martedì 12 novembre 2013

Un’avventura a Nordwich

Nordwich, una terra lontana, era divisa in 5 parti, solo 4 delle quali erano protette da guardiani molto potenti, ma l’ultima era un posto oscuro, una terra desolata dove regnavano il male e l’odio più puro. Questo posto chiamato “la terra di Faster” era popolato da esseri mostruosi come troll e goblin e governato dalla persona più cattiva e crudele che si potesse vedere nel raggio di chilometri: il suo nome era Crow. Ma non tutte le terre erano così, infatti le altre 4 terre erano legate a un elemento: la terra dei boschi, la terra dell’aria, la terra dell’acqua e quella del fuoco. Una leggenda racconta che molto tempo fa nacquero creature mistiche legate ad uno dei cinque elementi; queste creature erano lupi di cui uno con le ali, il loro nome era: Aviupus.
Nella terra dei boschi c’era, come si può dedurre dal nome, un immenso bosco dove si potevano trovare tutte le creature fantastiche di Nordwich: dai draghi alle fenici, dalle chimere ai grifoni…insomma proprio di tutto! In questo enorme bosco, chiamata la Foresta Proibita, ci viveva un popolo di maghi molto legati alla natura, infatti più la natura soffriva più queste persone si ammalavano o addirittura morivano nei casi più estremi; questo era il popolo di Ninfea. Questo popolo aveva numerose leggi ma la più importante era: qualsiasi bisognoso sul cammino troverai, tu lo curerai; infatti questo villaggio si divideva in due classi sociali: i curatori e i sussurratori. I curatori si assicuravano che le creature del bosco stessero bene; infatti chi lo diventava faceva lunghi pellegrinaggi lontano dal villaggio, mentre i sussurratori avevano il potere di parlare con le piante, queste ultime dicevano ai sussurratori dove un malcapitato fosse ferito o malato, quindi tutte le persone del popolo di Ninfea contribuivano  a fare del bene alla natura.
Una ragazza di questo villaggio, Iris, voleva diventare curatore; infatti voleva avventurarsi nella foresta, ma per diventarlo doveva studiare come tutti gli altri. Iris era speciale, aveva un potere che solo una persona poteva avere, ma lei non lo sapeva, ma l’avrebbe scoperto in un altro momento. La foresta, e le creature che ci abitavano, erano governate da due grifoni, re e regina. Il popolo di Ninfea  sapeva che molto presto i sovrani della foresta  avrebbero avuto un piccolo, Iris era eccitata perché sapeva che  i piccoli di grifone nascono solo ogni 5 anni! Pochi mesi dopo nacque il piccolo tanto atteso ma non era come tutti, aveva qualcosa di più: ali di fuoco.
Intanto nelle terre di Faster, arrivò a Crow la notizia dell’ultima nascita, sapeva anche lui che quel piccolo non era normale, ma Crow aveva altri progetti per lui: impossessarsene e strappagli tutti i poteri facendolo diventare solo un grifone  inutile. Quindi partì con il suo oscuro esercito verso la terra dei boschi…
A Ninfea, qualcosa turbava il vecchio saggio e le piante: qualcosa di oscuro e tenebroso si stava avvicinando. Il saggio, conoscendo bene Iris come se fosse suo padre, convocò Iris alla sua capanna per due chiacchiere. Iris accettò con stupore, quando il saggio convocava qualcuno con quell’espressione non indicava nulla di buono; infatti era proprio così: quando Iris arrivò alla capanna si sedette davanti ad una buona tazza di tè verde e bambù e disse: “Oh vecchio saggio perché mi hai convocata qui da te?” e il saggio rispose: “Ho scelto di farti venire qui da me perché sento che una minaccia oscura incombe su questa foresta e conoscendoti so che ti vuoi avventurare nella foresta; ti ho scelto tra noi per compiere una missione importante: salvare la Foresta Proibita”. Iris dopo questa piccola conversazione ci rimase di sasso e non sapeva se sorridere o avere paura; per questo ribatte: “Ma come farò, io, a salvarvi da questa minaccia?”; il saggio divertito disse: “Ti dico una cosa che non ripeterò quindi fai attenzione: per salvare questo posto proteggere il piccolo dalle ali dorate dovrai e superando le 4 prove protettore di  Ninfea sarai…”; dopo di che Iris lo tempestò di domande: “Ma quale piccolo dalle ali dorate? Quali prove? Protettore di Ninfea?” ma senza alcuna risposta Iris capì che era il momento di andare e si congedò salutando il vecchio saggio con un piccolo inchino.
