martedì 9 dicembre 2014

Una grande amicizia sulla luna (di Alice Antonucci)


Una grande amicizia

sulla luna

<<Buongiorno!>> è così che andò a finire.

Ah ciao scusate mi ero persa in una storia che a me fa emozionare. Comunque mi presento: mi chiamo Rosanna, ho 16 anni, vivo in una città lontano dal mondo e sono single.


Vi chiederete il perché della prima frase…beh ecco perché stavo raccontando a mio fratello la mia storia e della mia migliore amica, Sara. È una storia molto bella e ho voglia di raccontarvela.

Era la solita nottata di Halloween ed io e Sara facevamo il solito pigiama party a casa sua. Fino alle 11.00 eravamo in giro per Roma e alle 11.30 stavamo già nei nostri sacchi a pelo. Come sempre Sara non riusciva a dormire e quindi si mise a cantare per tutta la casa svegliando pure i vicini, che alle 3 di notte ci vennero a suonare.    

Durante la nostra bella nottata sentimmo ad un tratto un rumore provenire dalla cucina. Ci venne un attacco di panico. Senza esitare Sara si fece coraggio e andò a vedere: era arrivata a casa di Sara una cosa alquanto strana…sembrava una sfera magica. Lei non si fece problemi a prenderla in mano. La prese e con molta calma la ruppe, perché altrimenti non riusciva ad aprirla.     

Dentro c’era un bellissimo braccialetto color oro e anche un bigliettino dove c’era scritto: CIAO ROSANNA TI ASPETTO DA ME ALLE 10.00 DI MATTINA PUNTUALE! BACI…LA TUA OMBRA…


A leggere queste parole mi spaventai molto e mi nascosi sotto il letto. Sara mi prese la mano e mi disse:<<Dai Rosanna fatti coraggio, lo so che sei spaventata, ma vedrai che tutto andrà per il meglio!>> Mi calmai e presi il bigliettino in mano e sotto c’era un qualcosa di nero. Lo guardai bene e sembrava una briciola; provai a toglierla, ma niente non si toglieva. Mi salì l’ansia. Sara, sempre più preoccupata, mi rubò la lettera di mano, la strappò, la gettò nel cestino e si rimise nel letto. Io rimasi lì impalata a guardare quel cestino con dentro la lettera e dopo circa 5 minuti mi sbloccai e mi rimisi anche io nel letto.

Alle 5.00 di notte suonò una sveglia…mi svegliai e con me anche Sara. “Sarà la sveglia di mia madre” ipotizzai. Ma poi mi resi conto che nessuno in casa aveva una sveglia, i vicini tanto meno e gli orologi non suonavano mai. Iniziai a tremare e vidi Sara che si avvicinava alla lettera ormai tutta stropicciata. La lettera si muoveva, si ricompose, Sara la prese e con uno scatto la gettò nel water. Tirò l’acqua, ma niente, la lettera non voleva saperne proprio di andarsene. Allora la riprese, ormai tutta bagnata e la gettò nel camino acceso. Ma niente non bruciava proprio. La riprese, ci soffiò sopra per togliere i pezzi di carbone. La aprì e vide che le scritte non c’erano più, ma al suo posto un disegno.

<<Mi passi quel pezzo di carta per favore?>> chiesi a Sara. Lei me lo passò, lo guardai e osservai per qualche secondo il disegno… <<È la mia camera questa!>> esclamai con tono irritato. <<Già è vero…hai ragione, ma che vorrà mai dire?>> mi domandò Sara. Non sapendo che cosa risponderle la fissai e lei mi ricambiò lo sguardo, che sembrava nascondere un forte senso di paura. Accendemmo la luce e vedemmo in lontananza una piccola cosa fluttuante che si avvicinava verso di noi diventando sempre più grossa…avvertimmo un forte senso di paura. <<Ma cos’è?>> domandò Sara. <<Un vortice, è un vortice color galassia che avanza sempre di più verso di noi>> esclamai io con le labbra che tremavano. <<Bellissimo il colore di quel coso>> osservò Sara, io le diedi uno schiaffo e le dissi: <<Ma sei fuori? Ti sembra questa l’unica preoccupazione che ti viene in mente in un momento come questo? Guarda che quel “coso” che ci sta venendo addosso è un vortice e ci risucchierà in meno di 1 secondo se non facciamo subito qualcosa! Ma come sarà mai arrivato fino qua?>> <<Tanto ormai…cosa mai ci potrà accadere? E dai buttiamoci per una volta! Non so come ha fatto ad arrivare qua, ma possiamo scoprirlo buttandoci dentro!>>
Non finì neanche di parlare che si era già buttata dentro il vortice…ero spaventata più che non mai, che potevo fare? Allora molto a malincuore mi buttai anche io dentro, ma solo per salvare Sara, che sia chiaro!
Aprii gli occhi e mi ritrovai in una casa con Sara accanto… una casa…una casa che sembrava la mia, anzi era la mia, ma aveva qualcosa di diverso; sembrava essere su un’altra dimensione. Mi guardai attorno e vidi le pareti dipinte di nero e i mobili tutti di rosa, al posto del divano c’era un letto matrimoniale, al posto del tavolo un robot che camminava e parlava, al posto dei fornelli c’erano tanti omini minuscoli simili a gnomi e accanto alla mia camera c’era una porta chiusa a chiave, sigillata.
Mi affacciai alla finestra e notai che…che eravamo sulla luna:


Intorno c’erano edifici che fluttuavano nell’aria, ma con marciapiedi attorno e vicinissimo a me c’era un pianeta sconosciuto fatto di cibo! Wow, non mi sembrava vero! Mi voltai e andai verso Sara che stava cercando un utensile da cucina non so per fare che cosa…<<Sara hai visto dove siamo finite? Ma che razza di posto è questo?>> Lei mi abbracciò e sorridendo mi disse: <<Rosanna benvenuta sulla luna!>>

<<Ma come fai a sapere che questa è la luna?>>

<<Beh io non lo so…ma penso che quel cartello in cui c’è scritto: BENVENUTI SULLA LUNA. ABITANTI ALIENI, CITTÀ PIENA DI RISTORANTI E BAR e negozi con su scritto ABBIGLIAMENTO ALIENI, SCONTI 50 % direi che è abbastanza evidente!>>

<<Si ma…wow è davvero bello però questo posto!>> osservai.

<<Certo e devi sapere un cosa…io qua ci sono già venuta centinaia di volte…è il mio posto in cui vengo abitualmente e lo so che ho fatto finta di non sapere dov’eravamo, ma avevo paura di una tua risposta dispregiativa…>>

<<Ah, questo non lo sapevo… avresti dovuto dirmelo! Vabbè non è il momento di litigare ora! Ma come fai ad arrivarci?>>

<<Lo scoprirai!>> Sara mi stava incuriosendo ancora di più di quello che già ero.

Feci uno sbadiglio e guardai l’ora: le 7.00 di mattina. Mi sedetti sul comodissimo letto in salotto e chiusi gli occhi. Ma 5 minuti dopo sentivo i passi di Sara. Aprii gli occhi e la vidi davanti a me. <<Svegliati!>> mi disse con un tono di voce molto alto, mi prese per mano e mi portò nella stanza chiusa a chiave. Sembrava un laboratorio, ma al posto dei computer aveva dei simulatori.

<<Dove siamo?>> chiesi a Sara e lei mi spiegò:

<<Benvenuta nel Laboratorio trasporti umani, qua è dove arrivano tutti gli umani della terra, tramite dei semplicissimi apparecchi elettronici. Prima ti chiedevi come facevo ad arrivare fino qua…beh lo vedi questo?>> e mi mostrò una chiavetta a forma di alieno <<È la chiavetta che mi trasporta fin qua tutte le volte che voglio…>> mi spiegò Sara. Io rimasi a bocca aperta a guardare quel laboratorio fantastico decorato con pupazzini e con all’interno un ristorante color verde smeraldo.

Sara mi fece visitare tutto il laboratorio e finita la visita tornammo a casa dove Sara si mise a cucinare.

“Finalmente fa qualcosa! Questo però è davvero un mondo parallelo: io che non faccio niente e Sara che lavora, di solito accade il contrario!” mi dissi tra me e me.

Quando Sara finì di preparare mangiammo e subito dopo ci sedemmo sul divano a guardare la tv. Io non capivo nulla perché parlavano in lingua aliena. Mi stufai subito e chiesi a Sara: <<Andiamo a fare qualcosa di divertente assieme? Qui mi sto annoiando.>>

Non mi rispose neanche, prese la sua borsa e mi diede la mano dicendomi: <<Certo, ti va di andare a fare shopping?>>

