lunedì 30 dicembre 2013

Il colore che mi cambiò la vita

Paura della vita, del buio e della morte.
Ciao, sono Benny, un ragazzo amante dell’avventura, ma pauroso come un coniglio. Le mie paure sono strane, ho paura di due colori: il bianco della morte, del vuoto, dell’infinito e il nero della notte e della paura. Però l’amore per il pericolo e per l’avventura sono più forti della paura perché l’amore vince sempre, vince anche contro la paura.

È Halloween e sono veramente molto entusiasta!
Sono le nove e ho deciso di andare a esplorare un po’ questo campo accanto a casa mia: si narrano molte leggende ambientate nella notte di Halloween proprio alla fine del campo, ma io non ci credo affatto, o almeno credo di non crederci. Non ho ancora avuto il tempo di verificare se sono effettivamente vere le leggende narrate, perché non è nemmeno un anno che abito qui a Melburn e non è ancora passato Halloween.
Sono partito ora da casa.
Sono a metà campo e intravvedo la sagoma piccola e sfocata di una casa: è bianca!
Non mi faccio prendere dal panico; sono ancora molto lontano dalla casa: circa un km. Il mio cervello comincia a ragionare; io amo la logica. Penso al bianco della casa, al fatto che potrebbe non essere un caso che sia bianca. Bianco vuol dire infinito, morte! Poi mi accorgo del mio stupido ragionamento e torno dal mondo dei sogni. Tante case sono bianche e non significa niente! Stupido! Oh come mi sbagliavo!
Sono arrivato alla casa, sono sulla soglia della porta e senza esitare la apro…
Mi trovo nella penombra del salotto. È enorme, ci sono molti mobili, accessori e oggetti, non è impolverato, anzi è molto pulito.
Vado in cucina: è illuminata dalla grossa finestra che si affaccia sul lavello, con dei piatti bagnati all’interno. Mmm… molto strano!
Le sedie sono disposte in modo simmetrico attorno al tavolo apparecchiato a festa, il forno è acceso e al suo interno c’è un’anatra molto ben arrostita. Aspetta, ma qui ci vive qualcuno, ma…non era disabitata? Strano! ”trunk, bling, splash”sento dei rumori provenienti dal salotto, “sbang, pling, tin” ancora. Vado a vedere, ma… non c’è nessuno! Allora salgo le scale e mi reco nelle stanze di sopra: deserte e senza mobili.
Un’ombra… un’ombra è passata davanti a me ed era nera.
“C’è nessuno?!” ho urlato in preda al panico. Nessuna risposta…qualcuno mi ha dato uno spintone sulla testa. Era un’ombra nera, come una scia gassosa. Qualcosa d’indefinibile. Ora sento una nausea forte e mal di testa. C’è uno strano simbolo per terra, è enorme. Prima non c’era o almeno, non l’avevo notato. Ora ricordo che è comparso subito dopo che qualcuno mi ha spinto. È un triangolo con un cerchio al suo interno. Lo fotografo con il cell ma non c’è campo! Strano, sempre più strano.
Scappo da quella casa e mi sento u n coniglio. Un quarto d’ora dopo sono a casa nel mio letto e con il cell vado su Google e cerco informazioni su quel simbolo. Cerco su Wikipedia e sotto la voce triangolo con all’interno un cerchio c’è scritto:
“simbolo del diavolo e della morte. Quando ti offri al diavolo o sei posseduto da esso, devi portare o sulla pelle o su un bracciale quel simbolo. Se invece lo vedi da qualche parte in giro allora la tua vita è al termine”.
Oddio. Non per nulla la casa era bianca e il simbolo era nero scritto a vernice su un pavimento bianco superlucido. Oddio mi resta poco da vivere.
Vado in biblioteca e faccio una ricerca sul simbolo, su spettri e persone possedute.
È come se stessi vivendo in un libro horror, ma se le cose accadono sulla tua pelle, è molto più spaventoso.
È ora di pranzo. Sono taciturno e mamma si preoccupa un po’, dice che è strano il fatto che io stia zitto a tavola. Sì, in effetti, è strano.
Sono le 14:30 e faccio delle telefonate ai miei compagni per organizzare per stasera, mentre passo il tempo a chattare con la mia fidanzata Dina su Facebook per invitarla alla festa.
Chiamo anche Haunted, anche se da tempo è cambiato.
Dice di essere stato adottato, e anche se non ha mai visto sua madre, dice di conoscerla da secoli, il che è impossibile. Ma cosa si è fumato??
È un ragazzo strano ed è amante dell’horror.
Ora che ci penso un giorno ho notato che lui ha un tatuaggio sul polso, ed è proprio quello del triangolo con il cerchio. Oddio!! Cancello subito la foto del simbolo dal cell.
Tutti i miei amici e amiche vengono, anche la mia fidanzata Dina, anche Haunted; andremo a fare dolcetto o scherzetto, non vedo l’ora!
Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!! Sono le 20:00 in punto e siamo tutti qui davanti a casa mia. Partiamo!!