Dal quel giorno capì che per il bene del popolo e delle creature della foresta doveva partire perciò il giorno dopo mise in una borsa tutto ciò di cui aveva bisogno: pozioni curative, coperte con arco e frecce per difendersi dai possibili predatori e un po’ di cibo, in più il vecchio saggio le diede un libro magico e raccomandò a Iris di non aprirlo assolutamente finché non avesse trovato il suo compagno di viaggio. Salutando cari e amici, partì per la sua missione eroica nella foresta, che la inghiottì.
Quella sera si  riposò vicino ad un albero cavo molto robusto e apparentemente molto anziano, quindi si sedette, cercò la legna per accendere un bel fuoco per scaldarsi, fatto ciò per non sentirsi sola iniziò a parlare all’albero di sana pianta: “Lo sai, sei molto fortunato, tu non devi salvare un mondo da un psicopatico che vuole  impossessarsene… Tu te ne stai qui tutti i giorni trascorrendo la tua vita tranquilla e serena…Visto che non sono mai stata nel bosco dimmi: ci sono animali notturni e feroci?”; sperando e attendendo una risposta, dopo pochi minuti un rumore assordante provenne da pochi metri da lei quindi tutta spaventata prese in mano arco e frecce  andando verso il rumore misterioso. Quando arrivò dal rumore vide un drago che cercava di sottrarre la preda che un grifone, con le ali di fuoco aveva preso. Lei rimase a bocca aperta, che dico, spalancata quando vide la scena; allora ricordò: “Per salvare questo posto proteggere il piccolo dalle ali d’oro dovrai…il piccolo dalle ali d’oro….ali d’oro…”  ripetendo fino alla nausea la prima parte dell’oracolo detto dal vecchio saggio capì e quindi spaventò il drago scoccando una freccia in aria; lui sentendo il rumore sa ne andò con un gran sibilo mentre il piccoletto mollò la preda e si leccò una zampa dove Iris notò che aveva una grossa ferita;  allora disse: “Ascolta se vuoi stare al sicuro qui in questa foresta ti conviene venire con me, ho tutto il necessario, ti aiuterò a  rimetterti in sesto”. Il piccolo allora sentendo quelle parole così rassicuranti la seguì fino all’albero dove Iris calmò il piccolo e gli fasciò la zampa e in seguito gli diede un pezzetto di carne.
Iris allora disse: “Ascolta posso chiederti una cosa?”. Il piccolo smise un attimo di mangiare e fu tutt’orecchi per lei. “Bene, allora so chi sei, e mi serve il tuo aiuto: devi aiutarmi a scovare le 4 leggende e superare le 4 prove, solo così potremo salvare  Nordwich!”. Il piccolo si alzò in piedi e emise un grido forte in segno di approvazione e dopo questo rumore assordante guardò Iris con occhi dolci, Iris sorrise e poi sentì rimbombare una voce nella sua testa: “Io sono Zakyra e ti aiuterò ad affrontare le prove che ci aspettano”. Iris si spaventò tantissimo e iniziò a guardarsi intorno confusa e spaventata e poi risentì: “Sono io, il grifone davanti a te!”. Lei guardò il grifone con occhi spalancati, come se avesse visto un fantasma. Dopo essersi calmata si ricordò del libro datole dal vecchio saggio e quindi si buttò a capofitto sulla borsa e cercò in fretta e furia il libro. Tentò di aprirlo ma non si era accorta che il libro stava già parlando: “Bene Iris, hai trovato il piccolo dalle ali dorate, ma per aprirmi e leggere le informazioni necessarie per il viaggio, dovrai fare una cosa: staccare una piuma dal grifone con le ali di fuoco e darmela”. Detto questo comparve vicino al libro una foglia di quercia dove appoggiare la piuma. Iris si avvicinò a Zakyra e gli chiese: “Scusa Zakyra mi serve una tua piuma per aprire il libro, potresti gentilmente darmela?” Zakyra con il suo lungo becco staccò una sua piuma dalle ali, che sotto gli occhi di Iris ricrebbe all’istante, e gliela porse. Iris ringraziò Zakyra e mise la piuma sulla foglia a terra, che scomparve. Il libro ricominciò a parlare: “Bene, grazie per la piuma Iris, adesso mi aprirò e tu potrai leggere ciò che ti servirà, buona fortuna per la missione!”. Il libro emise un rumore simile allo schiocco delle dita e si aprì di qualche pagina. Iris era soddisfatta e ritirò il libro per andare a dormire. Stava per incominciare l’avventura che avrebbe salvato Nordwich.
