martedì 24 febbraio 2015

L'ultima notte (Aurora Dellacroce)


10 luglio 1987


Buio.

Intorno a me solo buio.

L’unica cosa che mi fa compagnia è l’ansia che quel pazzo mi trovi. Non so perchè cerca me,mi incolpa di cose che non ho fatto. Ha minacciato la mia famiglia. Ogni sera,alla stessa ora,mi squillava il telefono...rispondevo ma sentivo solo una voce indistinta che mi diceva: “è stata tutta colpa tua,ti restituirò il favore un giorno...” e poi si sentiva un’interferenza e la chiamata finiva lì.

Angoscia.

Angoscia è l’unica parola che può descrivere la situazione che provo dentro di me. Quella telefonata oggi mi aveva spaventato,molto più delle altre volte...mi diceva: “Sto venendo a prenderti,non puoi sfuggirmi” così mi sono nascosta qui in mansarda,e sto ancora sperando che non mi trovi.

Voi vi chiederete perché me ne sto qui al freddo e al buio e non cerco aiuto,beh dovete sapere che ne ho cercato d’aiuto,e tanto,alla polizia di Boston non interessava evidentemente,era l’ultimo dei loro problemi,così mi sono arrangiata,per ben 3 mesi.

Oh no! La porta ha cigolato...i passi...si fanno sempre più vicini....non ho via d’uscita...devo contenermi..è lui,la voce che sento ogni giorno al telefono...ora dice: “Camilla...dove sei? Non vuoi venire ad incontrare il tuo ammiratore segreto?!?” io non ho il coraggio di fiatare: “Beh,non puoi nasconderti per sempre!! Ti troverò,dovessi smantellare tutta Boston!!”

Per mia fortuna la botola che portava alla mansarda era ben nascosta,ma non bisogna mai sottovalutare un pazzo...

Ora sento la mia camera da letto aprirsi,quel pazzo stava rovistando nell’armadio,credendo che mi fossi nascosta lì...adesso sento che sta tornando in cucina...provo ad affacciarmi a un piccolo condotto dell’aria per vedere se riesco a vedere il suo viso,ma niente da fare è mascherato.

Ora sta togliendo il quadro dalla parete,ha iniziato a ridere...ha scoperto che quello è un passaggio segreto che conduce al piano superiore.

Sono spacciata...ma che posso fare non ci sono né finestre né armadi né scatoloni dove nascondermi,e poi per quella conduttura non passerò mai...la mia fine è imminente...vedo qualcosa luccicare nell’angolino...che cos’è? È un coltello,magari posso ancora difendermi.

Il pazzo ha aperto la porta i suoi passi,sono lenti e ho persino paura a respirare,penso che il suo udito finissimo possa udire anche questo...non  mi ha ancora vista evidentemente..aspettate l’ho detto presto si è voltato da questa parte...il suo volto trasmette inquietudine pur essendo mascherato...tiro fuori il coltello,si gira di scatto...deve avermi sentito,viene minacciosamente da questa parte con un ghigno malefico,invece di difendermi,il mio istinto mi dice di chiudere gli occhi,sento un dolore profondo alla schiena...provo a toccarla...riporto le mani avanti e vedo tutta la mia mano intrisa di sangue.

Il pazzo continua a colpirmi senza pietà,io continuo a gridare aiuto invano...nessuno mi sente..mi sento stanca...molto stanca...sulla mia faccia è impresso il dolore,sento solo più la porta della mansarda chiudersi e anche quella di casa...provo a gridare ancora una volta,ma dalla mia bocca non esce più nulla,chiudo gli occhi ,provo ad alzarmi per raggiungere la porta ma non mi sento più le gambe...ricorderò per sempre quella faccia,che pur essendo mascherata ha trasformato i miei ultimi 3 mesi in un inferno...

11 luglio 1987


Il detective Banks,stava fumando la sua pipa come ogni mattina,fino a quando gli squillò il telefono,lui rispose immediatamente,si mise la sua giacca color ocra,infilò il capello e uscì di casa,lo aspettavano al commissariato,un nuovo caso lo stava aspettando...

Quando arrivò al commissariato,lo attendeva nel suo studio il Signor Martin,l’investigatore per eccellenza dentro il commissariato di Boston, e in tutta la città si diceva che non aveva mai fallito un caso. Aveva i capelli grigi,i baffi sempre dello stesso colore;gli occhi a mandorla color nocciola scavavano nell’anima della persona che lo guardava,naso sottile e i denti erano color giallo,dato che fumava.

Banks,entrando nello studio appena lo vide si tolse il cappello e disse: “Signor Martin,mi ha chiamato d’urgenza che è successo?”

Il signor Martin lo osservò e poi rispose: “C’è stato un omicidio Banks...e credo che lei sia la persona giusta per risolverlo”

“Uhm...interessante mi dica qualcosa di più”

“La polizia,che è intervenuta subito sulla scena del crimine,dice di aver trovato la vittima morta,con una mannaia conficcata nella schiena in mansarda. All’inizio la casa sembrava vuota e pulita...non una macchia di sangue...ma poi cercando meticolosamente in tutta la casa trovarono una botola dentro a un quadro che portava la piano superiore,si crede che l’assassino l’abbai trovata e abbia ucciso la vittima che si trovava li”

“Ma perché la vittima si trovava li?”