<<Certo molto volentieri>>. Uscimmo dalla casa e percorremmo un pezzo di strada dove vidi tutte persone strane; non erano alieni, ma erano strani. Mi ricordo ancora la faccia di uno di loro: naso a strega, alto, faccia piccola, senza maglietta, capelli sparti alla Crudelia De-mon e labbra sottili, sembrava aver fatto una chirurgia plastica!
Comunque torniamo alla storia.
Ad un tratto arrivammo davanti a un’entrata, che non sembrava affatto quella di un centro commerciale… Sara la aprì piano piano, guardò dentro e vide file e file di cespugli tagliati color verde. <<È un labirinto>> osservai.
<<Ora che ci penso…hai ragione. Ma perché siamo finite qua? Boh che ne dici di farlo, magari ci porta al centro commerciale no?>>
<<No! Ho già corso troppi rischi grazie. E se poi non arriviamo al centro commerciale, ma arriviamo in un cinema? Sarà una catastrofe, io ho paura dei cinema, con tutte quelle persone che mangiano i pop-corn con la bocca aperta e bevono la bibita come se fosse l’unica cosa dissetante e poi quei mega schermi piatti che emettono suoni spaventosi e per non parlare della visione 3D…>> Non feci in tempo a finire la frase che Sara era già dentro. Mi salì il nervoso e avevo voglia di picchiare qualcosa, qualsiasi cosa allora me la presi con la porta! Iniziai a tirarle calci, finché si ruppe. Che casino! Feci finta di niente ed entrai.
Per fortuna trovai Sara a due passi da me, la raggiunsi e le dissi: <<Sai che hai ragione! Perché non ci proviamo? Andiamo che aspetti?>> In realtà avevo tantissima paura ad andarci, ma lo feci per Sara e poi anche perché non volevo essere scoperta perché avevo rotto una porta. Però ero anche molto incuriosita da quello che poteva esserci oltre a quell’infinità di strade piene d’erba, quindi mi feci coraggio e iniziai il cammino accanto a Sara.
Camminammo per circa 2 ore, Sara ed io eravamo molto stanche e per nostra fortuna proprio lì vicino c’era una panchina. Io mi sedetti su di essa e Sara, come al solito, si sedette per terra. Stemmo lì a parlare di ragazzi alieni per circa 10 minuti poi riprendemmo il viaggio.
<<Dai su Rosanna prima arriviamo meglio è!>> Sara si mise a correre. <<Arrivo.>> gridai.
Avanzammo per circa 3 km. Di colpo Sara si fermò <<Che succede?>> le domandai
<<Rosanna guarda…c’è un’ombra, oddio è inquietante!>>
Wow Sara non aveva mai avuto paura così tanto di un’ombra. Doveva essere davvero una cosa spaventosissima! Mi avvicinai per vederla meglio…eh sì era proprio inquietante. Mi misi ad urlare e Sara mi rassicurò. Feci un respiro e sentimmo quell’ombra parlare: <<Ciao ragazze! Vi aspettavo da tanto qua…e finalmente siete arrivate. Vi chiederete chi sono e perché parlo…beh 1 sono stato io a mandare quella lettera che spero abbiate ricevuto! 2 non sono un’ombra…>> Vedemmo davanti a noi una persona, un uomo normalissimo come noi. Spalancai gli occhi:
<<Oddio Sara, io quell’uomo l’ho già visto…ma…ma…ma è mio padre! No! Non è possibile, sto sognando!>> Sara si avvicinò all’uomo e con tono irritato gli disse: <<Ascolta sappiamo tutti chi sei! Smettila di nasconderti da tua figlia e dal mondo reale! Io ti conosco benissimo e so come sei fatto perché sei il padrone del bar vicino al parco giochi alieno dove porto a volte mia sorella e ci parliamo quasi sempre…cosa vuoi da noi? E non dirmi niente perché se sei qua ci sarà pure un motivo bello e buono! Forza ora vorrei una spiegazione sul perché sei qui!>>
Fece quel sorrisino falso e rispose: <<Ah già tu sei Sara, la peppia…sì va bene sono il papà di Rosanna e mi nascondo sulla luna perché non volevo una figlia e quindi me ne sono andato via da casa! E poi ho sentito che dovete andare a fare shopping! Il centro commerciale si trova oltre questo labirinto, ma solo una di voi due ci può passare e dovete decidere in fretta che dovrei andare al bar!>>


Okay ora sì che eravamo veramente spaventate…chi andava di noi due? Sara mi prese la spalla, mi girò verso di lei e mi fece: <<Vai tu! Dopo il centro commerciale c’è un mondo simile all’infinito dove puoi realizzare i tuoi sogni, io ci sono già stata ed è veramente bellissimo…vai avviso io tua madre non ti preoccupare. Io torno sulla terra e ti farò visita alcune volte tranquilla.>>

<<Ma…ma…ma>>

<<Niente ma! Vai e basta. Ti voglio bene Rosanna, a presto!>>

Mio padre mi prese, mi fece passare dall’altra parte e chiuse un grande portone che divideva me e Sara. Io me ne andai piangendo e non solo perché avevo lasciato la mia migliore amica, ma anche perché mi avevano ferito a morte le parole di mio padre.


Sara tornò alla sua casa sulla luna, si mise nel letto a piangere e non smise fino al mattino seguente. Suonò la sua sveglia e lei, con le lacrime agli occhi, si alzò, andò a fare colazione e si mise a guardare la tv.


Guardò la tv per circa 10 minuti, poi doveva andare in bagno, aprì la porta e…spalancò gli occhi, si mise a piangere dalla gioia perché io ero riuscita a risolvere con mio padre, avevo scoperto che quella lettera l’aveva veramente scritta lui e che l’aveva scritta perché gli mancavo e voleva rivedermi ed ora era lì a parlare con i genitori “alieni” di Sara; ero anche riuscita a trovare la strada giusta per ritornare alla casa sulla luna. Ed ora ero lì abbracciata alla mia migliore amica ad augurargli: <<Buongiorno.>>

Alice Antonucci 3B   

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