Mister John Rinco, general manager della Rimba & C. S.p.A., una delle più grandi e potenti agenzie pubblicitarie del pianeta, che controlla TV e WEB in quasi ogni paese del mondo, sta fissando negli occhi, ad uno ad uno, i membri del consiglio di amministrazione. Poi, con sguardo allucinato e quasi rapito da un’estasi, scandisce le frasi di un breve discorso:
- Ricordate il nostro motto: vendere vendere vendere … Perché la gente deve comprare comprare comprare … Così noi possiamo fare una barca di soldi, una valanga di soldi, una montagna di soldi! Dobbiamo puntare a convincere le giovani generazioni, ragazzi e marmocchi. Il futuro sono loro. Il nostro obiettivo strategico perciò sono le scuole: dobbiamo impadronirci dei loro sogni, piallare le loro menti, rintronare i loro cervelli, renderli docili e ubbidienti …
I componenti del consiglio assentivano entusiasti. Rinco continuò:
- Ho già incaricato il nostro istituto di ricerca di psicologia degli adolescenti di preparare un rivoluzionario progetto sperimentale. Il nostro primo test ci vedrà all’opera in una piccola scuola media di provincia …
Qualche giorno dopo, davanti alle medie di Pieve, alle 4 e 10, quando gli alunni escono da scuola, un professore viene affiancato e rapito da due agenti della Rimba s.p.a. La mattina seguente, come se non fosse successo niente, un agente clonato si presenta a scuola al posto del prof rapito. Nessuno si accorge della sostituzione. Durante le lezioni il prof interrompe continuamente le spiegazioni, per trasmettere sulla lavagna interattiva moltissime pubblicità di matite fosforescenti, gomme matite, zainetti, aggeggi scolastici vari. Ma gli alunni sono annoiati: non capiscono cosa sia successo al prof. Non vedono l’ora di uscire fuori a giocare ...
Il boss della Rimba ha radunato la squadra di esperti che segue la sperimentazione. Appare agitato e nervoso:
- La semplice pubblicità non funziona. Bisogna escogitare qualcosa di più efficace …
Qualche giorno dopo il clone del prof arriva in classe con delle girandole ipnotiche e le distribuisce ai ragazzi. Alcuni di loro cadono in una specie di trance che li rende apatici, insensibili, come degli automi. Ma l’effetto dura pochi minuti. Appena suona la campanella e capiscono che possono scendere in cortile a giocare a pallone, si riprendono istantaneamente …
- Ci vuole qualcosa di diverso, di più radicale, di decisivo … - urla John Rinco di fronte ai suoi esperti piuttosto scoraggiati ed impauriti.
Un giorno, dopo l’uscita di scuola, mentre i ragazzi tornano a casa loro, un’automobile nera affianca Angela, una ragazza che abita molto lontano dalla scuola e torna a casa tutta sola a piedi. Costretta a salire sull’auto, balbetta:
- Chi siete? Che cosa volete?
- Non ti preoccupare ti vogliamo portare in una fabbrica di giocattoli!
E così è accompagnata in una fabbrica, ma, al posto dei giocattoli, c’è una ragazza identica a lei con un nanochip iniettato nel corpo, telecomandato e contagioso come un raffreddore. La ragazza “originale” viene imprigionata e rimpiazzata e nessuno si accorge delle differenze. Nemmeno i genitori, che anche da un chilometro di distanza sapevano dire se aveva i capelli legati o sciolti. Il clone è riconosciuto solo dal suo cane che gli abbaia per tutto il giorno; ma i suoi genitori non ci fanno caso.
La sostituta andando a scuola all’inizio non si fa notare, anzi i compagni giocano con lei come se niente fosse. Passano i giorni e un gruppo di ragazzi si accorge che la loro compagna aveva qualcosa di strano: giocava mal volentieri, parlava poco, tendeva ad isolarsi, sembrava fredda e apatica. Durante un intervallo lascia il suo ragazzo, che amava tantissimo, e comincia a fargli scherzi stupidi.
