Gioannini Noemi
Racconto fantasy
Era
una sera d’estate, circa le 8:00, il sole stava già tramontando e un mio caro
amico, Jason, stava ritornando a casa a piedi dal suo solito allenamento di
calcio.
Casa
sua era vicina al palazzetto, ma prima di arrivarci doveva attraversare un
boschetto che quando si faceva sera era molto inquietante, perché c’era gente
che diceva che c’erano delle strane creature lì nascoste, quindi Jason si mise
a correre per raggiungere il boschetto prima che il sole calasse.
Per la
strada incontrò una sua amica, Ilaria, che lo fermò per parlare un po’, solo
che lui non osò dirle che non poteva fermarsi perché aveva paura del boschetto,
quindi si fermò.
Dato
che era da un po’ di tempo che non si vedevano Ilaria aveva tante cose da
dirgli, non la smetteva più di parlare e a Jason veniva il magone solo a
pensare che se faceva tardi doveva attraversare quel boschetto tutto solo e al
buio.
Finalmente
Ilaria lo salutò e andò via perché iniziò veramente a farsi tardi anche per
lei.
Il
sole era già praticamente calato e Jason sapeva già che non riusciva ad
attraversarlo con ancora la luce, ma ci provò. Corse a più non posso, ma il
boschetto era ancora troppo lontano. Arrivato davanti al boschetto, si fermò un
attimo. Aveva troppa paura.
Tirò
fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni per vedere l’ora, ed erano già la
9.45. Rimase spiazzato, non ci poteva credere che era così tardi.
Voleva
accendere la torcia del cellulare per fare un po’ di luce, ma non poteva perché
aveva la batteria al 15% e rischiava di spegnersi, quindi pensò di chiamare sua
madre per dirle di non preoccuparsi e che arrivava più tardi a cena perché
l’allenamento era finito più tardi.
Dopo
la telefonata con molta paura si inoltrò nel boschetto. Tutto stava andando per
il meglio e Jason vedendo che non succedeva niente si tranquillizzò.
Dopo
un po’ di minuti però sentì un forte fruscio di foglie che proveniva da dietro
di lui, si girò di scatto e vide che era solamente una lepre un po’ più grande
del normale. Il cellulare era al limite, era al 5% di batteria e Jason iniziò a
preoccuparsi sul serio perché a parte la luce se succedeva qualcosa poteva
chiamare a casa e se invece si spegneva non poteva più fare niente.
Andò
ancora avanti per qualche minuto fino a quando il cellulare si spense del
tutto. A Jason prese il panico come non mai, non sapeva cosa fare, quindi
iniziò a correre. Dopo un po’ capì che qualcuno lo stava seguendo, ma non si
fermò, anzi corse ancora più in fretta.
Qualche
istante dopo degli uomini un po’ strani, (diciamo un bel po’ strani) lo
fermarono. Jason pensava che fossero alieni, infatti qualche minuto dopo loro
si presentarono e ne ebbe la conferma. Erano ALIENI.
Venuti
sulla terra da un pianeta estraneo più lontano dell’ultimo pianeta del sistema
solare, completamente di un'altra galassia, per sapere qualcosa su altri esseri
viventi. Non volevano attaccare, fare guerra o nessun’altra cosa del genere,
volevano semplicemente esplorare gli umani da vicino.
L’hanno
catturato e portato sul loro pianeta chiamato, Cangiunac, un nome alieno direi.
Jason stette lì almeno per una settimana, perché bombardato di domande alcune
un po’ strane.
Jason
si stava abituando a star con loro perché capì che erano innocui, alcune volte
divertenti, anche perché non essendo ben capaci a parlare l’italiano facevano
ridere.
Jason
era anche felice per il fatto che essendo nello spazio poteva volare, cosa che
avrebbe voluto fare da sempre, però da un parte gli mancava la famiglia.
Le
cose sulla terra, per la famigli di Jason non andavano affatto bene. Jason non
si vedeva da giorni, la mamma era già esasperata perché aveva già chiamato la
polizia per ritrovarlo, ma niente.
Dopo
due giorni di interrotte ricerche la mamma chiama la polizia per dirgli che
Jason era finalmente tornato a casa e che finalmente le ricerche potevano
fermarsi.
Arrivato
a casa la famiglia gli chiese spiegazioni, di dov’era stato, di cosa aveva
fatto e così via. Jason gli spiegò tutto quello che era successo, che ha visto
gli alieni, che è stato nello spazio, che gli hanno fatto un sacco di domande,
che volava ecc…
La
famiglia era felicissima che fosse tornato a casa, però non riusciva a credere
a quello che diceva Jason.
Quando
ritornò a scuola, a calcio, in pratica quando ritornò alla vita di prima,
raccontò tutto ai suoi amici che però pure loro non gli credettero, quindi
Jason pensò che tutti i suoi amici non avevano fiducia in lui.
Alla
fine Jason si fece amico con gli alieni e adesso tutte le sere passa nel
boschetto a trovarli senza avere paura, cosi ogni tanto quando è triste si può andare
a divertire nello spazio.
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