Che
figuraccia
Ciao a tutti,
sono una bambina di 10 anni, mi chiamo Chiara, vivo a Milano e frequento la 4A
elementare. Sono abbastanza alta, capelli biondi e occhi azzurri. Come vi ho
già detto faccio la 4A B. A scuola
vado abbastanza bene, anche se i miei compagni mi prendono in giro perché sono
un po' sbadata. La mia migliore amica si chiama Silvia ed il mio migliore amico
Francesco. Ho organizzato con la mia famiglia e con i miei BEST (così chiamo i
miei migliori amici) di andare a Roma, a vedere il Colosseo.
Secondo i miei
calcoli dovremmo partire domani mattina.
Sono le 8.30 di
sera e da me ci sono Silvia e Francesco. Ci stiamo divertendo a giocare alla
PSP, però ad un certo punto mia mamma ci chiama: “Ragazzi, venite a mangiare,
che dopo cena vi dovete preparare le valigie”. Noi obbediamo senza fare storie.
Ci sediamo a tavola e iniziamo un discorso. Inizia mio padre: “Allora ragazzi
siete pronti per partire domani??”
“Ma mi sembra
una cosa logica” risponde Silvia
“Certo”
rispondiamo in coro io e Francesco.
“Bravo papà,
hai cucinato veramente bene stasera” dice mia madre, cambiando discorso.
Finito di
mangiare ringraziamo per la buonissima cena mio padre e ce ne andiamo in camera
mia a preparare le valigie. Silvia si è portata 2 valigie: “Ma non ti sembrano
troppe??” chiedo io.
“Sai che forse
hai ragione; bene allora ne prenderò solo una”. Mi ribatte Silvia. Allora tutti
e 3 prenderemo una sola valigia.
Sono le 9.45 e
ancora ci stiamo preparando le valigie: io sto finendo di mettermi dentro le
scarpe, Silvia si sta preparando un beauty e Francesco sta tentando di far
entrare la palla da calcio dentro la valigia, ma a forza di tentare gli scoppia
in mano. Subito si mette a piangere ed io gli dico: “Dai Fra stai tranquillo,
te ne presto uno io!!” Lui mi ringrazia e questa volta, però, lo mette dentro
ad una borsina di plastica per evitare che scoppi un'altra volta
A proposito,
non vi ho ancora descritto Silvia e Francesco.
Silvia è alta,
mora, capelli lunghi fino al bacino, occhi verde corallo e fisico da sportiva.
Francesco è di
statura media, cresta bionda, occhi verdi chiaro e anche lui fisico sportivo.
Io, Silvia e
Francesco giochiamo a calcio nel Milano_official_football_junior, 3 allenamenti
a settimana e partita ogni mese. Nel campionato siamo primi e siamo anche
andati ai mondiali, dove siamo arrivati 2° su 30 squadre.
Comunque
torniamo a noi. Sono ormai le 11.00 e per noi è l'ora di andare a dormire.
Ci laviamo i
denti, mettiamo il pigiama, ci infiliamo sotto le coperte, mia madre spegne la
luce e in 2 minuti siamo già tutti nel mondo dei sogni.
Driiiiiin, sono
le 7.30 del mattino e la sveglia, come ogni giorno, sta suonando. Mi alzo dal
letto e vado a spegnerla; scendo le scale per andare a fare colazione, e dietro
di me sento dei passi, mi giro e vedo Silvia e Francesco camminare verso di me
come due zombie. Subito li vado ad abbracciare e a augurargli un buongiorno, e
poi li aiuto a scendere le scale, perché sono ancora 'posseduti' dal sonno.
Arriviamo in
cucina, dove ci aspetta una bella colazione: latte e cioccolato, gocciole,
bacon e uova per mio padre (abituato a mangiare come gli americani), fette
biscottate e marmellata alla fragola e alla ciliegia.
Ci accomodiamo
e iniziamo a mangiare come dei bufali. Io chiedo a mia madre l'acqua e lei,
gentilmente me la prende. La appoggia sul tavolo e...OPS la rovescia sulla
tovaglia e, per sbaglio anche in faccia a noi; a quello spruzzo Silvia e
Francesco si 'svegliano' e la caraffa cade a terra, spezzandosi in mille e
duecento pezzettini piccoli, ma non è tutto perché mio padre fa cadere il
barattolo di marmellata e indovinate...cade proprio sul mio nuovo pigiama. Io
tutta incavolata mi alzo per andare in camera mia a cambiarmi ed inizio ad
urlare, urlo così forte che sveglio i vicini. Silvia e Francesco, dopo aver
finito anche loro colazione mi raggiungono in camera, e tutti e 3 ci cambiamo.
