Selena era una Strega dei Temporali, studentessa dell’Accademia per Giovani Streghe. Una delle tante, per capirci. La sua specialità erano i tornado di fulmini. Era una delle migliori studentesse di tutta l’Accademia, tuttavia non si sentiva felice. Avvertiva un vuoto dentro di sé, le mancava qualcosa.
Un giorno, Selena si svegliò con una voglia irrefrenabile di uscire. Erano appena le cinque del mattino, per cui nessuno l’avrebbe notata. Tutti quanti erano ancora nelle stanze a dormire e lei pareva l’unica sveglia in tutto l’istituto. Quando si trovò all’ingresso, prese uno dei cinquecento impermeabili appesi in ordine e uscì, senza far rumore. L’aria era umida e aleggiava una rada e fastidiosa nebbiolina. Di fronte a lei si stagliavano le Valli Infinite, oltre le quali si trovava Magiax, la città da dove lei proveniva. I suoi, non avendo il tempo di istruirla a dovere e di crescerla, l’avevano spedita in quell’Accademia alla prima occasione.
Selena si incamminò verso le Valli Infinite, senza preoccuparsi della meta. Pian piano, l’istituto si allontanò e lei si ritrovò in mezzo a un’area brulla e incolta. Intorno a lei, solo la nebbia. Si era persa. Provò a girarsi indietro e a correre, ma nulla. L’Accademia non si vedeva e Selena si sentiva tremendamente sola. Decise di fermarsi. Il terreno sotto i suoi piedi era cambiato, ora c’erano rovi ricoperti di more e bacche. Ne mangiò qualcuna e poi si fermò a pensare. Era stata sciocca a lasciare l’Accademia senza prima avvisare qualcuno. Mentre rifletteva, vide in lontananza un puntino nero che avanzava verso di lei. Pian piano si definì sempre meglio e apparve la figura alta e snella di un’Elfa.
Aveva dei lunghissimi capelli neri e due bellissimi occhi color ghiaccio. Ansimava dalla fatica e Selena riuscì a distinguere poche parole.
- Vieni con me, Strega, ho avvertito la tua presenza e sono corsa per venire a prenderti. Ora, non fare domande e seguimi, ho un compito molto importante per te – disse severa l’Elfa.
Selena, stanca di rimanere lì seduta, accettò e prese per mano la donna. Quest’ultima chiuse gli occhi e i suoi piedi si sollevarono da terra. La Strega non si stupì, anche lei lo sapeva fare. In pochi minuti, stavano volando nella nebbia verso una destinazione sconosciuta.
- Mi chiamo Eveline – disse l’Elfa durante il viaggio.
Dopo un lungo viaggio, le due atterrarono di fronte a una casupola sperduta nelle Valli Infinite. Eveline recitò alcune parole e sulla porta comparve un segno. Poi entrò, seguita da Selena.
La Strega vide davanti a sé un vecchio seduto su una sedia e intorno a lui altre Elfe come Eveline.
- Ecco mio Signore, la Strega dei Temporali – disse l’Elfa.
- Molto bene. Siediti, giovane Strega, ti spiegheremo ogni cosa – mormorò il vecchio.
Selena si sedette e ascoltò.
- Mi chiamo Hassan, sono uno dei Consiglieri della Regina Jasmine, colei che regna su di noi. Solo ieri ci è giunta una triste notizia. Il Diamante della Regina è stato rubato. Come tu sai, il Diamante è una preziosa pietra di rara bellezza, donata alla Regina dal Barone di Nios, suo fratello. È un oggetto di grande valore affettivo per la Regina. Abbiamo dei sospettati, tra cui Darker, l’acerrimo nemico della Regina. Questa notte, i nostri sospetti si sono rivelati fondati. Darker ci ha mandato una lettera in cui chiede un riscatto, il Diamante per il trono. Ci attende stasera al Cimitero. Noi non vogliamo cedere, per questo abbiamo bisogno di te. Darker è un Mago delle Tempeste, il più potente elemento che può aiutare gli incantesimi di un essere magico. Per contrastare il suo potere abbiamo pensato a un Mago o una Strega dello stesso elemento, per questo abbiamo scelto te. Una Strega dei Temporali non può fallire – concluse Hassan.
- Non mi sento pronta, non credo di riuscirci. Ho troppe responsabilità – rispose Selena.
Hassan parve deluso.
- Strega, la scelta è solo tua – mormorò Eveline.
Selena si alzò e fece per uscire.
- Mi dispiace – disse prima di chiudere la porta.
Una volta fuori, corse a perdifiato. La nebbia si era diradata un po’, in lontananza si scorgeva l’Accademia. Quando arrivò all’istituto, i suoi compagni stavano per svegliarsi. Si arrampicò lungo la facciata ed entrò nella stanza per mezzo della finestra. Si infilò nel letto e fece finta di dormire. Appena in tempo. La direttrice stava passando a svegliare tutti.
Selena rimase in camera sua tutto il giorno a pensare. Non sapeva come fare. Il destino del regno dipendeva da lei. Ma se avesse fallito? Darker non sembrava un maghetto da quattro soldi.
Giunse la sera. Selena aveva deciso. Mentre gli altri cenavano, si infilò nuovamente l’impermeabile e ripassò gli incantesimi più potenti. Poi uscì, nel buio della notte. Si incamminò verso il Cimitero, che si trovava poco più in là di Magiax. A mano a mano che si inoltrava nelle Valli Infinite, la paura cresceva. Sentiva il verso dei pipistrelli e dei gufi e le pareva che qualcuno la seguisse. Gli alberi parevano mani ossute che si tendevano verso di lei per afferrarla e la luna un grosso occhio che la spiava. In lontananza vide la luce rosso sangue della lanterna appesa all’ingresso del Cimitero. Si strinse nell’impermeabile e chiuse gli occhi. Corse più veloce che poteva senza pensare a nulla. Poi, ad un tratto, inciampò e cadde. Ma non c’erano sassi lì intorno. Sentì una risatina malefica.