Il mattino seguente Iris aprì gli occhi e vide Zakyra con un  frutto in bocca, che per colazione ne porse uno anche a lei. Zakyra iniziò a picchiettare il frutto con un artiglio e quando sentì un rumore simile a quando si stappa una bottiglia, infilò il becco nel frutto, bucandolo. Dopo essersi ripulita il becco iniziò a succhiare il liquido di quel frutto chiamato “il frutto dei sognatori”; intanto Iris si chiedeva come avrebbe fatto ad aprire il frutto che aveva in mano: lei non aveva artigli o becco. Ma volle comunque provarci; iniziò a picchiettare il frutto con le dita e quando sentì quello strano rumore con una freccia lo bucò. Dopo essersi rimessa in forze Iris chiese a Zakyra: “Ci mettiamo in cammino?” Zakyra però disse: “è meglio se leggiamo qualche informazione sul libro, io non so dove devo andare.” Iris capendo che aveva ragione prese il libro e iniziò a cercare l’Aviupus della Terra. Il libro descrisse l’essere come un grosso lupo senza ali, le zampe che parevano di legno, il pelo di erba e la coda lunga come l’edera e con il simbolo di un albero sulla fronte. Era legato alla terra e si trovava  vicino ai Tronchi Incrociati. Lette queste informazioni Iris montò in sella a Zakyra e volarono verso il centro della Foresta Proibita.
Crow invece  faceva altro: aveva preso il controllo mentale di alcune creature della foresta e gli ordinò insieme al suo esercito oscuro di iniziare a tagliare tutti gli alberi che trovavano sul loro cammino. “Non mi importa se questi alberi sono una casa per delle creature, quindi io dico di far sparire tutti gli alberi nel raggio di chilometri: cioè fino a quando non vedete un grosso masso con il simbolo di un  albero…State tranquilli ci arriveremo oltre il masso ma prima devo far spostare quegli indigeni da lì…” disse con faccia disgustata. Facendo un cenno ad un pipistrello su un albero disse: “Potete iniziare…” poi si allontanò nella foresta, nell’ombra.
Iris e Zakyra atterrarono nel centro della foresta, dove c’erano i  Tronchi Incrociati: i Tronchi Incrociati erano due immensi alberi che  si erano avvinghiati come una treccia. Quando furono atterrati  sentirono un gran silenzio intorno a loro, ma poi sentirono una voce che diceva: “Complimenti miei accaniti viaggiatori, siete arrivati fino da me: l’Aviupus della Terra.  La mia prova è basata sulla generosità. Iris, tu mi dovrai portare un oggetto: l’amuleto del guardiano della notte. Però sappi che non vive solo di notte questo essere fatato, ma anche di giorno quindi hai tempo fino al tramonto per portarmelo. Buona fortuna!”. Dopo queste parole scomparì velocemente come era arrivato…Col vento.
