Abbiamo visto il film "UOMINI
CONTRO" di Francesco Rosi, tratto dal romanzo “UN ANNO SULL' ALTOPIANO” di
Emilio Lussu. Il film parla della prima guerra mondiale ed è ambientato sul Carso, sul fronte italo-austriaco dove si
è combattuto a lungo.
Il film è antimilitarista e vuole dimostrare che la
guerra è un' inutile
strage. Racconta del tenente Sassu , un
giovane ufficiale che si è arruolato volontario
per difendere il suo paese, ma poi si rende conto che la guerra porta solo
morte e niente più.
All'inizio del film, un soldato
semplice italiano, mentre avanza con
i suoi compagni verso la cima di una collina da riconquistare, nota due
mitragliatrici austriache puntate verso di loro. Senza pensarci su, dà l'ordine
di fermarsi. Il generale Leone, a capo della divisione, non accetta che un semplice
soldato si permetta di dare un ordine che spetta ad un ufficiale e quindi
ordina di fucilarlo. Il plotone d'esecuzione è pronto ma il
tenente Ottolenghi, incaricato di eseguire l'ordine, con uno stratagemma salva
la vita al giovane soldato.
I soldati incominciano a non vedere di buon occhio il generale perché si rendono conto che a lui non importa nulla di loro ma solo
di vincere la guerra e di avere fama. Un paio di giorni dopo il generale Leone cade
da un mulo e viene aiutato a rialzarsi da un soldato che poi viene picchiato dai
suoi compagni perché lo ha aiutato.
II generale Leone obbliga i suoi soldati, per dimostrarsi coraggiosi, a
fare cose che portano a morte certa; li espone al fuoco nemico anche senza
motivo. Un giovane caporale viene ucciso
inutilmente e anche un tenente trova la morte mentre taglia il filo spinato per
creare un varco da cui passare per
attaccare il nemico. Ormai quasi tutti i soldati odiano il generale,
desiderano la sua morte e cercano in tutti i modi di esporlo al fuoco nemico. Nelle trincee italiane c'erano delle feritoie da
cui poter sparare e controllare il nemico. Una però era tenuta costantemente sotto tiro da un cecchino
austriaco che non sbagliava un colpo, così il tenente Sassu ha
l'idea di far avvicinare il generale Leone a quella feritoia con la
speranza che il cecchino lo colpisca: questo però non avviene.
Qualche giorno dopo arrivano delle
nuove armature che secondo il generale Leone possono resistere ai proiettili ma
in realtà non valgono niente.
I soldati vengono mandati allo
sbaraglio contro gli austriaci. Il tenente Ottolenghi urla che i veri nemici non sono davanti a loro
ma dietro le loro spalle: sono i generali che
li mandano a morire. Improvvisamente dalla parte italiana una mitragliatrice
colpisce Ottolenghi uccidendolo.
Molti soldati stanchi di combattere si provocano delle ferite ma
la maggior parte di loro viene scoperta e condotta in prigione. Molti disertori
scappano verso il nemico austriaco cercando aiuto.
I soldati ormai sono stanchi di veder
morire inutilmente i compagni, si ribellano agli ordini folli dei loro
comandanti e cercano di scappare. Un maggiore vuole far pagare ai soldati la
colpa dell'ammutinamento e ordina di prendere a caso un militare su dieci militari
e di fucilarli (decimazione). I soldati incaricati di sparare si rifiutano di
farlo così il maggiore spara con la sua pistola e
uccide alcuni condannati prima di venire ucciso a sua volta dai soldati del
plotone.
Alla fine anche il tenente Sassu viene fucilato perché ritenuto colpevole di non aver impedito l'uccisione del maggiore da parte del plotone di
esecuzione che comandava.