sveglia e subito vado ad abbracciarlo; appena lo tocco però inizia a girarmi la testa, e sento una voce che dice…Emmaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa. Apro gli occhi e mi ritrovo sul divano del salotto con accanto Alex, che mi sta chiamando per andare a scuola. Mi sveglio per bene, lo abbraccio e tiro un sospiro di sollievo.

Prendiamo la bella moto blu di Alex e, durante il tragitto, gli racconto il brutto sogno. Finito di raccontare arriviamo a scuola e, sinceramente, ho paura di entrarci. Alex mi prende la mano per farmi coraggio, entriamo ed è tutto a posto per fortuna: Federico è seduto vicino a me, Jessie mi abbraccia come tutte le mattine e la professoressa di tecnica è sempre la solita noiosa di sempre. “Tutto a posto” sospiro.

Alice Antonucci 2°B

Nessun commento:

Posta un commento