Facciamo dolcetto o scherzetto in tutte le case.
Una strana signora ci dà delle mele rosse, un’altra ci dà un sorbetto al limone della Cameo. È così bianco!!! È anche scaduto però!! Per il resto cioccolatini e caramelle.
Siamo tutti mascherati, tutti tranne Haunted, “Haunted, Haunted, Haunteeeeeeeeeeeed” è sparito, di lui nessuna traccia. Chiediamo informazioni, ma niente, nessuno sa niente. Allora andiamo a cercare, a curiosare nelle case, a chiedere informazioni a tutti, ma non troviamo nessuna traccia.
Sono le 22:45, deduco che Haunted potesse essersi sentito escluso e che potesse essere tornato a casa, allora andiamo a suonare a casa di Haunted, ma non risponde nessuno. Penso di tornare con tutti i miei amici in quella casa “abbandonata” perché poteva essere andato lì. Aspetta: Haunted in inglese vuol dire stregato!! Stregato, stregato!! Oh mamma mia!!
Siamo di nuovo sulla soglia della casa, quella casa bianca che nel cuore della notte è diventata nera.
Ricordo che è stato proprio Haunted a raccontarmi della casa, misterioso e silenzioso quasi come se fosse un segreto: il più horror dei segreti horror.
Sono le 23:00 entriamo nella casa e la troviamo talmente luminosa che a stento non ci accechiamo. Dopo che ci siamo abituati alla luce, cerchiamo Haunted. Nel salotto c’è la TV accesa su Horror Channel e c’è un film molto crudo. La mia amica Anna vomita sulla moquette rossa del salotto perché lei è molto sensibile e odia l’horror. Si sente in imbarazzo e la capisco poverina!
C’è qualcuno sul divano: una donna. Ha i capelli bianchi e gli occhi rossi come il sangue che esce dalla mano che sta divorando. Rabbrividisco. Questa donna ha addosso una coperta di ossa sanguinanti e sta tremando. Evidentemente non ci ha notato.
 Anna urla!
La donna si volta e inarca le sopracciglia folte, ha una voce da uomo profonda e roca. Terrificante!! Ci dice che saremo il suo prossimo pasto.
Urliamo e pregiamo Dio che ci salvi, promettiamo di cambiare, ma niente. Allora siamo scappati, anzi no, proviamo a scappare ma la porta è blindata. Sentiamo delle voci… riconosciamo la voce di Haunted che dice:
“Sono la morte”e urla.                        
Ci sono anche altre voci; la voce della mia mamma, del mio papà e di mia sorella Jenny.
Urlo e impreco. Vado in cucina e li trovo sgozzati, macchie di sangue ovunque. Piango e vomito contemporaneamente. Intanto Haunted e sua mamma hanno preso Jimmy: il mio migliore amico e gli hanno girato la testa di 360°, hanno preso pure Anna e l’hanno annodata a una corda appesa al soffitto e l’hanno impiccata. Ora vedo la sua anima, la vedo, è davanti a me come un fantasma. Devo proteggere Dina, ma me la ritrovo davanti senza capelli e senza occhi. La mamma di Haunted sta mangiando i suoi occhi. Bleah! Vedo le anime dei miei compagni davanti a me. Sono solo, solo in quella casa troppo lucente. Sono morti tutti i miei cari, i miei parenti e i miei amici.
Le pareti si stanno crepando, le finestre si spalancano, la luce è più abbagliante. Tutte le anime sono davanti a me, Haunted è davanti a me, la mia famiglia è davanti a me. Sto piangendo a dirotto. Ho il fiatone.
 Yawn. Che incubo, meno male che mi sono svegliato, è stato il sogno peggiore della mia vita. Sto ancora piangendo. È ancora notte fonda: sono le 3:00.
Sento una porta sbattere “mamma, papà” nessuna risposta. Vado nella loro camera e li chiamo ma loro sono putrefatti, sono senza bulbi oculari e il loro letto è sporco di sangue. Oh no!! No, no.
 Vado nella camera da letto di Jenny. Lei invece è stata sciolta nell’acido. L’ho capito perché erano rimasti i capelli e il suo corpo in putrefazione all’interno di un recipiente. Povera Jenny!!
Sento una porta sbattere: “Chi è?” Nessuna risposta.
Scendo e trovo il fantasma di Haunted e quello della donna del sogno. Ho dedotto che la donna del sogno è la mamma naturale di Haunted, che diceva di conoscere da tempo senza averla mai vista.
 Assieme a loro c’è Azzurrina che mi sussurra all’orecchio di sdraiarmi sul divano. Io me ne frego e scappo dalle scale, ma un tizio zombie mi acchiappa e mi mette sul divano, Haunted mi lega con catene sporche di sangue, io dico una preghiera.
Socchiudo gli occhi e vedo tutto bianco, un bianco che mi fa molta paura e impressione. “È la fine” penso. Azzurrina prende un’ascia sanguinante, ma prima mi strappa un occhio dalla cavità oculare e se lo mangia. Sento un male indefinibile, prende l’ascia e “zan” con un colpo mi taglia la mano, poi mi taglia il collo. Aaaaaaarh. Sto morendo.
La mia luce bianca si è spenta lasciando spazio alla notte più nera e tenebrosa che ci sia mai stata.