Dopo qualche
minuto sale mia madre, entra e ci chiede scusa, prendendo le valigie.
“È ora” esclamo
io
“Evvaiiiiiii”
esclamano in coro Francesco e Silvia.
Scendiamo le
scale, apriamo la porta e saliamo in macchina per andare alla stazione per
prendere il Freccia Rossa.
Arriviamo,
scendiamo, prendiamo i biglietti e appena il treno arriva ci catapultiamo
dentro; ci sediamo, Francesco mi tocca la spalla ed esclama: “Cosa andiamo a
vedere a Roma?”
“Il Colosseo e
poi...poi non lo so” risponde Silvia ed iniziano tra di loro una conversazione
che non ho voglia di seguire.
Accanto al
nostro tavolo c'è una bambina, che sembra avere la nostra età e vicino a lei ci
sono due ragazzini, concentrati a guardare l'iPhone; sembrano fidanzati. Anche
se mi paiono antipatici, perché non guardano la bambina da tanto tempo. Guardo
Silvia, ma sta ancora parlando con Francesco, allora le dico: “Arrivo
subito...” lei annuisce, ma non mi risponde, probabilmente perché è troppo
impegnata a parlare con Francesco. Mi allontano da loro e mi avvicino alla
bambina, subito mi saluta con la mano e le chiedo: “Ciao, come ti chiami?” Lei non
mi risponde allora dico: “Ciao, io sono Chiara e tu?” Lei non mi risponde,
aspetto un attimo, ma ancora niente. Allora me ne torno al mio posto e Silvia
mi chiede: “Chi è quella con cui stavi parlando?”
Io rispondo: “Non
lo so, le ho chiesto come si chiama, ma non mi ha risposto. Però è una bella
bimba: magra, capelli lunghi biondi e occhi verdi.”
Dopo 3 ore
circa il treno fischia e noi scendiamo, prendiamo le valigie e ci dirigiamo
verso l'uscita. Scorgo dietro di me la bambina, immobile con i ragazzini (che
erano con lei sul treno) dietro di lei che si baciavano. Le sorrido ma lei non
risponde al mio sorriso. Metto il broncio, mi giro e continuo a camminare,
tenendo per mano Silvia.
Vedo ormai la
porta che si avvicina e finalmente fuori, siamo a Roma e, almeno qua, c'è il
sole.
Usciamo, alzo
la testa e sopra di me vedo un' enorme arena con tante finestre. Sorrido e
davanti a me passa di nuovo la bambina, questa volta da sola però; comincio ad
avere dei sospetti.
Sono le 11.58 e
chiedo a mamma: “Mamma ti prego ci fermiamo a mangiare?”
e lei: “Certo,
appena troviamo un ristorante.”
“Ecco, c'è n’é
uno là, si chiama 'IL RISTORANTE DIVERTOSO'” fece notare Francesco.
Allora io mi
metto a correre verso il ristorante e dietro di me la mia famiglia e i miei
best mi raggiungono.
Arriviamo nel
ristorante, il cameriere ci chiede: “In quanti siete?”
“5” dice mio
padre
Lui indicandoci
il tavolo dice: “Ecco il vostro tavolo, accomodatevi.”
Si sente che
non è di Roma. Ordiniamo e ci mettiamo a mangiare più in fretta possibile
perché vogliamo andare a visitare il Colosseo.
Ho finito di
mangiare, ma i miei genitori ed i miei best no. Mentre aspetto osservo il Colosseo,
alzo la testa e guardo in alto; mi sembra di nuovo di vedere la bambina.
Alzo la mano
per coprirmi la faccia dal sole e qualche cosa mi dice che devo salutarla, ma
so che non devo farlo tanto non ottengo niente in cambio. Non so cosa fare...
l'istinto mi dice che devo farlo.
Sollevo il
braccio, porto la mano al cielo e la saluto; stranamente lei mi saluta, le
sorrido, ma lei si gira dall'altra parte ed io ci rimango male.
Finalmente
hanno finito, ci alziamo e ci incamminiamo verso il Colosseo.
L'ingresso
bisogna pagarlo: 10€ gli adulti e 5€ i bambini.
Mio padre paga,
mentre noi ci stiamo già dirigendo verso le scale.
Io sto parlando
con Silvia, quando Francesco mi tocca la spalla chiedendomi: “la conosci la
storia del Colosseo?”
