sabato 31 gennaio 2015
mercoledì 28 gennaio 2015
Capodanno da incubi (Enrico Avramo)
Erano le 6.oo del
mattino, un cielo molto buio e brutto, in un posto vicino a New York c’era una
casa abbandonata e appena uno la guardava faceva molta paura.
Era il giorno di
capodanno e tutti andavano a comprare maschere e altre cose. In questa casa
abbandonata vivevano tre persone, che si trasformavano in uccelli cattivi e
quando aprivano la bocca sputavano fuoco.
Al telegiornale si
sentivano già delle voci di questi tre uccelli, ma tutti pensarono che non
facevano niente.
Erano le 18.00 e
gli uccelli stavano programmando il piano per la lotta.
L’ora non passava
più… infine arrivarono le 23.55, le persone uccelli erano andati dentro a una
piccola casetta, ma ecco che scattarono le 24.00, e tutti iniziarono a sparare
petardi, fumogeni ecc… gli uccelli arrivarono e incominciarono a sputare fuoco
e fecero morire tante persone e infine
un poliziotto molto arrabbiato cercò con il suo fucile di beccarli, ma
non riuscì e morì poi anche lui.
Insomma fu un
capodanno da incubi.
martedì 27 gennaio 2015
Horror Spirit (Alice Antonucci)
Stavo tornando a casa dal mio solito allenamento di
pallavolo.
Sono le
20.30 ed io, Francesca Pecora,
sono ancora
in mezzo ai boschi per cercare la mia bellissima villetta in fondo al vicolo.
Cammino quando ad un tratto mi inciampo in una grossa pietra:
<<Ahia>> grido e sento solo il rimbombo della mia voce. Mi guardo
il piede, lo scopro e quando lo scopro trovo una grossa ferita. Mi rialzo e mi
riavvio verso casa. Ad un tratto sento, no anzi scorgo tra gli alberi uno
presenza, che non sembra umana… mi spavento e inizio a correre, corro anche se
la ferita mi brucia. Vedo la mia casa a pochi metri, ma c’è qualcosa che mi
offusca la vista: sembra…no anzi è uno spirito… provo a toccarlo, ma la mano
trapassa attraverso il suo corpo. Inizio a gridare e mi accorgo che non sto
risolvendo niente, allora smetto. Alzo la testa per controllare se era vero e
vedo un’ombra bianca, che ha vestiti strappati e che a un certo punto mi dice:
<<Vieni da me Francy, vieni da me piccola mia!!>>
Ho i
brividi, riesco a malapena a respirare… recupero la mia borsa caduta a terra e
inizio a scappare, lo spirito mi insegue e ci metto tutta me stessa per correre
più veloce che posso. Dopo 5 lunghi minuti finalmente arrivo a casa mia, mi
volto e vedo che lo spirito non c’è più.
Entro in
casa madida di sudore e ancora tremante. Mi svesto e mi siedo sul divano, mi
copro la faccia col cuscino e inizio a piangere. Dopo un po’ di tempo qualcuno
mi toglie il cuscino dalla faccia, apro gli occhi e vedo mia sorella, Lucia,
davanti a me che parla al telefono con il suo fidanzato, Marco, e che scocciata
mi chiede: <<Che hai?>>
<<Non
sono affari tuoi!>> le rispondo io fredda. Lei se ne va e subito dopo
arriva mia mamma: <<Che hai piccola mia? È andato male l’allenamento?
Perché piangi?>>
<<Ciao
mamma sei gentile a preoccuparti per me ma…non è successo nulla di tutto
questo…>> e con molta calma le spiego tutto quello che mi è successo 3
minuti fa. Appena ho finito di parlare lei mi dice: <<Sapevo che tutte
questo sarebbe accaduto>> e se va arrabbiata senza dire altra parola.