Iris montò in sella a Zakyra e volò fino alla Macchia Oscura, posto dove stanno le creature della notte, sperava che lì avrebbe trovato ciò che cercava. Arrivati alla Macchia Oscura sentirono un silenzio di tomba e iniziarono a camminare molto lentamente, ma ad ogni passo che facevano Zakyra era sempre più irrequieta: aveva le ali spalancate e soffiava con la bocca come un gatto pronto all’attacco. Dopo un po’ nella foresta sentirono dei cespugli muoversi e allora Iris tirò fuori arco e frecce e puntò verso i cespugli ma da lì uscì solo un lupacchiotto innocuo, un Licantropo Silente. In verità quei lupacchiotti non erano del tutto innocui, di giorno ingannavano le persone trasformandosi in dolci cuccioli, ma di notte si trasformavano in esseri spaventosi e terrificanti: dei licantropi che ululavano alla luna e che andavano in cerca di qualche spuntino notturno. Per fortuna non avevano aggredito nessuno per ora. Comunque non era lui il guardiano della notte, doveva essere qualcosa di più grande: un drago. Dopo poche ore videro un’immensa grotta dietro ad un abete da cui provenivano strani rumori. Iris capì che lì avrebbe trovato quello che cercava. Entrò in quella grotta spaventosa e dopo aver attraversato un po’ di cunicoli si trovò davanti un immenso drago nero. Iris disse a Zakyra: “Prova a svegliarlo con uno dei tuoi gridi, e digli che siamo venuti per chiedergli l’amuleto della notte”. Zakyra obbedì e lanciò un grido che riuscì a svegliare il poveretto che dormiva; inoltre Zakyra aggiunse che non voleva fargli del male. Il drago insonnolito si presentò: “Io sono Halong, drago nero e guardiano della notte, ditemi, cosa volete?” Iris disse: “Vorremmo il tuo amuleto, ci serve per salvare questa foresta e il mondo intero! Ti prego daccelo!”. Il drago confuso disse: “Cosa? Vuoi un frutteto per nuotare questa  foresta e il pollo intero?” Iris delusa si mise le mani in testa  e vide da uno spiffero che mancava poco tempo al tramonto e allora disse: “Ti prego Halong dacci l’amuleto che porti al collo!” Halong intravide dai suoi grandi occhi color rosso fuoco il grifone dalle ali di fuoco e allora capì, si alzò in piedi e con la sua immensa bocca staccò l’amuleto dal collo e lo lanciò a Iris e disse: “Sei tu la prescelta che salverà il mondo, prendi questo amuleto: è tuo fanne buon uso!” Iris lo prese e chiamò Zakyra con un fischio e volò via dalla grotta e tornò ai Tronchi Incrociati. Appena atterrò sentì di nuovo silenzio e poi riapparve l’Aviupus della Terra che disse: “Sono sbalordita, Iris, complimenti, hai preso ciò che ti serviva senza fare del male a nessuno, brava io ora mi trasformerò in un ciondolo dandoti il potere della generosità.” Detto questo fece un balzo e si trasformò in un piccolo ciondolo a forma di smeraldo color verde. Iris lo raccolse e se lo mise al collo e poi aprì il libro e cercò l’Aviupus del fuoco: “L’Aviupus di fuoco è un immenso lupo con la pelliccia di fuoco e le zampe fatte di brace, con il simbolo di una fiamma sulla fronte. Si trova nella Pianura dei Draghi, nel regno di Fuoco.” Conoscendo la prossima destinazione Iris montò Zakyra e volò nel regno del fuoco.
Desolata, buia, cupa, pezzi di albero e terra arida  era la descrizione di come aveva ridotto Crow la foresta, neanche un suono, un fiore, una foglia per terra…Si sentivano solo creature mostruose arrivare e sterminare la natura e la risata che faceva gelare il sangue nelle vene: avrebbe continuato e distruggere fino ad arrivare a Ninfea dove già buona parte delle persone non era in forma come era un tempo.