“No, non
l'abbiamo ancora fatta a scuola...” rispondo io
“Io invece la
soo e tu noo ah ah ah ah ah ah” mi rinfaccia Francesco
ed io molto
simpaticamente gli rispondo: “Stai zitto; sarai anche intelligente, ma sei così
brutto che quando metti le foto sul computer le riconosce come anti virus!!”
“Hahahahahahahah”
Silvia scoppia in una risata che si sta per fare la pipì addosso.
Ad un certo
punto arrivano i nostri genitori e noi la finiamo di litigare. Arriva mio padre
e mi fa: “Figliola, la conosci la storia del Colosseo?”
appena finita
la domanda non avuto neanche il tempo di rispondere che Silvia mi fa:
“flashback Chiaretta!!”
io le rispondo:
“Non ti ci mettere anche tu per favore, ne?”
cavolo mi sono
pentita di aver detto quelle parole, perché quando Silvia si arrabbia pianta
degli urli, che ti stordiscono.
Come non detto
Silvia pianta un urlo atroce, peggio di quando alzi il volume della TV al
massimo.
Mi sento
barcollare, il Colosseo si sta muovendo, come se ci fosse il terremoto.
Silvia mi
inizia a fare paura, ma si calma e comincia a singhiozzare. Io rassicurata le
dico: “ Dai Silvia non fare così, è colpa di Francesco se questa cosa è
successa!!”
“Cosa hai
detto?” mi sgrida Francesco
“Niente,
niente...”
“Sarà meglio!!”
Finita la
messinscena prendiamo un gelato: io prendo crema e pistacchio.
Saliamo sempre
più in alto, mi sporgo e c'è davvero tanta gente, ma non vedo più la bambina,
strano, molto strano. Comunque mi sporgo, quanta gente che c'è, ma ad un certo
punto vedo una scritta contro il muro: 'Sono un barbone di nome botolone, ho
una ragazza che le oche le strapazza'.
Mi fa ridere
quella frase e la guardo talmente attentamente che non sento mio padre che mi
sta dicendo una cosa, ma ad un certo punto mi giro perché altrimenti mio padre
si arrabbiava. Mi giro e mi grida: “Occhio al gelato!”
Io guardo il
mio gustoso gelato, ma era rimasto solo più il cono.
'E il gelato?'
mi sto chiedendo. Guardo di sotto e vedo una signora anziana che sta piangendo
con i capelli verdi. Capisco che era il mio gelato e li urlo: “Scusi signora,
mi scusi non l'ho fatto apposta”. Lei si gira, guardandomi con un aria
perplessa; guardo attentamente i suoi capelli, ma non sembra gelato, anzi
sembra davvero tinta!! Lei ancora osservandomi se ne va ed io mi giro
dall'altra parte.
“Che figura
hahaha” mi grida Francesco.
Io incavolata
mi giro di nuovo, facendo finta di non aver sentito niente.
Guardo ancora
in basso, ma non vedo il mio gelato da nessuna parte. Prendo il binocolo nella
mia borsetta e me lo metto sul naso.
Guardo
attentamente, eccolo, eccolo lì il mio gelato, sui vestiti della bambina.
Scendo, la raggiungo uscendo dal Colosseo e le chiedo scusa: “Scusa mi dispiace
non volevo, te la lavo io!” Lei mi guarda, annuisce, si toglie la maglietta e
finalmente mi dice: “Ti ordino di toglierti la maglietta!” io obbedisco perché
me lo dice con aria cattiva. Me la tolgo e lei mi salta addosso, mi stampa un
bacio sulla guancia e se va.
Mi guardo
attorno, tutti che ridono; provo a chiedere alla gente, ma nessuno mi risponde,
allora guardo i miei pantaloni, ma non ci sono più... oddio la bambina mi ha
rubato i pantaloni!!
Inizio a
correre come impazzita e non so nemmeno dove sto andando, ma so di certo che
devo raggiungere la bambina. Dopo un po' mi accorgo che sto girando in tondo,
in una rotonda da ormai un'ora. Vedo dell'erba davanti a me e mi ci butto
sopra. Vedo la bambina avvicinarsi sempre di più a me.
Inizio a
chiudere gli occhi, le ultime cose che sento è l'alito della bambina, i
richiami dei miei genitori e dei miei best, le urla e le risate della gente.
I miei occhi
ormai sono chiusi ed il mio ultimo ricordo è la figuraccia.
“Ho combinato
un casino, che figuraccia...” grido e... i miei occhi si spengono in un buio senza fine.
Alice
Antonucci 2B