Possessione

Una ragazzina di nome Anna cercava disperata una cosa... Lei viveva con il padre,  il quale era sempre molto indaffarato e non trovava mai tempo per prestarle un po’ di attenzione. L'unica cosa che Anna sapeva della madre è che lei prima di morire aveva scritto una lettera che adesso il padre conservava ancora e che lui non voleva fargliela leggere per nessun motivo. Ma lei è molto curiosa di sapere cosa c'è scritto lì dentro. Così un giorno decise di andare alla ricerca di questa lettera...

Partì da casa alle 6 del mattino con "Bruco", il procione che gli regalò la mamma prima di morire, e si mise alla ricerca. Iniziò a rovistare nella cucina ma dopo 3 ore di ricerca non trovò niente, allora decise di rovistare nella camera del fratello maggiore, Marco. Ad un certo punto trovò una cosa strana: un pagliaccio con le orecchie da elfo e la testa da rinoceronte. Gli ricordò un animale che aveva visto al museo degli animali strani. Comunque anche in questa stanza dopo 2 ore di ricerca non riuscì a troverete un bel niente... Dopo aver rovistato anche in bagno, in cantina e non aver trovato niente decise di andare a chiedere alla nonna che abitava a esattamente 9 Km da casa sua.
                                     
Dovette per forza andare a piedi perché la sua bicicletta era rotta e la macchina da 4 soldi ce l'aveva il padre. Camminò per quasi 1 ora quando si ritrovò finalmente davanti alla porta della casa di sua nonna. Suonò il campanello ma nessuno rispose, lo risuonò e lo risuonò ma nessuno rispose... Anna si stupì perché di solito, anche nelle festività più importanti come il natale o la pasqua, la nonna era sempre in casa. La provò a chiamare al telefono ma niente, nessuna risposta... Dopo un po’ sentì le porte del piano di sopra chiudersi con violenza ed urlò:<< C'è qualcuno???>> ma nessuno rispose…