- Chi sei? – chiese intimorita Selena.
Nulla. Solo il fruscio dell’erba. A Selena vennero i sudori freddi. Non pensava ad altro che a raggiungere il Cimitero. La luce spaventosa della lanterna ora le sembrava rassicurante.
Ci arrivò senza problemi, ma aveva comunque l’impressione che qualcuno la seguisse e la risatina malefica le risuonava nella testa.
Selena ora era di fronte all’arco di pietra al quale era appesa la lanterna che oscillava in modo inquietante. Gli alberi piantati all’interno del Cimitero erano completamente secchi e senza foglie, quasi morti. La stradina centrale era interrotta a volte da frammenti di ossa e si riuscivano a scorgere già alcune lapidi. Selena si incamminò lungo il viale. Si sentiva osservata da mille occhi, forse erano gli spiriti dei morti. Calciò un teschio per terra e udì ancora quella risatina che le raggelò il sangue nelle vene.
- Adesso basta! Esci fuori! – urlò la Strega.
Da dietro un albero sbucò un folletto alto circa venti centimetri che ridacchiò ancora un po’ e mormorò saltellando:
- Sono Petalo, scusami se ti ho spaventata, ma perché sei qui? – chiese con una vocina minuta.
- Devo fare una cosa molto importante. Hai visto qualcuno entrare qui magari qualche minuto fa? – chiese Selena.
- Oh sì, c’erano una bellissima signora ben vestita seguita da un nonnetto e poi una sfilza di donne tutte uguali, con i capelli neri e un cappuccio. Ancora prima ho visto un uomo con i baffi e un lungo mantello. Che strano vero? Di solito la gente non viene a far visita ai loro cari a quest’ora... – disse Petalo.
- Grazie mille, davvero! A dopo! – lo salutò Selena correndo via.
Raggiunse una piccola radura lastricata, dove intravide Darker che stava ridendo sotto i baffi. La Regina Jasmine stava per timbrare il foglio con la conferma dell’incoronazione di Darker al posto suo. Le Elfe stavano a testa bassa e Hassan reggeva un cuscino con la corona.
- Fermi tutti! – urlò Selena.
Tutti sollevarono lo sguardo su di lei. Hassan sorrise.
- Come osi interrompere questa cerimonia! – la assalì Darker, creando un piccolo tornado che investì Selena e la scagliò contro un albero.
Ma la Strega dei Temporali si rialzò e, con un abile mossa, fece cadere dal cielo una saetta infuocata che Darker schivò.
- Pensi davvero di riuscire a battermi? – ridacchiò, allargando le braccia. Di colpo si sollevò un vento violentissimo, che sradicò gli alberi e che per poco non sollevò in aria Selena. Ma lei richiamò una nuvola enorme e nera, in poco tempo cominciò a cadere una pioggia corrosiva che placò un po’ il vento. Poi la pioggia diventò grandine, ma invece di soffrire Darker mise ancora più violenza nel vento, che si accanì contro Selena unendosi alla pioggia, in una vera e propria tempesta.
Ma Selena, che ne aveva abbastanza, provò a cimentarsi nella sua vera specialità. Le nuvole in alto cominciarono a roteare, risucchiando la bufera. Si formò un tornado enorme e spaventoso. Poi, dalle sue mani uscirono dei fulmini che si unirono al tornado, creando un vortice elettrico.
Darker cominciò a intimorirsi. Il tornado si mosse verso di lui, ma il Mago volle giocare un’ultima carta. Pronunciò parole arcane e, improvvisamente, il Cimitero venne inondato. L’acqua scorreva sotto i loro piedi, apparentemente innocua. Selena non riusciva a capire cosa avesse in mente Darker. Le sue mani si mossero e l’acqua cominciò a prendere la forma di una grande onda. Così, insieme a vento, tuoni e acqua, si potrebbe dire che si creò uno tsunami.
La massa di acqua si innalzò minacciosa sopra Selena, che, impotente, continuava a manovrare il tornado di fulmini. Eveline e Petalo, che stavano guardando, capirono che Selena aveva bisogno di aiuto.
Eveline lanciò un raggio verde contro l’onda e Petalo cercò di distrarre Darker, pizzicandolo e urlandogli nelle orecchie. Darker, non potendone più, si deconcentrò per staccare Petalo dalla sua gamba. In questo modo, però, l’onda era senza controllo, e poteva cadere addosso a chiunque. Il raggio laser di Eveline, però, la distrusse, e l’acqua tornò normale. Il tornado la risucchiò, potenziandosi ancora di più. Si formò così un tornado micidiale di vento, fulmini e acqua, che travolse Darker e lo uccise.
Il tornado si dissolse e tutto tornò alla normalità. Dal cielo cadde un’ultima saetta che atterrò nel bel mezzo della radura e fece comparire una lapide con su scritto: “ Qui Giace Lord Darker, Signore del Buio e del Male, Mago delle Tempeste, sconfitto da Selena, Strega dei Temporali”
La Regina Jasmine si avvicinò a Selena, ancora sconvolta, per ringraziarla. Hassan si precipitò a raccogliere il Diamante e lo consegnò alla Regina. Selena si avvicinò a Petalo e ad Eveline.
- Grazie, senza di voi non ce l’avrei mai fatta –
Da quel momento, Selena non avvertì più quel vuoto dentro di sé. Visse felice e senza pensieri, non più chiusa in sé stessa. Sapete perché? Perché aveva trovato degli amici su cui contare.
Linda Dellacroce
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