giovedì 13 ottobre 2011

Vita e opere di Ugo Foscolo (di Alice Gatti)


Ugo Foscolo nasce nel 1778 a Zante, un’isola greca.
Ugo era di origine italiana, quindi dopo la morte del padre la famiglia si trasferisce a Venezia. La calata di Napoleone in Italia nel 1796 accese gli entusiasmi politici di Foscolo, ma la speranza che i francesi siano portatori di libertà venne delusa dal trattato di Campoformio con cui Bonaparte cedette Venezia all’Austria.
Foscolo poi va a Milano, dove entra a fare parte della redazione di un giornale patriottico.
Trasferendosi poi a Bologna, dà inizio alla stesura di una sua opera: ”Le ultime lettere di Jacopo Ortis”. In seguito si trasferisce in Francia e quando torna pubblica il carme “Dei Sepolcri”.
Lo scrittore dovrebbe poi giurare fedeltà all’Austria ma Foscolo rifiuta e decide di andare in esilio volontario in Svizzera.
Ugo decide di lasciare la Svizzera per Londra dove gli giunge la notizia che la madre è morta; fino al 1822 furono anni di sconforto e solitudine fino a quando ritrova la figlia Floriana, avuta da una vecchia relazione con una donna inglese. Foscolo muore nel 1827 e i suoi resti vennero sepolti a Firenze nella chiesa di S. Croce.
L’opera in prosa più celebre di Foscolo è il romanzo epistolare “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”, che si ispira alla vita dell’autore.
Jacopo Ortis dopo aver assistito al sacrificio della sua patria si ritira sui Colli Euganei.
Jacopo conosce il Sig. T, padre di Teresa, Odoardo il promesso sposo di Teresa, Teresa (di cui è innamorato) e la sorella Isabellina. Jacopo cerca di stare sempre di più con Teresa e si accorge che il suo amore per Teresa si fa sempre più grande. Viene anche a sapere dalla stessa Teresa che era infelice perché non ama Odoardo.
Jacopo si reca poi a Padova dove continua l’università ma dopo due mesi ritorna sui Colli Euganei. Odoardo è partito e Jacopo e Teresa riprendono i dolci colloqui e sente che solo lei potrebbe dargli la felicità; ma “l’uomo sarà infelice” dice Jacopo mentre scrive la storia di Lauretta, una ragazza a cui è morto il fidanzato e i genitori sono dovuti andarsene dalla patria. Il tempo passa, e i due innamorati si baceranno per la prima e unica volta in tutto il romanzo. Dopo di che Ortis si ammala e rivela al padre il suo amore per la figlia.
Appena lascia il letto, scrive una lettera d’addio a Teresa e parte, si reca da varie parti sentendosi sempre più infelice e disperato. Inquieto e senza pace decide di andare in Francia, ma arrivato a Nizza si pente e torna indietro. Quando gli giunge il messaggio che Tersa e Odoardo si sono sposati sente che la sua vita non ha più senso, allora va sui Colli Euganei per vedere Teresa, va a Venezia per abbracciare la madre poi scrive l’ultima lettera a Teresa a all’amico e si uccide con una pugnalata al cuore. Le sue lettere vennero raccolte dall’amico.  

In classe abbiamo letto due poesie di Ugo Foscolo: “Alla Sera” e “In morte del fratello Giovanni”.
Alla Sera
Alla sera è una poesia che Ugo ha scritto per spiegare che a lui piaceva la sera perchè gli ricordava la morte e perché gli ispirava tranquillità.
Spiega che per lui la sera sempre scendeva desiderata e che prendeva le vie del suo cuore. La sera lo fa vagare nei pensieri verso la morte e intanto passava questo dannato tempo. E mentre Foscolo guardava la pace, la tranquillità che gli trasmetteva, dentro riposava anche quello spirito guerriero che lo tormentava.
In morte del fratello Giovanni
Ugo Foscolo scrive questa poesia perché rimpiange di non poter andare da suo fratello morto perché è in esilio volontario in Svizzera, al suo posto andò dal fratello la madre ormai vecchia che parla di Foscolo con lui.
Ugo spera un giorno di ottenere la stessa pace di suo fratello cioè la morte, perché dice che quella è l’unica speranza che gli resta; prega le genti straniere di ridare poi le sue ossa alla madre triste.

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