mercoledì 25 febbraio 2015

Racconto fantasy (Noemi Gioannini)


Gioannini Noemi

Racconto fantasy

Era una sera d’estate, circa le 8:00, il sole stava già tramontando e un mio caro amico, Jason, stava ritornando a casa a piedi dal suo solito allenamento di calcio.

Casa sua era vicina al palazzetto, ma prima di arrivarci doveva attraversare un boschetto che quando si faceva sera era molto inquietante, perché c’era gente che diceva che c’erano delle strane creature lì nascoste, quindi Jason si mise a correre per raggiungere il boschetto prima che il sole calasse.

Per la strada incontrò una sua amica, Ilaria, che lo fermò per parlare un po’, solo che lui non osò dirle che non poteva fermarsi perché aveva paura del boschetto, quindi si fermò.

Dato che era da un po’ di tempo che non si vedevano Ilaria aveva tante cose da dirgli, non la smetteva più di parlare e a Jason veniva il magone solo a pensare che se faceva tardi doveva attraversare quel boschetto tutto solo e al buio.

Finalmente Ilaria lo salutò e andò via perché iniziò veramente a farsi tardi anche per lei.

Il sole era già praticamente calato e Jason sapeva già che non riusciva ad attraversarlo con ancora la luce, ma ci provò. Corse a più non posso, ma il boschetto era ancora troppo lontano. Arrivato davanti al boschetto, si fermò un attimo. Aveva troppa paura.

Tirò fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni per vedere l’ora, ed erano già la 9.45. Rimase spiazzato, non ci poteva credere che era così tardi.

Voleva accendere la torcia del cellulare per fare un po’ di luce, ma non poteva perché aveva la batteria al 15% e rischiava di spegnersi, quindi pensò di chiamare sua madre per dirle di non preoccuparsi e che arrivava più tardi a cena perché l’allenamento era finito più tardi.

Dopo la telefonata con molta paura si inoltrò nel boschetto. Tutto stava andando per il meglio e Jason vedendo che non succedeva niente si tranquillizzò.

Dopo un po’ di minuti però sentì un forte fruscio di foglie che proveniva da dietro di lui, si girò di scatto e vide che era solamente una lepre un po’ più grande del normale. Il cellulare era al limite, era al 5% di batteria e Jason iniziò a preoccuparsi sul serio perché a parte la luce se succedeva qualcosa poteva chiamare a casa e se invece si spegneva non poteva più fare niente.

Andò ancora avanti per qualche minuto fino a quando il cellulare si spense del tutto. A Jason prese il panico come non mai, non sapeva cosa fare, quindi iniziò a correre. Dopo un po’ capì che qualcuno lo stava seguendo, ma non si fermò, anzi corse ancora più in fretta.

Qualche istante dopo degli uomini un po’ strani, (diciamo un bel po’ strani) lo fermarono. Jason pensava che fossero alieni, infatti qualche minuto dopo loro si presentarono e ne ebbe la conferma. Erano ALIENI.

Venuti sulla terra da un pianeta estraneo più lontano dell’ultimo pianeta del sistema solare, completamente di un'altra galassia, per sapere qualcosa su altri esseri viventi. Non volevano attaccare, fare guerra o nessun’altra cosa del genere, volevano semplicemente esplorare gli umani da vicino.

L’hanno catturato e portato sul loro pianeta chiamato, Cangiunac, un nome alieno direi. Jason stette lì almeno per una settimana, perché bombardato di domande alcune un po’ strane.

Jason si stava abituando a star con loro perché capì che erano innocui, alcune volte divertenti, anche perché non essendo ben capaci a parlare l’italiano facevano ridere.

Jason era anche felice per il fatto che essendo nello spazio poteva volare, cosa che avrebbe voluto fare da sempre, però da un parte gli mancava la famiglia.

Le cose sulla terra, per la famigli di Jason non andavano affatto bene. Jason non si vedeva da giorni, la mamma era già esasperata perché aveva già chiamato la polizia per ritrovarlo, ma niente.

Dopo due giorni di interrotte ricerche la mamma chiama la polizia per dirgli che Jason era finalmente tornato a casa e che finalmente le ricerche potevano fermarsi.

Arrivato a casa la famiglia gli chiese spiegazioni, di dov’era stato, di cosa aveva fatto e così via. Jason gli spiegò tutto quello che era successo, che ha visto gli alieni, che è stato nello spazio, che gli hanno fatto un sacco di domande, che volava ecc…

La famiglia era felicissima che fosse tornato a casa, però non riusciva a credere a quello che diceva Jason.

Quando ritornò a scuola, a calcio, in pratica quando ritornò alla vita di prima, raccontò tutto ai suoi amici che però pure loro non gli credettero, quindi Jason pensò che tutti i suoi amici non avevano fiducia in lui.

Alla fine Jason si fece amico con gli alieni e adesso tutte le sere passa nel boschetto a trovarli senza avere paura, cosi ogni tanto quando è triste si può andare a divertire nello spazio.

    

        

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