Mi rimetto
a piangere e dopo 3 secondi sento una voce che mi chiama: <<Francy,
Francy, svegliati è pronta la colazione! Muoviti che non ho voglia di aspettare
sempre te…io ho fame!>> mi sveglio e mi sento strana… dopo essermi
svegliata per bene capisco che per fortuna era solo un sogno…meno male! Scendo
veloce a fare colazione e trovo Lucia che, come sempre, parla al telefono con
Marco, Paolo e Pietro (i due gemelli della famiglia) che invece si stanno
abbuffando come bufali. Mi siedo e mangio con tranquillità. Quando ho finito mi
vado a stendere sul divano, ma appena mi siedo inizio a sentire un fastidio
madornale alle orecchie; provo a tapparmele, ma niente il rumore non se ne va. Allora
inizio a ribellarmi, chiamo mia mamma, me le tappo, me le ritappo, inizio a
gridare e finalmente il rumore non si sente più. “Che strano” penso tra me e
me.
Vado in
camera per prendere la cartella, torno giù e mi avvio per i boschi, verso la
scuola. Sono a metà strada circa e vedo qualcosa davanti a me; chiudo gli
occhi, faccio un bel respiro e quando li riapro la vedo sempre più vicina,
sembra un animale, un animale feroce. Comincio ad urlare, provo di nuovo a
chiudere gli occhi, li riapro e non vedo più niente, ci sono solo miglia e
miglia di alberi davanti a me; dev’essere stata un’allucinazione.
Dopo 10 minuti
arrivo a scuola, entro in classe e non vedo la mia migliore amica, neanche le
mie 7 amiche del gruppo e neanche il ragazzo che mi piace, Jason. Mi sto
iniziando a preoccupare. Cerco il più possibile di non pensare a tutte le cose
che mi sono successe e mi siedo davanti alla cattedra. Quando finalmente è
finita la scuola torno a casa, ma stavolta decido di prendere la strada
sterrata, così almeno non mi può succede nulla di strano.
Invece mi
sto sbagliando: appena metto un piede dentro a quella strada cado in una buca
“invisibile”. Non riesco a tirarmi su e cerco di dimenarmi, ma niente, non
riesco ad uscire. Ormai la buca mi sta risucchiando e non mi viene altra
soluzione. Cerco di pensare, ma non ho idee. Mi metto a piangere, per sbaglio
comincio ad urlare e stranamente mi ritrovo di nuovo con i piedi sulla ghiaia.
Guardo
l’ora: sono le 4.10. <<Cavolo sono in ritardo!>> allora mi metto a
correre. Arrivo a casa, entro e non vedo nessuno. <<È strano, di solito a
quest’ora mia mamma c’è sempre, e oggi è pure martedì e quindi né i gemelli né Lucia
hanno allenamento. Ma che sta succedendo?>> mi chiedo. Vabbè magari
saranno in giro. Cerco di non pensare neanche a questo, faccio merenda veloce e
subito quando ho finito vado di sopra per prendere la borsa di pallavolo. Apro
l’armadio e subito non la vedo; provo a cercare in tutta la casa, ma niente non
c’è da nessuna parte. Molto preoccupata prendo il telefono e chiamo mia mamma.
“Drinnnn…Drinnnn…Drinnnn” ma non risponde. Prendo il mio cuscino preferito e
inizio a sbatterlo di qua e di là. A un certo punto mi cade a terra, mi chino
per raccoglierlo e appena abbasso la testa sotto il mio letto scorgo una
curiosa cosa di colore blu. “Sembra la mia borsa!” alzo le coperte, e mi infilo
sotto il letto. <<Aiutooooo>> grido. C’è una grossa mano sporca e
senza unghie che mi sta fermando la circolazione nel braccio sinistro. Provo a
dargli duo colpetti, ci sputo sopra, la mordo, ma niente non si vuole proprio
levare!
Allora,
come sempre, mi metto ad urlare e in un batter d’occhio la mano sparisce dalla
mia vista. “Per un pelo” e finalmente trovo la mia bellissima borsa. La prendo,
ci metto all’interno scarpe e ginocchiere e mi avvio verso la palestra, questa
volta però con la bicicletta.
Per una
volta arrivo sana e salva in palestra. Velocemente entro, mi cambio e inizio l’allenamento.
