Era
una tranquilla serata d’inverno e io intanto guardavo il telegiornale, che
ripeteva ogni giorno le disgrazie che capitavano nel mondo. Quando finì pensai
come sarebbe stato belle un mondo in pace.
Andai
a letto. La mattina quando mi svegliai accesi subito la tv per sentire i nuovi
disastri che stavano capitando nel mondo, ma con mia grande sorpresa, il
telegiornale annunciò che il tasso di mortalità nel mondo si era praticamente
azzerato e che il buco nell’ozono si era richiuso, annunciò anche che l’inquinamento
atmosferico non esisteva più e che l’Italia si stava riprendendo dalla crisi:
rimasi a bocca aperta. Dopo la colazione e un’ insolita felicità di mia madre
andai a scuola, dove mi accorsi che nessuno dei miei compagni si stava
scannando con un altro e che i professori davanti alla scuola erano stranamente
di buon umore.
Suonò
la campanella di inizio dell’ora, la mia classe si preparò alla lezione in
silenzio e salutò cordialmente il professore di storia. Seguimmo la lezione in
silenzio. Quando la campanella suonò per il cambio d’ora la mia classe rimase
in silenzio e fecero lo stesso trattamento al professore di matematica. Iniziai
a spaventarmi chiedendomi se ero morto o se avevo sbattuto la testa. Anche alla
seconda ora andò di incanto senza interruzioni né problemi. Tutta la mattinata
andò cosi, e io ero seriamente spaventato facendo ipotesi sempre più assurde su
cosa fosse successo quel giorno.
A
pranzo nella mensa i miei compagni arrivati primi mi invitarono a sedermi con
loro: iniziai a credere di essere diventato pazzo. Passai l’ora della mensa
tranquillamente parlando con i miei compagni. Quel cambiamento radicale mi
piaceva, era come se il concetto di gentilezza e di bene fosse entrato in testa
a tutti a suon di mazzate.
Nell’intervallo
una mia compagna mi invitò a sedermi al suo fianco su un gradino. Quando me lo
disse sgranai gli occhi come se cercassi di farli uscire dalle orbite. Ci andai
volentieri, mi parlava in modo dolce e gentile raccontandomi dei suoi voti.
Suonò la campanella di fine intervallo, il pomeriggio passò uguale identico
alla mattina, e quando suonò l’ultima campanella di fine ora ci preparammo e
uscimmo dalla scuola salutando con infinita ammirazione e gentilezza i
professori.
Uscito
dalla scuola mi avviai verso casa, quando sentii delle labbra appoggiarsi sulla mia guancia
sinistra: era la stessa ragazza che mi aveva parlato nell’intervallo. A quel
punto svenni. Mi ritrovai nel mio letto con la luce accesa: era stato solo un sogno.
A quel punto sospirai deluso e andai a fare colazione.
FINE! GIORGIO GAI 3B
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