In un piccolo paesino di pianura, senza una montagna nei dintorni, viveva un ragazzo che passava le giornate passeggiando, a volte con qualche amico. Andavano sempre a cercare qualche vecchio posto abbandonato dove passare il tempo.
Ma quel giorno era solo e non sapeva cosa fare; all’ improvviso si ricordò di una casa abbandonata dove il più vecchio del paese raccomandavano di non andare mai.
Il ragazzo incuriosito ci andò. All’interno vide una porta, la aprì e dietro vide una forte luce che lo trascinò dentro. Subito dopo si ritrovò in un altro mondo, era tutto strano.
Si mise a camminare e poco dopo arrivò in un villaggio: era abitato da delle specie di elfi che erano bassi tanto da sembrare gnomi. Gli chiesero chi fosse e lui disse da dove era venuto e che voleva tornare indietro.
Si offrirono tutti di aiutarlo ma il capo decise che in quattro sarebbero andati con lui e così scelse i quattro migliori e li mandò con lui verso la montagna più alta, dove avrebbe trovato una grotta che lo avrebbe riportato in quella strana casa. Il capo gli diede una spada che lo avrebbe aiutato. Questi elfi erano in grado di spostare oggetti con il pensiero, di romperli e di ricomporli.
Partirono il mattino seguente e con passaggi segreti e scorciatoie arrivarono per la notte. Il mattino successivo quando furono a metà monte presero a camminare in una grotta che attraverso una lunga scala a chiocciola li portò fino in cima. Lì c’era un enorme serpente che non li lasciava entrare: allora si ricordarono della spada. Il ragazzo riuscì a colpire il serpente ma non lo graffiò neanche. Dopo un po’ di combattimenti senza successo, videro un piccolo buco vicino all’entrata della grotta e lì c’era disegnata una spada: riuscirono a infilare la spada magica nella roccia e così il serpente si levò e li lasciò passare. Il ragazzo tornò nel suo mondo e non entrò mai più in quella casa abbandonata.
Samuele Aglì
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