Dopo 3
lunghissime ore di esercizi, addominali e flessioni finalmente me ne torno a
casa; anche questa volta senza essere stata “mangiata dagli alieni”. Entro in
casa con la mia solita stanchezza e di nuovo non vedo nessuno. Provo a
controllare in cucina e finalmente vedo Lucia! Le vado incontro e lei mi grida:
<<Stai lì dove sei non ti avvicinare sono un mostro!>> <<Ma
che ti succede Lucy tutto a posto?>>
<<Sì
certo, non ti immischiare nei miei affari sono già abbastanza seccata di
mio…>>
Non ha
neanche finito la frase che io me ne ero già andata via…quando è seccata meglio
lasciarla stare. “Però voglio vedere che combina, quindi la vado a spiare!”
apro un pochino la porta della cucina e non la trovo più. “Uffa che barba prima
è in un posto poi nell’altro…uffa…ma quando è che se ne va a vivere con Marco?
Non la sopporto più!” Finita la mia osservazione importante (per me) ma crudele
la vado a cercare in bagno, il suo posto preferito! Apro di poco la porta e la
guardo, la fisso, i miei occhi si incrociano con i suoi. Ad un tratto i suoi
occhi diventano rossi, rosso fuoco e vedo che le sue mani si stanno congelando.
La osservo bene, si gira, mi guarda fissa negli occhi, ma non reagisce, mi
continua a fissare e vedo che la sua faccia sta diventando verde, verde mela…la
continuo a fissare, lei si gira verso il gabinetto lo prende come se lo stesse
per rompere e ci vomita dentro. A me non fa per niente schifo e quindi continuo
a guardarla con gli occhi spalancati. Ha finito di vomitare si gira e mi guarda
di nuovo dritto negli occhi. Io osservo la sua faccia; non ce l’ha più verde,
ma bianco pallido. La osservo bene da cima a fondo: è vestita da sguattera, con
le mani che si stanno per staccare, i cappelli alla Crudelia De-mon e gli occhi
gialli canarino. Le scarpe da ginnastica con mezzo piede fuori sporco lurido.
Beh direi che è posseduta.
Distolgo
immediatamente lo sguardo, chiudo la porta, aspetto 5 minuti con l’ansia e la
paura che mi stanno salendo sullo stomaco e la riapro piano piano. La apro e la
vedo tranquilla che si guarda allo specchio vestita normalmente, come se nulla
fosse successo.
Mi sto
iniziando a preoccupare, anzi in verità sono alquanto spaventata, ma non riesco
a pensarci molto perché ho un terribile mal di pancia. Provo ad andare al
bagno, ma niente. Ora ho anche una terribile voglia di vomitare, allora mi
stendo nel letto. Mi addormento e dopo 2 ore mi risveglio sul divano della
cucina…<<Chi è che mi ha spostato dal letto al divano?>> chiedo io,
ma mi sembra di parlare con i muri perché non vedo, di nuovo, nessuno.
<<Ti sei spostata da sola amore mio!>> dice ad un tratto una voce
che mi pare famigliare…la voce di mia mamma!
“Ma da dove
proviene?” mi chiedo io preoccupata. Vado a controllare in cucina, in camera da
letto, nello studio, nel bagno, nella sala giochi, nella sala degli ospiti, nel
secondo bagno, nella sala da pranzo, nel salotto più piccolo e anche in
giardino, ma non trovo nessuno. Mi spavento a morte anche perché un secondo
prima sentivo mia sorella parlare con Marco. Rientro a casa, prendo la mia
borsa di Armani, mi infilo velocemente le mie Hogan e il Moncler e parto di
corsa da casa per andare dalla mia migliore amica, Marta. Per sbaglio mi
dimentico di prendere la bici, quindi vado a piedi.
Decido di
passare nel bosco perché voglio vedere cosa succede. Cammino e a metà strada
scorgo di nuovo qualcosa di strano. Sembra l’animale che ieri mi veniva
incontro. Provo a chiudere gli occhi e quando li riapro non vedo più niente,
solo alberi e cespugli; però sento che c’è ancora una presenza…una presenza che
non sembra umana, o forse sì non lo so. Cerco di non pensarci e vado avanti.
Dopo un po’
di tempo finalmente vedo la casa di Marta, corro e arrivo là sana e salva.