In due settimane il clone è già circondato da altri ragazzi che sembrano imitarlo: si isolano, non vogliono mai giocare, restano per ore muti e fermi, si muovono come zombi, non manifestano emozioni … Si risvegliano solo quando il prof “infiltrato” trasmette le sue pubblicità; e lui li premia con voti altissimi.
I più casinisti della classe per fortuna sembrano immuni dal contagio, infatti iniziano a investigare su cosa è successo ai compagni. Leo, un loro amico, mentre una volta giocava sempre a calcio, ed era tra i più bravi della scuola, da quando era stato contagiato dal nanochip non voleva più giocare a calcio. Nel giorno del suo compleanno i suoi compagni gli organizzano una festa al campo di Scalenghe per farlo ritornare quello che era: un bravo giocatore allegro e molto forte.
Leo dapprima si rifiuta di giocare a calcio, ma poi si lascia convincere, senza entusiasmo. All’inizio della partita non fa neanche un gol, per colpa della palla che era telecomandata dalla Rimba S.p.A. Ma i suoi amici se ne accorgono e la sostituiscono. Così Leo poco alla volta ricomincia a divertirsi a giocare a calcio e torna il ragazzino di prima. Il giorno dopo Leo si unisce subito ai ragazzi non contagiati per riprendere le indagini. Ma ormai sono riusciti a scoprire il modo per liberare i compagni da quella “malattia”.
Così il mercoledì successivo, quando la palestra è libera, organizzano una partita di calcio svedese: i ragazzi contagiati non ne sono molto felici, ma a un certo punto del gioco fu come se si risvegliassero da una trance, e iniziarono a giocare più entusiasti che mai. Solo Angela sembrava molto annoiata.
Avevano trovato l’antidoto!!! Però sembrava che l’antidoto non funzionasse con Angela. Anche il prof “pubblicitario” continuava ad avere atteggiamenti sospetti.
Il gruppo di ragazzi che indagano capiscono che il prof e la ragazzina non sono contagiati ma sono dei cloni. Così lo stesso giorno al termine delle lezioni scolastiche seguono il prof e la ragazzina che salgono su una macchina sospetta.
I ragazzi prendono la bicicletta e inseguono la macchina, che li porta vicino a una casa abbandonata; la macchina lascia il prof e la ragazzina, i ragazzini che indagano scendono dalla bicicletta e li spiano, vedono che dentro la casa è nascosta una fabbrica: la“Rimba-clone”.
Dovevano pensare un piano per far fallire la ditta, solo che ci voleva del tempo per escogitare il piano.
Andarono a casa e ci pensarono un po’ su, per poi tornare il giorno dopo. Il giorno dopo i ragazzi parlarono con gli altri prof e chiamarono anche la polizia ma nessuno degli adulti sembrava disposto a credergli. Quindi i ragazzi decisero di cavarsela da soli, e organizzarono un’ operazione per intrufolarsi nella casa abbandonata ovvero nel laboratorio segreto.
Il giorno dopo all’uscita di scuola andarono alla casa abbandonata ed entrarono …
All’interno scoprirono che era un edificio molto tecnologico e pieno di scienziati che lavoravano alla costruzione di robot. Oltre ai robot e agli scienziati notarono una cella in cui erano rinchiusi dei ragazzi, tra quei ragazzi videro anche Angela e il prof. Aspettarono che gli scienziati se ne andassero e uscirono dal loro nascondiglio e andarono a liberare tutti i ragazzi.
Si precipitarono dai genitori di Angela e gli spiegarono tutto ma anche la madre non gli credeva, ma quando arrivò anche l’Angela robot la mamma capì cos’era successo e chiamò la polizia, che a lei credette.
Il professore venne sostituito, gli scienziati arrestati e la ditta andò in rovina e anche John Rinco finì in galera.