Anna iniziò ad avere paura, si voltò e si mise a correre ma dopo 3 metri di strada cadde in una buca che sembrava fatta apposta per lei. Quando cadde si sentì come soffocata da un gas di scarico troppo puzzolente.... Per fortuna riuscì a tirarsi fuori dalla buca ma sentì che aveva perso qualcosa o più che altro qualcuno.. Era Bruco, aveva perso Bruco!! Quando se ne accorse le venne un attacco di panico. Si mise a cercarlo per tutto il bosco ma non riuscì a trovarlo. Dopo quasi 6 ore di ricerca se ne tornò a casa molto triste.
Quando arrivò a casa c'era suo papà infuriato come una bestia perché quando era arrivato non c'era nessuno. La sgridò e la mise in punizione per due mesi: non poteva MAI uscire dalla sua stanza a parte per mangiare, per bere e quando c'erano ospiti. Il giorno dopo Anna provò a spiegare a suo padre cos'era successo ma lui non credette a nulla a parte la parte in cui aveva perso Bruco. Saputa questa notizia mandò 7 o 8 specialisti per provare a cercare Bruco e dopo 2 settimane riuscirono finalmente a trovarlo. Il giorno ancora dopo Anna tentò di nuovo di spiegare la cosa che era successa a suo padre ma lui ancora una volta non ci credette. Visto il risultato che Anna aveva ottenuto decise di portare suo padre nel bosco e fargli vedere tutto quanto.

Partirono da casa alle 8 mattino però questa volta senza Bruco perché Anna aveva paura di perderlo di nuovo. Arrivati davanti a casa della nonna il padre vide la buca e allora iniziò un po' a credere a quello che gli aveva detto sua figlia. Suonarono il campanello della casa della nonna ma di nuovo nessuna risposta. Aspettarono per circa 30 minuti ma niente, allora decisero di andarsene. Appena si voltarono qualcuno parlò: << Vostra nonna è stata posseduta.>>

Si spaventarono tantissimo, si girarono e corsero via, ma dopo un po' qualcuno li fermò: era un ragazzo che sembrava avere più o meno l'età di Anna. Aveva gli occhi azzurri, i capelli rossi e una pelle molto abbronzata. Anna se ne innamorò subito.


Il padre chiese a Riccardo, così si chiamava il ragazzo, se sapeva qualcosa della nonna ma lui rispose di no. Riccardo gli raccontò come lui per caso era finito lì: sua mamma gli aveva detto che doveva andare a prendere il latte ma casualmente, mentre stava camminando, era finito lì e cercava anche lui un aiuto. Vista la situazione il padre chiese a Riccardo se volava rimanere per qualche giorno con loro e lui accettò molto volentieri la proposta del padre. Tornati a casa Anna lo accolse con molta gioia ed amore, lo guidò per tutta la casa e arrivati alla sua stanza lo intrattenne lì. Subito gli raccontò delle sue mille avventure e lui le credette. <<Finalmente qualcuno che mi crede>> disse Anna. Dopo un po’ di giorni Anna si fece coraggio e chiese a Riccardo se si voleva fidanzare con lei ma lui rispose di no perché aveva già un'altra ragazza. Dopo queste parole Anna lo cacciò fuori dalla sua camera e gli disse che non voleva mai più rivederlo. Riccardo si infuriò pure lui e per 2 giorni non si rivolsero la parola.

Passati 2 o 3 giorni si tornarono a raccontare tutto e fecero pace anche se Anna era un po' dispiaciuta di non potersi fidanzate con lui perché aveva già un'altra ragazza. Anna chiese a Riccardo se l'aiutava a cercare la lettera e lui approvò. Tornarono a cercare la nonna e questa volta suonato il campanello qualcuno gli aprì. Era una donna giovane che non assomigliava per niente alla nonna. Anna si stupì e le chiese chi era e lei rispose che era la migliore amica della mamma di Anna e poi le raccontò che in giro si diceva che sua nonna era stata posseduta. Lei subito non ci credette ma dopo sì perché Benedetta, la migliore amica di sua mamma, gli raccontò tutta la storia. Loro spaventati corsero via e andarono a chiamare il padre. Come sempre lui non credette a nessuno dei due e quindi decisero di portarlo da Benedetta. Dopo aver sentito la storia finalmente il padre ci credette e anche lui era molto spaventato. Una volta arrivati a casa si stesero sul letto e si misero a dormire.

