giovedì 13 ottobre 2011

Ugo Foscolo (di Teodora Olariu)

Ugo Foscolo è nato a Zante (un’isola del mar Ionio) nel 1778.
Nel 1792 si trasferisce a Venezia. La calata di Napoleone in Italia nel 1796 accende i suoi interessi politici. Ma col trattato di Campoformio, nel quale Napoleone Bonaparte cede Venezia all’Austria, la speranza che i francesi riportino la libertà viene esclusa.
A Milano entra a far parte della redazione di un giornale patriottico: “Il Monitore Italiano”. Trasferitosi a Bologna pubblica il suo romanzo epistolare “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”. Nel 1807 pubblica il carme “Dei Sepolcri”, una delle sue opere più famose. Nel 1815 gli viene offerta la direzione di un giornale letterario, però Foscolo dovrebbe giurare fedeltà all’Austria, così rinuncia e va in esilio volontario in Svizzera.
Nel 1816 lascia la Svizzera e si trasferisce a Londra dove incontra la figlia Floriana che lo accudisce fino al giorno della sua morte nel 1827.
I suoi resti sono oggi sepolti nella chiesa di Santa Croce a Firenze.

“Le ultime lettere di Jacopo Ortis” è un romanzo epistolare quasi autobiografico. Infatti Jacopo come Ugo viene deluso da due situazioni: un amore impossibile e il trattato di Campoformio.
Jacopo dopo aver assistito al sacrificio della sua patria si trasferisce sui Colli Euganei dove vive solo, scrivendo lettere a un suo amico.
Un giorno incontra il signor T, padre di Teresa, della quale si innamora, ma lei è già promessa in sposa a Odoardo. Jacopo è sempre più innamorato di Teresa, ma sa che non concluderà mai niente. Jacopo scopre che Teresa non ama il suo promesso sposo, infatti il matrimonio è stato organizzato solo per fini economici.
Una sola volta nel romanzo i due si riescono a baciare, subito dopo Jacopo si ammala. Quando il signor T lo va a trovare Jacopo confessa il suo amore per Teresa. Subito dopo aver scritto una lettera a Teresa e l’ultima all’amico Lorenzo si uccide.

Nel corso della sua vita Ugo Foscolo scrisse tante poesie, fra le quali: “In morte del fratello Giovanni” e “Alla sera”.
“In morte del fratello Giovanni” è una poesia che Foscolo scrisse quando suo fratello morì, infatti nella poesia accenna al fatto che lui non può andare a visitare la tomba del fratello perchè fugge di paese in paese, al suo posto ci va la mamma ormai vecchia e stanca. Anche Ugo ormai stanco di vivere pensa che gli dei gli siano contrari e desidera fare la stessa fine del fratello.
“Alla sera” è una poesia che Ugo scrive dicendo che è il momento del giorno che gli piace di più perchè assomiglia alla morte. Lui pieno di angosce, appena arriva la sera, riesce a calmarsi e dare pace a quello spirito guerriero che c’è dentro di lui. La sera fa andare Foscolo con i pensieri verso la morte.
Secondo me, Ugo Foscolo era troppo pessimista. Se ha ricevuto il dono della vita non c’è bisogno di voler porre fine ad essa.

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