Iris arrivò nella terra del fuoco: non era come se lo aspettava. Era solo un gran deserto con strani esserini simili a topi con la coda che era un serpente: si chiamavano Topenti. Zakyra chiese a uno di questi Topenti: “Scusa, sai per caso dove si trova la Pianura dei Draghi?”. Il Topente disse: “Ma certo! Basta continuare sempre dritto fino a quando non trovate un vulcano.” Zakyra riferì a Iris quello che gli aveva detto il Topente e volarono verso il vulcano. Arrivati al vulcano stettero lì a guardare un po’ la lava ma poi sentirono: “Se siete arrivati fino a qui dovete essere davvero molto coraggiosi. Meglio per voi. Io sono l’Aviupus del Fuoco e immagino che voi siate Zakyra e Iris. La mia prova è basata sul coraggio quindi dovrete dimostrare di averne per superare questa prova.” Dopo queste parole emise un ululato e un turbine di fuoco avvolse Zakyra e la fece sparire. Iris preoccupata disse: “Cosa hai fatto a Zakyra? Dove è finita?”. L’Aviupus rispose: “è la tua seconda prova Iris: dovrai salvare Zakyra attraversando questa fune di corda ma attenzione! Sotto di te c’è un immenso lago di lava bollente.” Iris deglutì per la paura ma ebbe coraggio e iniziò a camminare sulla fune ma poi sentì un grido: erano grida di drago. Dopo un po’ arrivarono draghi a frotte che fecero sbilanciare Iris ma lei  per salvare Zakyra non si arrese e continuò. Arrivata da Zakyra dovette liberarla dalle corde, ma con cosa? Allora trovò un dente di drago vicino a Zakyra, sull’altra sponda del vulcano; si allungò finché poté e ci riuscì; iniziò a sfregare le corde una dopo l’altra finché riuscì a liberare il suo amato grifone. Iris senza pensarci ci montò sopra e gli ordinò di andarsene da lì. Zakyra obbedì e volò via. Quando riatterrarono l’Aviupus ricomparve e disse: “Complimenti Iris, per salvare Zakyra hai messo in pericolo te stessa. Un atto davvero nobile. Io, come il precedente Aviupus, mi trasformerò in un ciondolo così avrai sempre con te il coraggio.”  Saltò e si trasformò in un ciondolo a forma di rubino. Iris lo raccolse e come il precedente se lo mise al collo e poi disse a Zakyra: “Oggi abbiamo fatto tanto: abbiamo superato 2 prove su 4. Domani facciamo la stessa cosa e  potremo finalmente sconfiggere il nostro nemico. Spero che a Ninfea non sia capitato niente. Andiamo a cercare riparo per la notte.” E così fecero: trovarono riparo vicino a un fiume: il fiume dei miraggi. Mangiarono pesce quella sera e dopo aver letto qualche pagina del libro si addormentarono.
La mattina seguente, vicino al fiume dei miraggi, Iris e Zakyra si svegliarono e cercarono qualcosa da sgranocchiare prima del viaggio. Trovarono il Dattero del Fuoco  e ne mangiarono almeno 3 grappoli! Dopo aver fatto l’abbondante colazione Iris disse: “Consultiamo il libro e poi partiamo per la prossima meta”. Prese il libro, lo aprì e cercò l’Aviupus dell’Aria e trovò: “L’Aviupus dell’Aria si trova nella Terra dei Venti ed è un lupo con le ali e la pelliccia candida come la neve. Si trova alla radura dei venti e sulla fronte ha un simbolo che somiglia ad una nuvola”; sapendo le coordinate Zakyra e Iris si misero in viaggio per la Terra dei Venti.
Dopo aver sterminato buona parte della foresta Crow mise a riposo il suo esercito e andò alla Laguna Smeraldo. Vicino a quella laguna viveva uno dei tanti villaggi della Terra delle Foreste: il villaggio Tamang. Crow ci andò camuffandosi da indigeno e scoprì che una ragazza del popolo di Ninfea era partita per salvare la terra di Nordwich superando le 4 prove della leggenda locale. Scoperte queste preziose informazioni decise di dare la caccia a questa “eroina” del posto: stava mandando a rotoli il suo piano; per questo doveva farla fuori.