Anna quella notte sognò qualcosa di assai strano. Alla mattina Anna svelò a Riccardo e a suo padre il suo sogno: stava andando tranquilla tranquilla a comprare il pane, quando da dietro i cespugli sbucarono tipo 300 persone brutte, vecchie e piene zeppe di brufoli che la attaccarono. Lei cercò di difendersi ma non ci riuscì e quindi..... Poi si svegliò.

Riccardo e il padre non credettero alle loro orecchie e cercarono di tranquillizzarla. Ma fu tutto inutile perché una settimana dopo Anna cominciava a dare i numeri: iniziò a vomitare, ad andare ogni 5 minuti in bagno e a non dormire e mangiare più. Il papà non sapendo cosa fare la mandò all'ospedale ma anche lì non sapevano che tipo di malattia aveva e soprattutto come curarla. La lasciarono lì per un po' di tempo e dopo la andarono a prendere. A casa cominciò ad urlare parolacce e bestemmie e insulti a tutto e a tutti. Riccardo da lì capì che era stata per posseduta e aveva ragione. 

Loro se ne andarono via da casa, lasciandola da sola, perché avevano paura che gli succedesse qualcosa. Anna li andò a cercare e quando li trovò uccise il padre, storcendogli la testa di esattamente 180 gradi. Il fratello Marco lo pestò fino a farlo morire e alla sorella Veronica gli tirò un martello in testa. "È davvero diventata matta" pensò Riccardo, "meglio se chiamo aiuto". 

Lui conosceva molto bene una persona anzi due che lo potevano aiutare.  Si chiamavano Serena e Chiara, due grandissime FATE e due migliori amiche dalla nascita. Loro avevano tutte e due 144 anni e li portavano bene!!! Le chiamò e loro subito scesero in azione. Arrivate sulla Terra, perché loro vivevano su Fatilandia, il paese delle fate, Riccardo gli spiegò tutto quanto e loro in un batter d'occhio si misero in azione. Loro erano molto attive, generose, gentili, sarebbero state le sorelle che tutti vorrebbero avere!!!!! Comunque si misero in azione e tentarono di farla guarire: andarono da lei e la fecero giocare, divertire ma niente, lei non sembrava guarire. A questo punto decisero di usare i loro poteri e....... BUM in un attimo guarì!!! La aiutarono a cercare la lettera, la trovarono e appena Anna la lesse si emozionò e decise di conservarla lei, non suo padre. Serena e Chiara fecero ritornare il padre, Veronica e Marco in vita. Il padre divenne più buono, Marco più educato e Veronica più gentile. Anna ringraziò di gran cuore le Fate; da lì in poi tutti divennero più felici, soprattutto Anna perché si fidanzò finalmente con Riccardo!! Serena e Chiara tornarono nel loro mondo e rimasero per sempre intatte nel cuore di Anna e divennero le eroine di quella città.

Alice Antonucci 2B

domenica 15 dicembre 2013

SLENDER THE ARRIVAL

Era una bella giornata, e ci apprestavamo a fare un’escursione in un’area boscosa non molto frequentata per via della sua fitta vegetazione che riusciva a non far arrivare nemmeno un raggio di sole per terra.
Pensavamo che ci saremmo divertiti a scalare le colline di quel posto, ma fin da subito capimmo che quella sarebbe stata l’escursione più brutta della nostra vita…….
Io e Josh stavamo preparando tutto l’occorrente per iniziare l’escursione: quel giorno eravamo in quattro io, Jessica, Josh e Alex.
Iniziammo a scendere dalla strada e ben presto la vegetazione non fece più vedere la luce del sole, Josh cercò di persuadermi continuando a dire che era troppo pericoloso e che era meglio tornare indietro, ma io no gli detti ascolto e dissi a i miei compagni di prendere la torcia. 