Quando arrivo davanti alla sua porta provo a bussare, ma non mi apre nessuno;
allora suono, 1,2,3,4,5,6,7 volte, ma no…nessuno mi viene ad aprire. Guardo in
alto e vedo che tutte le luci sono accese. <<Visto che nessuno mi apre
provo ad entrare dalla finestra!>> esclamo al vuoto. Inizio a scavalcare
balconi contro balconi finché finalmente arrivo alla porta della sua camera.
Busso, busso, busso e ribusso, ma sembra che Marta non c’è. Purtroppo non
riesco a vedere oltre la porta perché ci sono le tende allora provo a spingerla
e finalmente si apre. Entro e sembra tutto normale; a parte qualcosa di
insolito sotto le coperte. Con l’ansia addosso provo ad alzarle e vedo un
corpo, un corpo che sembra un cadavere.
<<Oddio>>
grido io senza pensarci. È veramente orribile. È steso sul letto di Marta,
probabilmente stava mangiando della pizza perché ci sono resti di pomodoro sul
pavimento. Sembra…sembra sua madre…Oddio! Provo ad annusare il cadavere ed ha
un buon profumo…<<È il profumo di Dior che ho regalato io a Marta e che
spesso si metteva la mamma…forse è veramente lei…>>; mi sto veramente
preoccupando, mi allontano e mi avvicino alla porta senza controllare. La apro
e mi butto giù dal balcone. Non so perché l’ho fatto, ma sono talmente
spaventata che il mio cervello non sa più cosa pensare!
Mi calmo, o
almeno cerco di calmarmi. Mi riavvio verso casa e mentre sto camminando per il
bosco vedo di nuovo in lontananza quell’animale odioso. Mi fermo e decido di
affrontarlo. Mi siedo sul prato umido e aspetto. L’animale non si muove, allora
decido di alzarmi e andargli incontro. Inizio a camminare verso di lui e più
gli vado vicino, più mi viene da vomitare. Decido di fermarmi, non ce la faccio
più. Sento un blocco in gola e, se non basta, ho anche l’ansia. Mi fermo.
Prendo una boccata d’aria e chiudo gli occhi. Quando li riapro, come era
successo ieri, mi ritrovo “l’animale” davanti agli occhi. Faccio un salto e
decido di non correre, mi metto solo ad urlare perché quella roba non è un
animale, ma uno…uno spirito. <<Mamma, Mamma, Mamma>> grido più
forte che posso. Sono vicinissima a casa e quindi mi dovrebbe sentire, ma non
vedo nessuno che arriva. Mi volto di scatto e vedo quello spirito dietro di me,
mi sta per toccare, allora io mi metto a correr verso la porta, l’ho quasi
raggiunta, eccola finalmente.
Afferro la
maniglia, ma non si apre. <<Apriti!>> urlo spaventatissima. Lo
spirito è sempre più vicino a me! Sforzo la maniglia, provo ad urlare ma non si
apre. Allora decido di provare a romperla, le tiro calci, pugni, quando
finalmente riesco a fare un grosso buco in mezzo. Entro e vedo la casa tutta in
disordine e sento qualcuno urlare, sono i miei fratellini. Sembra provenire da
sopra. Vado a controllare e sì, sono loro e con loro c’è Lucia che sta cercando
di liberarli perché hanno intorno alla bocca delle corde e sono legati alla
sedia. Fisso Lucia per capire cosa sta cercando di fare e appena lei mi guarda
dritta negli occhi gli diventano rossi e inizia a picchiare i fratellini. Mi
sta per venire un attacco di panico. Mi arrabbio e inizio a picchiare Lucia,
lei mi tira un pugno in faccia e io sono sempre più incavolata. Allora scendo
le scale, vado in cucina, apro il cassettino e prendo quel famoso oggetto che
taglia. Lo prendo, vado di sopra e vedo Lucia che sta di nuovo picchiando i
fratellini. Sono al limite della collera, afferro il coltello e con un colpo
netto taglio la mano a Lucia.
Lei inizia
a sanguinare e vedo che la mano si sta ancora muovendo, allora la accoltello
fino a frantumarla. Non so cosa mi sta succedendo, ma è come se qualcosa mi sta
comandando, contro la mia volontà. Mi calmo e cerco di non pensare a tutte le
cose che stanno succedendo. Vado in bagno, mi guardo allo specchio e vedo
qualcosa nei miei occhi, vorrei chiuderli, ma non ci riesco, allora con la
forza della mente cerco di scacciare via quell’orribile creatura che vedo nei
miei occhi, ma non ci riesco.