Intanto Iris e Zakyra avevano raggiunto la Terra dei Venti ma dovevano ancora volare fino alla Radura dei Venti. Arrivati lì si guardarono intorno: era un enorme prato con dei fiori con i petali che somigliavano a fumo, ma che però non finivano mai. Pochi minuti dopo arrivò il tanto atteso Aviupus dell’Aria che disse: “Ciao Iris, ciao Zakyra. Io sono l’Aviupus dell’Aria e la mia prova è basata sull’ingegno. Tu Iris dovrai risolvere un indovinello e se riesci a risolverlo in un minuto mi trasformerò in una amuleto come gli altri prima di me.” Iris convinta che questa fosse la prova più facile accettò senza pensarci su. L’Aviupus disse: “Fai attenzione, non lo ripeterò una seconda volta: sono amico e nemico senza essere tuo parente. Sono rapido e molto lento senza muovermi veramente. Non sono arrivato che già riparto, ma, se vuoi sono sempre presente. Sono giovane e sono vecchio, ma non mi vedi tra la gente” Iris, rimase sconvolta: era difficile! Così pensò che la prossima volta si doveva ricredere su queste prove. Ma ci provò comunque per il bene del mondo di Norwich; pensò a tantissime cose, ma poi Zakyra disse con uno dei suoi messaggi telepatici: “Sbrigati! Non c’è più tempo!” e allora in quel momento si illuminò: il tempo! Proprio in quel momento sentì una campanella che segnava la fine del tempo. L’Aviupus disse: “Iris, hai la risposta?” Lei disse: “Sì, ho la risposta: il tempo.” L’Aviupus sbalordito disse: “è esatto! Complimenti Iris. Ora mi trasformerò in un ciondolo così che avrai accanto a te l’intelligenza.” Con le sue ali volò in aria però tornò giù solo un ciondolo il cui suono rimbombò per tutta la radura. Iris se lo mise  al collo e disse a Zakyra: “Bene, ora che abbiamo il terzo amuleto dobbiamo superare solo un’ultima prova e poi sconfiggeremmo l’oscurità! La rimanderemo da dove è venuta: la terra di Faster!” Aprirono il libro e cercarono l’Aviupus dell’acqua: “L’Aviupus dell’acqua è un enorme lupo con la pelliccia  che pare  acqua e la testa bianca come la spuma di mare. Si trova nella Terra dell’Acqua, alle Pozze Variopinte.” Zakyra e Iris volarono alla Terra dell’Acqua, verso l’ultima prova.
Crow sapeva, grazie alle sue spie, che la ragazzina era lontana, troppo lontana; quindi pensò: “Se non posso distruggere la ragazzina, distruggerò ciò che ama: Ninfea!” e scoppiò in una di quelle risate da super-cattivo, peccato che lui era peggio.
Iris e Zakyra arrivarono alle Pozze Variopinte, nella Terra dell’Acqua. Erano tante vasche iridescenti che cambiavano colore ogni volta che qualcuno le toccava, però quando Iris le toccò non cambiarono colore ma nacque un turbine d’acqua da cui venne fuori l’Aviupus dell’Acqua che disse: “Iris, Zakyra siete qui, complimenti, siete arrivati all’ultima prova. La mia prova è basata sulla prova fisica che messa insieme alle altre doti: generosità, coraggio, ingegno formano la persona dell’eroe più puro. La tua prova consiste nel portarmi quella boccetta. Devi sapere che quella boccetta contiene la spuma di mare dell’Oceano Infinito. Portamela e io farò come gli altri prima di me.” Con un ululato fece comparire un vasca e con una zampata lanciò la boccetta lontano nella vasca. Iris era pronta per tuffarsi quando l’Aviupus le disse: “Oh, quasi dimenticavo: potrai respirare sott’acqua ed avrai una decina di minuti per portarmela”; fece comparire una clessidra  dove scorreva l’acqua e non sabbia; la capovolse e disse: “Via!” Iris si tuffò e iniziò a nuotare velocemente verso la fine della vasca. Ad un tratto, però, vide un enorme, nero pesce lanterna che dormiva, Iris iniziò a rallentare per la paura di svegliarlo, ma prima di prendere la boccetta disse: “è troppo facile, ci deve essere di sicuro un inganno” ma non vedendo trappole, la prese. Sentì un’enorme scossa e un rumore assordante che svegliò il pesce lanterna che appena la vide le corse incontro con aria minacciosa. Lei passò sotto il pesce e nuotò via pensando: “Lo sapevo! Quest’essere malvagio potrebbe divorarmi!” Nuotò e nuotò finché arrivò alla fine della vasca,  dove pensò: “Non ho via di scampo! È la fine!”. Ma poi qualcosa andò diversamente: Zakyra la prese con i lunghi artigli, come dopotutto fa una vera aquila quando caccia. Zakyra l’aveva salvata. Tornando dall’Aviupus disse: “Eccoti la tua preziosa boccetta e grazie mille Zakyra, sarei ancora là sotto se non fosse per te!” L’Aviupus sapeva che Zakyra non avrebbe mai lasciato Iris in difficoltà e allora disse: “Brava Zakyra e brava Iris, ora ti accompagnerò in questo viaggio sotto forma di ciondolo ma ti devo dire una cosa prima: se vuoi veramente che questa minaccia se ne vada lo dovrai desiderare con tutto il tuo cuore.” Fece un balzo e si trasformò in ciondolo, ma quando Iris lo prese una luce abbagliante trasportò lei e Zakyra a casa: dal popolo di Ninfea. Non era la Ninfea di sempre era desolata, vuota.