“Non si sa perché si trovava lì,si sa solo che i vicini sentendo urlare a squarciagola nella notte si sono preoccupati,e  dopo hanno visto un uomo dall’aria sospetta allontanarsi dalla casa di Camilla Parks,così si chiamava,ma non sono riusciti ad identificarlo perché era mascherato”

“Ah...quindi non si sa chi è,si sa se per caso questa ragazza aveva dei debiti...problemi di famiglia...”

“No,però abbiamo rintracciato subito il padre,Jon Parks,e ha detto che una volta è venuto a casa della figlia e ha sentito squillare il telefono,Camilla non ha subito risposto,il padre gli ha chiesto perché,ma non ebbe avuto tempo di finire la frase che il telefono ricominciava a squillare e fino al ritorno a casa sua il telefono non smise di squillare un attimo ma Camilla non  rispose mai...”

“quindi qualcuno la tormentava ma nessuno sapeva il perché...bene mi do subito da fare. Grazie mille signor Martin degli indizi,farò del mio meglio”

“Arrivederci Banks,non mi deluda”

Così inizio l’investigazione del signor Banks.

11 luglio1987,ore 20:34


Banks si trovava nella casa,in corso Vercelli 24, e aveva anche lui scoperto la piccola botola dietro il quadro,il cadavere era stato portato via la nottata stessa e la mannaia era in fase di analisi per poter trovare un potenziale colpevole.

Analizzava la stanza,pensieroso,trovò vicino alla sagoma bianca,segno di dove si trovava la vittima,un piccolo coltellino,si mise i guanti,lo prese in mano e lo analizzò...sulla punta trovò una piccola goccia di sangue,pensò che probabilmente Camilla si fosse difesa con quello che ha trovato in giro..

12 luglio 1987,commissariato


I risultati delle analisi di identificazione del DNA che si trovava sulla mannaia non avevano dato grande aiuto al Signor Banks,i risultati dicevano che non avevano dato nessun tipo di traccia di DNA,a Banks venne in mente la possibilità che l’assassino avesse usato i guanti. A Banks,ritornò in mente il coltello che aveva trovato in mansarda,che sulla punta si trovava una traccia di sangue,probabilmente dell’assassino.

15 Luglio 1987,commissariato


Dopo qualche giorno arrivò al Signor Banks una lettera che diceva che avevano trovato una traccia di DNA sul coltello che gli avevano dato.

Banks corse al commissariato dove gli restituirono il coltello in una busta di plastica con una lettera: il commissariato pregava il Signor Banks di leggerla a casa.

Tornato a casa Banks,nascose il coltello in un cassetto e poi si sedette sul divano,aprì la busta dove c’era la foto di un ragazzo con sotto una didascalia con il nome “Kevin Bowen”. Il ragazzo era biondo,con uno strano maglione  color rosso,occhi neri che mettevano inquietudine. Sotto la fotografia c’erano tutte le indicazioni:
Altezza: 1,75  Peso: 64 Kg   Vive a: Boston,Corso Twice 28.

Banks telefonò in commissariato dicendo che voleva fare un interrogatorio con l’assassino rintracciato.

16 Luglio 1987,commissariato


il giorno seguente,come previsto,arrivò in anticipo al commissariato e quando la porta del suo ufficio si aprì vide quel volto che era sulla scheda che gli avevano consegnato il giorno prima.

Banks iniziò subito a parlare senza perdere un attimo:
“Allora...signor Kevin...è stato accusato di aver ucciso Camilla Parks...è la verità? Ha ucciso lei la signorina Parks?”

“Sì...sono stato io”

“E perché mai l’avrebbe fatto?”

“In verità non è stata colpa sua...ma di suo padre Jon,lui aveva dei debiti verso la mia famiglia,l’ha mandata in rovina così io mi sono vendicato uccidendo la sua amata figlia!!!!”

Banks era spaventato ma non lo dava a vedere,comunque continuò:

“Aspetti un attimo signor Bowen,mi può spiegare la storia dall’inizio!”

“Certamente,Jon Parks,morta sua moglie non aveva  i soldi sufficienti per pagare il funerale,così chiese a  noi,un tempo la famiglia più ricca del quartiere. Aveva promesso che ce li avrebbe ridati,dollaro per dollaro,ma dopo aver prestato quella cifra enorme lui faticò a ridarceli così passavano i mesi e la mia famiglia andava in disgrazia...mio padre perse il lavoro...mio fratello era scomparso e mia madre aveva divorziato con mio padre...eravamo solo più io e lui e volevo i soldi indietro,così uccisi sua figlia per ripicca!!”

“Signor Bowen lo sa che lei rischia l’ergastolo?”

“Non mi interessa,so solo che mi sono vendicato e mi sento bene!”

Dopo aver ammesso tutte le sue colpe Banks,disse alla polizia di potarlo in carcere.

26 novembre 1998


La polizia è di  nuovo all’erta a Boston,il ragazzo della cella numero 4 era riuscito a fuggire e diceva la sua cartella che si chiamava Kevin Bowen...si dice che vaga ancora per Boston in cerca di ragazzi da uccidere...state attenti magari è proprio dietro di voi!!!

 


 

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