Presi anche una telecamera in modo da poter filmare ogni attimo di quel momento ma all’improvviso sentimmo un grido, sembrava una donna e dissi ai miei compagni che era meglio se fossimo andati a controllare ma loro non vollero venire con me, e mi incitarono a andarci da solo. Allora mi misi a correre verso la direzione da cui si era sentito il grido, poi lo vidi, quel mostro…. C’era una persona insanguinata per terra e quel coso continuava a guardarmi, stavo filmando tutto, ma all’ improvviso sulla mia telecamera iniziarono ad esserci delle interferenze, quel coso iniziò ad avvicinarsi: ero sbalordito, non avevo mai visto una casa così: era bianco, tutto bianco, non aveva la faccia, le sue braccia toccavano quasi terra e portava un abito nero e una cravatta rossa; avevo paura, quell’immagine me la ricorderò per il resto della mia vita.
 
                                                                                       
Mi misi a correre più veloce che potevo e quando raccontai cosa avevo visto ai miei amici, mi risero in faccia dicendo che a colazione mi ero fatto un bicchierino di troppo e non mi credettero, finché non gli feci vedere il video che avevo girato.
Avevamo tutti paura ed era ormai buio. Josh provò a chiamare la polizia federale ma non c’era linea, eravamo tagliati fuori dal resto del mondo. A Jessica iniziò a venire un attacco di panico, solo allora realizzai che dovevamo trovare un riparo per passare la notte.
Mi ricordai che avevo una bussola e la tirai fuori: era sballata, continuava a girare in tondo. Poi sentimmo dei passi: realizzai che era di nuovo quella cosa, allora iniziammo tutti a correre in una direzione a caso; poi lo intravvedemmo, i miei amici rimasero scioccati, non si muovevano, semplicemente rimanevano lì fermi e immobili a guardarlo.
 
                                                                                        
Ci mettemmo a correre nel senso opposto ma era sempre lì dietro di noi, allora intravvidi una casa abbandonata, entrammo e chiudemmo tutte le possibili entrate. Dopo esserci barricati dentro ci rilassammo e decidemmo che era meglio rimanere lì per la notte; poi Josh si affacciò alla finestra e quel coso era lì immobile a guardarci, rimase lì a guardarci per tutta la notte e quando ci svegliammo era sempre lì.
Non sapevamo come uscire, allora decidemmo che saremmo andati via dalla porta sul retro. Josh l’aprì lentamente per controllare che quel coso non fosse lì e per fortuna non c’era.
Ci scaraventammo fuori, correvamo come dei pazzi ma poi Jessica urlò: ci voltammo e vedemmo quel coso con Jessica tra le mani.
Dissi ai miei compagni che non avremmo più potuto fare nulla per lei e con la morte nel cuore continuammo a correre.

Poi Alex urlò e lo vedemmo infilzato sul ramo di un albero, ma di quel coso nessuna traccia, e allora continuammo a correre; mi fermai un attimo per riflettere con Josh: quel coso ci stava facendo fuori uno a uno ma mentre stavamo pensando a come uscire da quella foresta infernale sentimmo un rumore, ricominciammo subito a correre, ma stavolta quel maledetto me lo uccise davanti agli occhi: comparve davanti a noi e con uno dei suoi tentacoli lo strangolò. Io rincominciai subito a correre e mi accorsi che quella cosa stava giocando a nascondino.
Continuai a correre per mezz’ora circa poi vidi la strada e come per miracolo passò una macchina. Allora mi scaraventai davanti all’automobile che inchiodò di colpo; allora chiesi un passaggio e spiegai cosa era successo ma anche il conducente mi prese per matto; allora chiesi di farmi scendere davanti alla stazione di polizia più vicina.
Una volta lì feci analizzare i miei filmati e il questore mi disse che non era la prima volta che succedeva una cosa del genere e mi disse anche che loro lo identificano come SLENDERMAN.
Poi tornai a casa e mi ripromisi che non sarei mai più tornato in una foresta.

 

Le tre sorelle