Iris disse: “Ehi sono tornata! C’è qualcuno?” Si sentì solo una risata agghiacciante e poi una voce che diceva: “Ciao Iris, sono Crow, ho saputo che hai conquistato i 4 poteri essenziali per farmi fuori, ma ti è andata male perché io ho già fatto fuori qualcos’altro: la foresta e il popolo di Ninfea. Se tu mi darai i 4 amuleti e il grifone ti lascerò stare e ti ridarò le persone a te care. Ci stai? è uno scambio più che equo.” Iris spaventata disse: “No! Io ci ho messo impegno per guadagnarmi questi amuleti e a te basta minacciarmi per togliermi tutto quello che ho fatto?” Crow al rifiuto della ragazza emise un lungo fischio e dietro di lui comparvero esseri oscuri e malvagi che accerchiarono Crow, Iris e Zakyra. Crow disse ad alcuni pipistrelli-draghi, i draghelli, di legare il grifone ad un albero e così fecero. Zakyra gridò e poi disse a Iris : “Scappa finché puoi, ti faranno del male, scappa!”. Crow con un sorriso maligno disse a Iris: “Ascolta: ti conviene darmi quegli amuleti se vuoi bene a quell’uccello troppo cresciuto. Dammeli e ti lascio stare.” Iris sentì una sensazione mai provata dentro di sé: rabbia. Camminò fino a trovarsi di fronte a Crow e disse: “Ascoltami bene: ho dovuto attraversare 4 terre e tanti pericoli diversi per avere quello che ti avrebbe disintegrato e avrebbe riportato la pace a Norwich, ma no, mi dovevi mettere i bastoni fra le ruote e fare fuori mezza foresta! Ora lascia Zakyra, è un ordine!” Crow si mise a ridere così tanto che ebbe le lacrime agli occhi poi disse: “Sappiamo entrambi che io vincerò quindi risparmiati questo teatrino e dammi gli amuleti: te lo dico per l’ultima volta.” Iris scoppiò di rabbia e disse: “NO! NON E’ COSI’ CHE FINISCE! TU NON VINCERAI MAI!” Si strappò le collane dal collo, le portò in alto con la mano e disse: “Spiriti dell’Acqua, dell’Aria, della Terra e del Fuoco datemi il potere necessario per sconfiggere Crow, ve ne prego!” Un’onda di luce partì dalle collane e passò per tutta la terra di Nordwich e si sentì: “No! Non deve finire così, non finisce qui!” Erano le ultime parole di Crow. Iris aprì un occhio per volta e vide Zakyra libera; tutte le creature ombrose e malvagie erano diventate quello che erano un tempo: unicorni, ippogrifi, draghi e chimere. E poi disse: “Ce l’ho fatta….Ce l’ho fatta…Ce l’ho fatta! Cioè ce l’abbiamo fatta! Coraggio Zakyra torniamo a casa!” Volarono fino a Ninfea e videro dall’alto che la foresta era ricresciuta: era rigogliosa come un tempo. Quando tornò a casa il vecchio saggio la abbracciò e le chiese come era andato il viaggio e tutto il popolo fece una grande festa in suo onore.

Così termina l’avventura di Iris, ma ne avrà altre in futuro non troppo lontano. Ogni cosa ha un lato positivo e in ogni momento si può volare sulle ali della fantasia…

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