Futuro e
tecnologia
Loredana
andò a lavarsi le mani unte e una volta seduta alla sua scrivania prese in mano
il telefono e cominciò a pensare…
Pensava a
cosa esprimere, lei aveva tanti desideri, tanti sogni nel cassetto che
aspettavano solo che qualcuno li tirasse fuori, lei passava le ore davanti al
computer e così buttava via le giornate. Aveva da un po’ smesso di studiare e
non faceva nessuno sport; non si curava nemmeno più e i suoi capelli erano
diventati lunghi, troppo, troppo lunghi e lei non si degnava nemmeno di andare
dal parrucchiere. Tutto questo lo faceva per stare al computer… la sua era una
semi dipendenza, anzi una dipendenza vera e propria.
Da
bambina praticava la ginnastica artistica, era molto brava e sciolta, aveva
partecipato a gare nazionali e aveva fatto ottimi risultati. Per il suo 14 compleanno le
avevano regalato un nuovo computer. Lei aveva iniziato ad usarlo per lo studio
e per divertimento, ma le sue doti tecnologiche si erano manifestate mentre lo
utilizzava e lei aveva deciso di dedicare la sua vita al computer. Questo
l’aveva portata ad abbandonare il suo sogno, la ginnastica artistica, a
smettere di cantare, che, anch’esso era uno dei suoi sogni più grandi e di
lasciarsi andare e non curare più il suo fisico e il suo aspetto.
Pensava a
cos’era circa un anno fa. Era magra, aveva parecchi muscoli nelle gambe, aveva
i capelli biondi e lunghi fin sopra le spalle e due occhioni verdi che non
erano contornati dagli occhialoni neri che ora indossava. I suoi voti a scuola
erano dei migliori e lei era la ginnasta più brava del suo corso. E ora
cos’era?? In cosa si era trasformata?? Tutti questi pensieri le affollavano la
mente, lei non sapeva nemmeno più com’ era, alta, magra, bassa?? Decise così di
andare davanti allo specchio. Ne rimase stupita quando al posto di vedere
quella bambina alta e magra, bella che era, al posto di vedere in lei un’atleta,
vide solo una palla… lei si paragonava a una grossa palla con gli occhiali
neri, la tuta del medesimo colore e le labbra e il mento sporchi di patatine…
quello non era l’aspetto di una quindicenne. Sconsolata e delusa ci pensò un
po’ su ed espresse il suo primo desiderio:
<<Vorrei
che tornasse tutto com’era prima di ricevere il computer>>.
Si trovò
avvolta da uno strascico di stelline dai colori dell’arcobaleno che in poco
tempo la trasformarono in quella ragazzina tredicenne che era.
Andò
davanti allo specchio. Si guardò e fu soddisfatta del suo aspetto fisico. Ma…il
computer era sparito!! Era ritornata al giorno prima del suo compleanno. Il
computer non gliel’avevano ancora regalato e lei non aveva ancora 14 anni. Capì
allora che aveva buttato via un anno della sua vita stando al computer.
Desiderò di avere 15 anni. Il suo desiderio si avverò. Diventò una quindicenne
come si era immaginata di essere e riprese così la ginnastica artistica. Vinse
la gara nazionale e vinse anche molte altre gare. Tornò ad uscire con i suoi
amici e a studiare e ad essere una brava studentessa oltre che un’ottima
atleta. Tra gli allenamenti e lo studio non ebbe più tempo di usare né computer
né cellulare.
Passarono
due anni e il giorno del suo 17 compleanno le
regalarono una tv megaschermo.
La montò
nella sua camera, ma decise di usarla il meno possibile e di dedicarsi alle sue passioni.
Venne
convocata per un concorso di canto e i suoi genitori nel sentire la sua voce
così bella e fluida chiamarono un insegnante di canto e pianoforte.
Iniziò a
dedicarsi anche allo studio della musica e diventò brava anche in questo
ambito.
Tra
studio, sport e musica non aveva più uno spazio di tempo per gli amici, né per
usare il telefono o il computer o la tv, quindi decise di ritagliarsene un po’
per rilassarsi e uscire.
Tornò a
vivere le sue giornate al meglio e a non buttarle più “nella spazzatura” come
faceva stando attaccata al computer tutto il giorno.
La sua
vita le piaceva molto e non sapeva più cosa esprimere per ultimo desiderio. Era
felice e in fondo era quello che contava. A scuola nessuno la chiamava più Molesta,
decise di conservare il suo ultimo desiderio per quando ne avrebbe avuto
bisogno seriamente.
La sua
vita continuò serena e felice per anni, ma quando ebbe 27 anni, fu incinta del
suo primo figlio. Al settimo mese fu diagnosticato al bambino un problema serio
e una volta tornata a casa espresse il suo ultimo desiderio:
<<Vorrei
che mio figlio guarisse dal suo problema>>, il suo desiderio si avverò e
il display di quel vecchio, malandato cellulare si spense e non si riaccese mai
più. L’aveva accompagnata per 12 anni e aveva riassemblato il puzzle della sua
vita. Lei aveva scelto di esprimere i desideri, e infatti d’inglese era proprio
una frana.
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