Esco dal
bagno e vado in salotto dove vedo lo stesso spirito che mi perseguitava nel
bosco prendere Marta per il collo. <<Lasciala stare!>> grido
infuriata, lo spirito ad un tratto si tappa le orecchie con i piedi. <<Ma
cosa sta succedendo?>> mi chiede Marta in lacrime. Comincio a piangere
anche io e con un forte bruciore al cuore le rispondo: <<Non lo vedi
quello spirito? Ti sta strattonando! Cerca di dimenarti!>> <<No! Io
non vedo nessuno spirito! Però ho qualcosa al collo che mi dà un fastidio
tremendo, mi sta soffocando e non capisco cos’è!>>; non le rispondo e
corro in cucina. Prendo un fazzoletto e glielo porgo. Lei mi tira uno schiaffo
sulla bocca e io mi infurio. Vado a riprendere il coltello pieno di sangue per
le scale e non sopporto più di vedere Lucia che tratta male i fratellini, allora
afferro il coltello e glielo lancio dritto nel cuore. Subito mi volto, recupero
il coltello e scendo le scale. Quando arrivo davanti a Marta non ce la faccio,
è più forte di me, devo ucciderla.
Ora ho
capito cosa mi succede, perché c’è una parte di me che non vuole ucciderla per
nulla al mondo e invece c’è qualcosa che mi costringe ad ucciderla! Ora ho
capito tutto…ma prima devo ucciderla!
Afferro il
coltello e senza guardare lo lancio a caso e, indovinate, becco proprio il suo
cuore. Cade a terra come un sacco di patate.
Ho la bava
che mi esce dalla bocca, gli occhi rossi, sono mezza gobba e ho una voglia
tremenda di ammazzare qualcuno.
Ad un certo
punto capisco che lo spirito che mi perseguita è mia mamma. Perché è davanti a
me ed è uguale a lei…anzi no è lei! <<Ma…ma…tu sei mia mamma?>>
<<Brava
finalmente ci sei arrivata!>>
<<Ma
che mi sta succedendo mamma?>> cerco di dirle io piangendo
<<Hahahahaha
certo che sei proprio tonta. Io sono morta da ormai 10 anni, e riesco a essere
ancora umana grazie ad una persona… ma quando voglio posso diventare uno
spirito ed entro nelle persone che mi incuriosiscono e per fortuna ho solo un
difetto…le urla! Vabbè comunque stavo dicendo che tu sei una di quelle! Mi
dispiace ma…ti ho posseduta e non riesci a controllarti…>>; a sentire
quelle parole mi viene un attacco di panico. Vado in bagno, mi guardo allo
specchio e non sono più la Francesca che tutti conoscono, ma un’altra persona.
Mi spavento e corro dallo spirito; mentre scendo le scale inizio a bestemmiare
e a urlare, sperando che lo spirito se ne vada e mi faccio paura da sola. Entro
in cucina e lo spirito non c’è. Mi giro di scatto e me lo ritrovo a 2 metri di
distanza; “Non ha funzionato” penso. Lo guardo con la faccia arrabbiata e, non
so il motivo, scoppio in lacrime. Ho la tentazione di prendere quel coltello e
allora lo afferro. Non capisco che messaggio mi vuole inviare il mio corpo.
Prendo il coltello e lo lancio dalla finestra. Scoppio in lacrime mentre lo
spirito mi prende per mano e mi porta con lui. <<Dove mi porti? Lasciami
stare>> e inizio a gridare. Ma lo spirito si tappa le orecchie e continua
tranquillo il suo percorso.
<<Vuoi
stare zitta?>>, allora io obbedisco e chiudo la bocca. Mi guardo intorno:
la mia casa è tutta disordinata con 2 cadaveri e 2 persone vive che non so
neanche che fine faranno, ma io lo so che fine farò io: la fine del diavolo, lo
so per certo!
Sono ormai
passati 30 anni, e io vivo ancora nell’inferno con la speranza che un giorno
potrò rivedere il mondo reale.
Alice Antonucci
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